Non tutti sanno il napoletano i cantanti del «giugno musicale»

Non tutti sanno il napoletano i cantanti del «giugno musicale» Non tutti sanno il napoletano i cantanti del «giugno musicale» Presentali ieri sera i primi 12 "motivi" del festival - L'interpretazione di Milva è stata tra le migliori (Dal nostro corrispondente) Napoli, 24 giugno. Si è svolta questa notte al Mediterraneo la prima serata del < Giugno della Canzone napoletana ». Il teatro è gremito nonostante l'elevato costo del biglietto: diecimila lire per le prime due sere e ventimila per l'ultima. Ognuna delle Case discografiche — cui i cantanti sono legati da contratto — ha dovuto pagare un milione e 300 mila lire per ogni solista presentato. Il corrispettivo è stato dato in biglietti dall'Ente della Canzone, organizzatore del «Giugno», e le case li hanno offerti a gruppi di « fedelissimi » in modo da garantire, almeno in sala, un certo appoggio ai vari interpreti. L'orchestra (settantasette elementi) appare sistemata su quattro lunghe balconate che viste nell'insieme danno un po' l'idea dell'ala di uno di quei moderni penitenziari americani nell'ora del concerto sacro domenicale. Né le piante messe in grande quantità riescono ad attutire quella sinistra impressione I maestri che si alj temeranno sul podio sono otto. Dopo la /sigla» musicale appaiono due dei presentatori: Pippo Baudo ed Emma Danieli. La Danieli indossa una toilette romantica, gialla, di organza ricamato. Ad essi si aggiungerà Lilly Lembo, in blunotte aderente, con * sciarpa a tunica ». A differenza degli altri anni, si limiteranno a dire il solo titolo delle canzoni. Pre-jcede Nino Taranto che, in ve- ste di cantastorie, recita un di-l vertente monologo. Segue una «tarantella» del maestro Giuseppe Rossetti. L'ordine delle canzoni è in base al sorteggio fatto dal notaio Raimondo Rodriguez. Inizia Fio Sandon's in chiffon turchino con « Si min se chiamma ammore » (di Amendola e Parente). Segue «'Nnamuratella » (di Gianni e Buonafede) interpretata da Luciano Glori. Terza è « Comme luceno 'e stelle » (Gargiulo e Spagnolo) cantata da una recluta, Gina Armani, in abito verde-acqua. Quarta è « O fidanzato mio » (Dini e Mangieri). Gloria Christian, che veste un modello rosso fuoco, la can ta con l'abituale sua grazia, non disgiunta però da una certa freddezza. Le stesse quattro composizioni vengono ripetute da Aura D'Angelo, in tulle grigio con paillette* d'argento, Fausto Cigliano, Enzo Jannace — un giovanissimo, altra « recluta » — e dal Quartetto Cetra. Ecco adesso altre quattro canzoni: «E' napulitana» (De Lutio e Ciofti), interpretata da Giuseppe Negroni, v< Credere » (De Crescenzo e Forte), «Comme se fa l'animore » (Bonagura e Romeo) e iTutt' 'e duie » (Mallozzi e Chiarazzo), affidate rispettivamente a Nunzio Gallo, Mara Del Rio (in lamé azzurro) e Sergio Bruni. Qui termina la prima parte dello spettacolo. La seconda vede ripetere le ultime quattro canzoni del pri- mo tempo interpretate da Ma rio Trevi, Milva — la cui ese cuzione è certo fra le miglio ri — dal complesso Caravel e da Maria Paris, la bruna scugnizza in pizzo nero. Ancora quattro novità: «Cielo» (Pisano e Alfieri) gorgheggiata à\*\Aurelio Fierro, « 'Ncantesimo1 sotto 'a luna » (Italomario e Benedetto!, portata al massimo livello da Miranda Martino. «Aspetto a tte » (Fumò e Oliviero) «recitata» da Giacomo Rondinella e * 'O lione», cha-cha-cha di Nisa e Fanciulli, nella singolare versione di Joe Sentieri, completamente digiuno del dialetto napoleta-1 no. Questi quattro motivi ritornano con Luciano Tajoli, Mario Abate, Achille Togliani — di autentica imbattibile classe — e Nino Taranto, gaio e brillante. Chiude — fuori programma -- « Voce d" 'o mare », canzone di E. A. Mario, modulata da Luciano Virgili. Nessun incidente e buona esecuzione dell'orchestra e dei cantanti. c. g.

Luoghi citati: Napoli, Trevi