Il congresso dei cardiologia aperto con il «premio Sanremo» di Angelo Viziano

Il congresso dei cardiologia aperto con il «premio Sanremo» Al belga prof. Rijlant l'assegno di dieci milioni Il congresso dei cardiologia aperto con il «premio Sanremo» La motivazione letta dal prof. G. C. Dogliotti - Ampia relazione del clinico bolognese Sotcjm sulla «fisiopatologia del periodo postinfartuale» - Le donne sono meno soggette ma la mortalità per quelle colpite è più elevata (Dal nostro inviato /speciale) Sanremo, 23 giugno. Nella cronaca della prima giornata del XXII Congresso nazionale di cardiologia spicca il solenne conferimento allo scienziato belga Pietro Rijlant del cospicuo premio internazionale per la cardiologia « Città di Sanremo » — una pergamena con dieci milioni di allegato. La consegna è stata fatta per mano dell'on. Crescenzio Mazza; che in nome del governo ha aperto ufficialmente i lavori del grande convegno. Il prof. Giulio Cesare Dogliotti, presidente della Commissione giudicatrice, ha letto la brillante motivazione, di cui già informammo i nostri lettori. Il sindaco, avv. Fusaro, ha ricordato un fatto, non obliato da questa ospitale città, dal quale doveva in certo quel modo trovare ispirazione l'odierna fondazione del munifico premio sanremese. Il fatto è questo: proprio a Sanremo, ove era venuto a trascorrere gli ultimi anni della sua vita tofosapbmcsddvfandilmpptagdningrluhcgnoperosa per fruire della mitez-; za di questo clima, nel 1895, j Nobel concepì quel suo signi-Rcon cui Istituì — e ne lascio eh ingenti fondi - I numerosi j Upremi annuali, che dovevano' poi prendere il suo nome, in-l tesi a favorire opere di pace, arte, lettere, scienze, medicina! p| nin primo piano. E' toccato al prof. G. Sotglu, clinico di Bologna, e al suo collaboratore prof. S. Lenzi, dopo l'allocuzione di apertura del prof. Condorelli, clinico di Roma, svolgere l'annunciato tema sulla fisiopatologia e sulla clinica del periodo post-infartuale (presidente di seduta il prof. Antognetti, clinico di Genova). E' proprio per comprendere come si possa e quando si possa arrivare al reinserimento futuro degli infartuati nella vita attiva e produttiva, cui alludemmo nel nostro articolo di ieri, che importa indagare sulle molteplici varietà di comportamento delle condizioni dei diversi pazienti, in un periodo che non è più quello acutissimo dei primi cinque o sette giorni, durante i quali si scatenano i fenomeni drammatici e burrascosi legati diret .laG—lansimvArbn2vPdpiaèctamente all'infarto- ma è nuc>l-1 «lo che gli succede immediata ' mente. Nel suo decorso Pòrga'-1 nismo o si adatta o tende art adattarsi, oppure non riesce ad adattarsi alle nuove condizioni; di lì esiti diversi, dalla guarigione completa ad una defl ; citaria, oppure alla morte per eventi vari. Si tratta di un periodo an cora evolutivo, in cui gioca la sua parte una serie di fattori, inerenti non solo e fo.se non; Lntanto le entità e il tipo del dan- i peculiare capacitale'modaìitft di reazione e <di adattamento, dell'organismo E' ben vero . . . ._, .cche ne, vari quadri morbosiIche ne scaturiscono emergo-|nno fenomeni cardiocircolatori; Tma. a ben vedere, per compren- hdere tutta la complessità dei sovvertimento infartuale e la nvarietà del decorso e della uro , sgnosi, bisogna pur valutare la cinterferenza, ormai indubbia, rsdel vario comportamento del {tsistema nervoso vegetativo e (idi quello di certe ghiandole or-, tmonali. specie ipofisi, surreni Ime tiroide Tale varietà di at-lctegsiamento in parte è già pre parata, d'altronde, da fattori:1costituzionali basali pre-infar-11tua.ll | cPrecorse, cosi le conclusio-|tn: dell applaudita relazione de: 11professori Sotgiu e Lenzi, svol-, pta in base alla osservazione di |z1208 isi nella clinica medica di Bologna, dobbiamo ora li-1 cmitarci a spigolare qualche da cto, tra i più interessanti per lai curiosità del profano, del va- sto panorama offertoci dai re- i latori Cominciamo dal fattore' età. Fatta eccezione per quanto riguarda il primo anno dall'infarto, nel quale tempo l'indice di sopravvivenza dei colp'ti è inferiore nei meno anziani, esso è superiore nel gruppo di soggetti sotto i 85 anni; tra i quali si trova, inoltre, la maggioranza di quelli che con la vita conservano pure uno stato di benessere. Cir ca il sesso è stata confermata la maggiore incidenza del malanno nell'uomo; per contro nella donna è più alta la mor talità (donna 46 per cento dei j casi; uomo 39 per cento) j Il tipo costituzionale che pre- vale tra i colpiti sarebbe quel | io cosiddetto brachitipo, in cui prevalgono i valori del tron-1 co rapportati a quelli degli ar- ti Non è detto, invece, che l'individuo obeso sia maggior- mente predisposto all'infarto;" j . ma quando vi incappa, anche se il peso corporeo non incide sulla sopravvivenza, il suo decorso post-infartuale è più complesso per più facili sofferenze cardiocircolatorie Sulla dibattuta influenza del i le attività lavorative si sa cheila minima attività fisica ac compagna!» da massima pre |stazione intellettuale provoca la maggiore frequenza degli .infarti Nella casistica dei re |latori i pazienti vi sono figura ti, il 19 per cento adibiti a la voro pesante, il 27 per cento a lavoro leggero, il 42 per cen Ito a occupazioni sedentarie, ilj12 per cento a lavoro intellet ititale Si è inoltre visto che lajattività lavorativa sedentaria i presenta i peggiori indici di1 sopravvivenza E come la met Canio col tabacco- Risposta , I stringata sopravvivenza nfe nore nei soggetti giovani fu ,mator, Maggiore incidenza de-1disturbi anginosi isenso di co strizione e di sbarramento ai j petto e irradiazioni di dolori I toracici) e di aritmie specie nei forti fumatori giovani. Continuare con elencazioni sarebbe forse tedioso. Ma ci prer >. ancora rincuorare i diabetici informandoli che il loro malanno, pur costituendo una condizione favorente l'arteriosclerosi, non ha una influenza determinante sulla incidenza dell'infarto. D'altra parte una volta superatane la pericolosa fase acuta,- non influisce poi neppure sulla sopravvivenza dei colpiti. Concludendo, sono il sesso e l'età che maggiormente condizionano il decorso post-Infartuale. Ma ciò è comprensibile, se si pensa che in tali fattori convergono tutti gli altri elementi considerabili, dai temperamentali agli ormonali, dagli ambientali a quelli inerenti i vari squilibri de' grassi veicolati dal sangue. La relazione Sotgiu-Lenzi ha dato luogo a un dotto dibattito, cui hanno partecipato numerosi clinici. E' seguito poi lo svolgimento di comunicazioni attinenti il tema. Angelo Viziano

Luoghi citati: Bologna, Genova, Roma, Sanremo