Eichmann massacrò milioni di ebrei perché «aveva degli ordini da eseguire»

Eichmann massacrò milioni di ebrei perché «aveva degli ordini da eseguire» Squallida autodifesa del colonnella nazista nelVaula di Gerusalemme Eichmann massacrò milioni di ebrei perché «aveva degli ordini da eseguire» L'imputato giura, ma non sulla Bibbia - "Credo solo in Dio onnipotente" - Quando firmò in Argentina la dichiarazione che accettava, il processo in Israele era incatenato ad un letto-La tragedia degli ebrei cominciò quando i capi "ritenendosi invincibili persero l'autocontrollo e impiegarono metodi insensati" - Le responsabilità ricadrebbero su Himmler, Heydrich e il capo della Gestapo, Miiller - "lo ero troppo in basso" - Come capo dell'ufficio emigrazione, la sua attività fu benefica "agli israeliti e alla Germania" a l o i o o i e , n (Nostro servizio particolare) Gerusalemme, 20 giugno. La casa del popolo di Gerusalemme dove il Tribunale spedalo giudica l'ex colonnello delle SS Adolf Eichmann, ha stamane l'aspetto dei primi giorni del processo. E' attesa là deposizione dell'imputato che sinora non ha parlato altro che per declinare le proprie generalità e dichiararsi « non colpevole ». L'udienza è aperta da un dibattito di carattere procedurale, il procuratore presenta quindi un certo numero di documenti d'accusa che portano a 1400 gli catti» racchiusi nel dossier processuale. Il presidente si volge infine all'imputato. Desiderate deporre sotto giuramento? ». Eichmann — « Non voglio giurare sulla Bibbia, ma su Dio onnipotente. Non appartengo ad alcuna confessione, ma credo in Dio ». Letta la formula del giuramento, ha inizio l'interrogatorio di Eichmann come teste a difesa. li primo argomento che l'avvocato Servatius solleva è quello dell'arresto. Il difensore prende dal suo banco la dichiarazione sottoscritta da Eichmann secondo cui egli sarebbe venuto in Israele per essete processato di sua spontanea volontà e chiede all'imputato: «Avete fatta questa dichiarazione ». Eichmann — Si. Servatius — Spontaneamente? Eichmann — No. Servatius — Come? Eichmann (con voce profonda e scandendo chiaramente le parole): «Dopo essere stato rapito alla periferia di Buenos Aires fui incatenato ad un letto. Mi venne chiesto dì firmare una dichiarazione che ero disposto ad essere processato in Israele. Dissi che preferivo essere consegnato alla polizia argentina, ma mi risposero di no. Poi mi vennero tolte le catene e mi fu ordinato Ui firmare un documento che diceva che desideravo recarmi in Israele per essere processato. Non avevo altra scelta che firmare. Firmai. Mi rimisero le catene e fui nuovamente assicurato al letto. Tutto ciò non può essere definito volontario ». Eichmann ha fatto queste dichiarazioni rimanendo in piedi. Il presidente Landau gli dice che può sedere se si sente stanco. L'imputato accetta l'invito con un inchino e si siede, impassibile. L'avvocato Servatius chiede quindi all'imputato perché avesse aderito al partito nazista che aveva per obiettivo principale la persecuzione degli ebrei. Eichmann — Nel 1932, quando entrai nei partito nazista, la lotta contro gli ebrei era un problema secondario. Il partito aveva nel suo programma la lotta contro il trattato di Versailles che era all'origine delle nostre sofferenze, della perdita dei nostri territori, della abolizione del nostro sistema di autodifesa e delle nostre difficoltà economiche, inclusi sette milioni di disoccupati. II punto fondamentale non era la questione ebraica, perché attraverso essa il partito non sarebbe riuscito a giungere al potere, ma la lotta contro il sistema che imponeva il trattato di Versailles. Eichmann, che sebbene parli molto lentamente appare piuttosto nervoso, dice poi che la tragedia ebbe inizio con le prime rapide vittorie della Germania nazista nella seconda guerra mondiale quando i capi, ritenendosi invincibili, cominciarono ad impiegare metodi insensati e persero l'autocontrollo. Eichmann — Questa fu una tragedia che non dipese dame. Il mio grado e la mia posizione erano troppo bassi. Non potevo prevedere tutto quanto sarebbe successo dopo, quando entrai a far parte del partito. L'avvocato Servatius interroga quindi Eichmann sulle sue promozioni in seno alle SS e alla Gestapo. Eichmann — La mia ultima promozione — quella di tenente colonnello delle SS — risale al 1941. Cercai frequentemente di ottenere il trasferimento al fronte ma senza risultato. L'avv. Servatius si rivolge ad Eichmann chiamandolo « signor testimone... » e cita sempre documenti presentati dall'accusa e chiede poi all'imputato se sia esatto che egli perse il proprio impiego in Austria quando entrò a fare parte del partito nazista. Eichmann —■ Non è vero. In effetti venni licenziato dalla Vacuum Oil Co. perché ero scapolo e perché vi era una depressione economica. Quando mi trasferii in Germania ottenni il certificato del console tedesco nel quale si dichiarava che avevo perso l'impiego per essermi iscritto al partito nazista. L'imputato sostiene poi di ritenere che le sue attività quale capo dell'ufficio per l'è migrazione degli ebrei in Austria sia stata di beneficio sia per gli ebrei che per la Germania in quanto due terzi de gli ebrei austriaci poterono emigrare. L'avv. Servatius cita quindi un documento del Terzo Reich per dimostrare che una volta ad Eichmann venne rifiutato il permesso di apprendere Vyd dish da un rabbino e chiede all'imputato per quale ragione I suoi superiori non gli conces¬ spsdnasdspdbmrinmnmpctsmcrcdmrvpledsmletlmp sero un supplemento dello stipendio per pagare le lezioni. Eichmann — Questo mio desiderio venne considerato ridicolo e suscitò anche sospetto nei miei superiori. Io avevo acquistato un libro di testo per studiare l'ebraico ma rendendomi conto che non facevo sufficienti progressi chiesi il permesso di prendere lezioni da un rabbino. Per me sarebbe stato più facile chiedere ai miei superiori di arrestare il rabbino e prendere le lezioni in carcere ma una simile azione non era nel mio temperamento sicché proposi che venissero pagati al rabbino tre marchi per lezione. I miei superiori a quell'epoca temevano che io potessi venir influenzato dal rabbino. Proseguendo nella sua deposizione Eichmann dice che il ministero degli Esteri nazista contrariamente alle SS, si rifiutava di fornire qualsiasi contributo per l'emigrazione degli ebrei e per il trasferimento dei loro capitali all'estero. «Per coloro che non avevano fondi non si aprivano le porte dei paesi stranieri e quelli che disponevano di mezzi erano impediti dal ministero degli Esteri di trasferirli in altri paesi, sicché non si riusciva a trovare un compromesso. Fu allora che mi venne l'idea di trovare una località dove creare uno stato dove gli ebrei potessero vivere per conto loro, e rimuovere cosi tutte le difficoltà che si frapponevano alla loro emigrazione. Fu per questa ragione che in un mio memoriale figura la proposta di inviare gli ebrei nel Madagascar. Ritenevo che l'isola avrebbe potuto ben funzionare come patria degli ebrei. Ricordo che Herzl (un dirigente sionista) che io ritenevo preferisse la Palestina per il trasferimento degli ebrei, si era detto disposto ad accettare il Madagascar come sede temporanea». Fu solo quando Himmler venne nominato commissario del Reich « per il rafforzamento della nazione germanica» che furono impartite le direttive per la deportazione. Eichmann — Ciò provocò un completo caos nel campo dei trasporti perché ogni Gauleiter agiva indipendentemente dagli ordini superiori. I funzionari locali lavoravano senza coordinamento ed erano i polacchi e gli ebrei quelli che ne facevano le spese. I primi carichi di deportati rimanevano fermi per l'intera giornata nelle stazioni, senza che vi fossero rifornimenti od altra assistenza. Ciò convinse Heydrich a progettare una preparazione regolare dei trasporti in coordinamento con l'amministrazione delle ferrovie tedesche. Fu così che nacque il mio ufficio, il quale si occupava degli ebrei solamente per quanto riguardava l'emigrazione, di cui io posso be ì a ragione definirmi un esperto. Successivamente gli ebrei furono evacuati e il mio ufficio si occupò del trasporto nei territori annessi. Desidero porre in risalto che quando fu costruita la bomba atomica furono centinaia di sezioni speciali che si occuparono del progetto negli Stati Uniti, separatamente l'una dall'altra. Cosi accadeva nel mio ufficio. Io mi occupavo esclusivamente della emigrazione a della evacuazione degli ebrei, in particolare delle questioni tecniche relative ai preparativi ed agli orari dei trasporti. Fu solo nel 1941 che l'emigrazione e l'evacuazione furono fuse nelle competenze del mio ufficio e vennero inclusi anche gli affari generali israeliani. L'autorità di prendere decisioni spettava ad Heinrich Miiller, nella sua qualità di capo della Gestapo. (Miiller è scomparso alla fine della guerra e probabilmente è ancora vivo e ben nascosto). Io non potevo prendere alcuna decisione senza l'approvazione di Miiller e dei rapi della polizia Himmler e Heydrich. Miiller era informato di tutti gli avvenimenti che accadevano nel Reich e nel territorio da esso controllato; era in grado di seguire da vicino tutto quello che i suoi subordinati facevano. Io dovevo soltanto eseguire gli ordini ». A questo punto, sono le 13,40, il presidente Landau rinvia la udienza a domattina. Eichmann ha deposto per due ore e mezzo di seguito. Per tutto il periodo del suo interrogatorio, sia da parte dell'avvocato difensore che del procuratore generale il tribunale terrà udienza solo al mattino. a. p. Eichmann ieri durante il eontrointerrogatorio (Telef.) nili illuminimi minili miiiiimimiiimiimmiimmimiiiimimmimimimmi