Domani Scelba si reca in Alto Adige Sentinelle controllano gli impianti della zona di Enzo Pizzi

Domani Scelba si reca in Alto Adige Sentinelle controllano gli impianti della zona fi viee-eapo della polizia Agnesina dirige l'inchiesta a Bolzano Domani Scelba si reca in Alto Adige Sentinelle controllano gli impianti della zona A Ponte Gardena gli alpini mettono in fuga quattro terroristi che vogliono far saltare una diga - Un'ordinanza proibisce a chiunque di avvicinarsi, dalle 21 alle 5, a costruzioni d'importanza militare o industriale - Arrestato il vice comandante generale degli «Schùtzen» che aveva armi in casa - Due fermi per uno degli attentati - Manifestini ai sindaci avevano annunciato la «lotta di liberazione» dei dinamitardi (Dal nostro corrispondente) Bolzano, 16 giugno. Il ministro degli Interni on. Scclba è atteso qui per domenica. Oggi è stato preceduto dal vice-capo della polizia Agnesina, che questa mattina subito dopo il suo arrivo ha convocato i funzionari della questura di Bolzano e gli ufficiali della legione carabinieri impartendo direttive per lo svolgimento delle indagini. Agnesina, nel corso d'una breve conversazione con i giornalisti, ha messo in rilievo che i contingenti di polizia e le forze armate dislocate in Alto Adige sono in grado di assicurare un'efficace vigilanza sui maggiori possibili obbiettivi dei sabotatori. Le operazioni in corso — ha detto il vice-capo della polizia — hanno un carattere sia preventivo che repressivo. La prcannunciata visita del Von. Sceiba e la presenza dell'ispettore generale Agnesina daranno alle operazioni nell'Alto Adige un segno palese dell'attiva presenza dello Stato in questa terra di confine, che nel breve giro di una settimana è stata profondamente turbata da un terrorismo seti za precedenti. Tale presenza del resto si è già concretata non soltanto con le preannunciate misure intese a favorire il potenziamento delle attività produttive e culturali della provincia, ma anche attraverso i primi tempestivi e drastici provvedimenti presi allo scovo di garantire l'ordine ' l'incolumità pubblica. Dopo l'ordinanza che dispone la consegna di tutte le armi e le munizioni, il commissario del governo della regione, Bianchi di Lavagna, ha emesso oggi una 7titova importante ordinanza con effetto immediato che proibisce a chiunque, dalle ore SI alle ore 5, di avvicinanti e sostare entro un raggio di duecento metri a numerosi impianti d'importanza militare o industriale, in considerazione della situazione di grave necessità creatasi in provincia di Bolzano, che impone l'adozione urgente di provvedimenti speciali per garantire la tutela della sicurezza pubblica. In tali ore gli estranei non potranno avvicinarsi ad acquedotti e gasometri, bacini idroelettrici, dighe o impianti di sbarramento, ponti, canali, condotte forzate, elettrodotti, ccn- trali idroelettriche, cabine di trasformazione, centrali e stazioni di amplificazione telefonica, impianti radiofonici e televisivi, impianti telegrafici, impianti depositi gallerie viadotti ferroviari, funivie e funicolari, depositi di carburante, stabilimenti industriali c magazzini per la conservazione di derrate alimentari. iNel testo dell'ordinanza è stato esplicitamente chiarito che i contravventori saranno passibili delle sanzioni penali previste dalle norme vigenti e che essi inoltre si esporranno alle gravissime conseguenze che potranno derivare dall'inosservanza dei divieti disposti per effetto della reazione delle sentinelle armate che presidiano le zone. L'opportunità di queste misure è stata dimostrata da un grave tentativo di sabotaggio compiuto da quattro terroristi ai danni della condotta forzata della centrale idroelettrica della Montecatini di Ponte Gardena, a circa venti chilometri da Bolzano. Due alpini della 9» compagnia del battaglione « Bolzano » che sorvegliavano gli impianti in una zona boscosa sul costone d'una montagna, scorgevano questa notte verso l'una a un centinaio di metri di distanza quattro individui che alla tenue luce di due torce elettriche stavano armeggiando alla base della condotta. L'alpino Colombi, un solido bergamasco, dopo essersi avvicinato ha intimato l'alt e non avendo ottenuto alcuna risposta ha scaricato, col suo compagno una raffica col < Garant » contro i sabotatori. E' immediatamente scattato il meccanismo di allarme e sono accorsi altri militari addetti alla sorveglianza della centrale che hanno iniziato immediate battute nelle boscaglie circostanti, ma i criminali sono riusciti a dileguarsi col favore delle tenebre. L'ino. Giuseppe Trotter della Montecatini ha dichiarato oggi che nel punto della condotta forzata, dove stava per essere posto l'esplosivo, l'acqua ha una pressione di 25 atmosfere: un'esplosione avrebbe determinato una fuoruscita di Sii litri d'acqua al secondo, che non solo avrebbe bloccato la centrale ma l'avrebbe sommersa mettendo in pericolo la vita di trenta persone, i dieci operai della centrale e i venti alpini del battaglione «Bolzano* addetti alla sorveglianza. . Lo sventato attacco di Ponte Gardena ha dato la misura dell'opportunità del vasto dispiegamento di forze disposto in provincia di Bolzano. I rinforzi di polizia hanno consentito di svolgere varie perquisizioni che hanno dato frutti positivi. A Funes sotto le griglie della presa d'acqua della centrale della Montecatini sono stati ritrovati due chilogrammi di esplosivi preparati per far saltare l'impianto. A Valti?ia, in Val Passiria, i carabinieri hanno scoperto un piccolo arsenale di armi nella casa dell'ex vice-comandante generale degli < Schùtzen* sud-tirolesi, Georg Klotz, di 42 anni, il quale teneva celati due fucili da. guerra Mauser, 300 cartucce e 20 detonatori, un chilo di polvere esplosiva, quattro canno di fucile e due calci, ed altro materiale. Il Klotz, che è stato tradotto in giornata nelle carceri di Merano, ha negato ostinatamente ogni responsabili'A affermando che le armi sarebbero state nascoste a sua insaputa nella sua abitazione da elementi sconosciuti. Due fermi sono stati compiuti per l'esplosione nella centrale elettrica della Ste a Ponticino. Alcuni vandali rimasti sconosciuti, poco prima della mesfzanotte di ieri hanno frantumato buona parte dei vetri della « Casa dell'apprendista *, nel rione periferico di Asiago. Il quotidiano in lingua tedesca stamane, nel dare notizia del vandalismo, l'ha messo in relazione con la diffusione in alcuni rioni della città di alcuni volantini del seguente tenore: € Tedeschi dell'Alto Adige! Non siamo razzisti né neofascisti, siamo gente che vuol vivere in pace. Non siamo d'altronde disposti a tollerare oltre altri atti criminosi compiuti in nome di un nazionalismo che ben conosciamo da parte di questa degenerazione del genere umano. Noi non dobbiamo dimenticare che molti di quelli che ora parlano di libertà e di autonomia spinta nel < Sud Tirolo > hanno indossato in altri tempi la divisa delle SS. Ora, in nome di questo desiderio di pace, noi siamo pronti a stroncare con senso di spietata giustizia ogni atto che lo turbi*. La paternità di questi volantini è molto dubbia. Alcuni la attribuiscono a nazionalisti di lingua italiana, altri ed elementi moderati della Volkspartei. Comunque il contenuto di questi manifestini — che erano ciclostilati — appare pressoché innocuo e si fa un paragone col testo di quelli ciclostilati e preannuncianti l'inizio della lotta di liberazione che sono stati scoperti l'altro giorno. Questi libelli sono stati inviati oggi ai sindaci di Andriano, Nalles, Termeno, Caldaro e Appiano in una busta proveniente da Vaduz, nel territorio del Liechtenstein. Evidentemente le ramificazioni dei commandos di sabotatori hanno radici assai lontane che si estendono, oltre che in Austria, anche in Germania. Il presidente del partito pan-tedesco Franz Seiboth, del resto, ha fatto, ieri a Bonn una proposta quanto meno sconcertante; allo scopo di fermare gli attentati dinamitardi vorrebbe inviare in Alto Adige un commissario e truppe di polizia dell'Onu. Enzo Pizzi