L'autostrada Torino-Ivrea-Aosta incontra ostacoli per arrivare ai trafori

L'autostrada Torino-Ivrea-Aosta incontra ostacoli per arrivare ai trafori Per ora è ferma a Quincinetto quasi al confine della valle L'autostrada Torino-Ivrea-Aosta incontra ostacoli per arrivare ai trafori II progetto è già pronto, non è ancora pervenuto il finanziamento dello Stato - L'amministrazione regionale è contraria al prolungamento - Vuole la sistemazione della statale, una grande arteria aperta a tutti (Dal nostro inviato speciale) Aosta, 12 giugno. L'autostrada Torino-IvreaValle d'Aosta si è fermata a Quincinetto, al confine della Valle. La società concessionaria Ativa ha già pronto il progetto, redatto dall'ing. Tarizzo, per continuarla fino a Verrès, ma per cominciare i lavori si aspetta il finanziamento statale. Il prof. Grosso desidera condurla sino all'imbocco dei trafori del monte Bianco e del Gran San Bernardo. Questa è infatti la logica finalità della grande arteria autostradale, l'una essendo il naturale complemento degli altri. Lo stesso sottosegretario ai Lavori Pubblici, on. Spasari, inaugurando il 17 maggio il tratto Ivrea-Quinclnétto, disse solennemente: c L'autostrada si concluderà in Val d'Aosta ». E aggiunse: «Non vi faccio precise promesse, ma vi assicuro che tutto ciò che ho sentito e che vedrò lo riferirò al mio ministro Zaccagnini, convinto che un'autostrada non può essere interrotta all'inizio del suo percorso > ^Ma notevoli sono le difficoltà che ostacolano il proseguimento di essa nella parte che rappresenta il suo maggiore interesse. Principali, accaniti oppositori sono proprio i valdostani, che sembra invece dovrebbero essere i principali favoriti da un'arteria che 11 allacci ai grandi trafori alpini, e li affranchi dagl'intralci e dalle insidie di quella stretta, tortuosa, demoralizzante statale 26. Costruita dal romani per le bighe dei legionari, da una ventina di secoli essa è rimasta quasi intatta come tracciato e come larghezza. Oggi vi corrono auto e pullman e autotreni. In certi tratti, da Chambave a Nus, il sinuoso budello si restringe fino a cinque metri. Percorrerla è un'avventura che non sempre, purtroppo, si conclude con un lieto fine.' Che cosa accadrà su quella strada con l'apertura dei trafori? Dal Gran San Bernardo è previsto il transito di 290 mila veicoli l'anno: 180 mila percorreranno quello del monte Bianco. Totale 470 mila veicoli. Dai due valichi del Grande e del Piccolo San Bernardo nel '60 sono transitati poco più di 350 mila veicoli. Come smistare i 120 mila passaggi in più? Da tempo il governo regionale aveva messo allo studio il problema affidato a un comitato di esperti di cui facevano parte;".'gli 'assessóri "Colómbo, Mariganoni e Savio?., rispettivamente alla Finanze, ai Lavori Pubblici e al Turismo. Presentando la relazione stesa dall'architetto Nosengo, dall'ingegner Luboz e dal geom. Chamonin, il presidente della giunta regionale avv. Oreste Marcoz, ha dichiarato: < Nell'imminenza dell'apertura del trafori, imponenti opere debbono essere affrontate, specialmente quelle destinate a risolvere 1 problemi della viabilità, resi attuali dalle crescenti esigenze della circolazione e del traffico. Se queste opere non saranno affrontate con la dovuta urgenza e tempestività, secondo un piano organico, si andrà incontro a una situazione critica la quale potrà annullare gli effetti benefici e positivi dell'apertura dei trafori nei riflessi dell'economia regionale >. L'amministrazione regionale ha inoltrato al governo centrale un piano di lavori, distinguendoli in due gruppi: quelli che dovranno essere eseguiti a spese dello Stato, e quelli, di pertinenza regionale, nei quali l'intervento statale è limitato a un terzo della spesa. Il preventivo di questo secondo gruppo di opere (che comprende 11 riordinamento delle strade regionali nelle valli di Gressoney, Ayas, Valtournanche e Cogne; la strada del colle di Nìvolet per l'allacciamento diretto con la provincia di Torino, e conseguente alleggerimento della statale 26; la sistemazione delle strade di acces: o ad Aosta per adeguare la città al nuovo traffico) ascendono a oltre 14 miliardi. Tra i lavori a totale carico dello Stato c'è la sistemazione delle statali 26 Pont San Martin-Entrèves, e 27 AostaGran San Bernardo. « Queste strade — dice la relazione — non sono più in grado di assolvere alla loro funzione, e la necessità d'un loro rifacimento è ormai riconosciuta da tutti. Il desiderio più volte espresso e che qui si riafferma è che esse vengano trasformate in strade di grande traffico con doppia carreggiata e aiuola divisoria centrale, e che deb bano esser sistemate tutte le circonvallazioni, i nodi attrezzati e tutte le opere d'arte occorrenti, per assicurarne il mi glior funzionamento ». Questo è 11 punto di vista dell'amministrazione regionale sulla grande arteria che deve convogliare lungo la valle il traffico connesso al trafori Non un'autostrada chiusa, con caselli d'entrata e d'uscita, e relativo pedaggio. Ma un'arte ria aperta, senza caselli, sen za intralci, e senza pedaggio, in modo che 1 turisti possano fermarsi quando e dove vogliono. « La si faccia larga quanto si vuole », dicono gli assessori Savioz e Manganoni, rispettivamente al Turismo e al Lavori Pubblici, « anche a quattro corsie, ma sia aperta a tutti Si allarghi quella esistente, si rettifichino le curve. Oppure se ne costruisca un'altra, in modo da averne due, ciascuna a senso unico Si tenga però conto anche della necessità di non alterare con un'arteria troppo larga il pae- saggio, elemento fondamentale della nostra valle ». Già nel '64 e nel '59. il consiglio regionale si era espresso in senso negativo sul prolungamento dell'autostrada. Probabilmente lo farà ancora una volta, nelle prossime settimane, quando, sollecitato dall'Ativa, dovrà esprimere il suo parere. L'allargamento e la rettifica della 26 e della 27 sono già state approvate dal ministero dei Lavori Pubblici, che ha stanziato dieci miliardi. L'Arias ha già compiuto 1 necessari rilievi; l'inizio del lavori non dovrebbe esser lontano. Pare che la larghezza delle due arterie verrà portata & dodici metri, con caratteristiche d'una superstrada, e cioè a tre corsie, le esterne di marcia e la centrale per il sorpasso. «E basterebbe appena al traffico locale » dicono i due citati assessori, c Intanto si faccia questa. Per l'autostrada vera e propria se ne riparlerà. Ma, beninteso, purché sia senza pedaggio ». Giuseppe Faraci h? "V.