Più di metà delle famiglie italiane sono proprietarie del loro appartamento

Più di metà delle famiglie italiane sono proprietarie del loro appartamento Più di metà delle famiglie italiane sono proprietarie del loro appartamento Nel 1951 erano il 40 per cento - Al principio del 1960 la proporzione era già del 47,3 - Il prossimo censimento si occuperà a fonda della situazione dei servizi - Una lacuna nell'indagine: non chiederà l'età della casa (Nostro servizio particolare) Roma, 12 giugno. Più della metà delle famiglie italiane sono proprietarie della casa in cui abitano. Questo importante dato di natura economica e sociale è, per ora, ufficioso. In qualificati ambienti governativi si dà tuttavia per certo che esso sarà confermato pienamente dai risultati della rilevazione delle abitazioni che verrà effettuata dall'Istituto centrale di statistica nel prossimo mese di ottobre, contemporaneamente al censimento generale della popolazione. Già il censimento del 1951 accertò che per il 40 per cento dello abitazioni il titolo di go dimento degli occupanti era la proprietà; negli altri casi, per il 48,7 per cento era l'affitto e il subaffitto e jper l'Ufi per cento altri titoli, come, ad esempio, usufrutto, uso gratuito, servizio. Questa rilevazione venne fatta agli inizi degli «anni cinquanta». Nel decennio da allora trascorso l'espansione economica è stata superiore ad ojwr~pr<?ee8<37rf97'siccfeé~^si- è avuta -una larga diffusione nella proprietà degli alloggi. Agli inizi del 1960 (per l'esattezza il 20 gennaio) l'Istituto centrale di statistica effettuò una indagine per campione sulle abitazioni. / risultati di essa conf Bramarono che il numero dello famiglie proprietarie della cosà in cui abitavano era salitò notevolmente, tanto, da raggiungere il 47fi per cento. In un anno e mezzo la percentuale è ancora sa..ta ed avrebbe oltrepassato, come s'è accennato, il SO per cenlo. I quesiti che riguardano l'abitazione sono contenuti in una apposita sezione del foglio di famiglia destinato alla raccolta dei dati demografici del prossimo censimento. I dati che saranno raccolti consentiranno di fare il punto sulla situazione qualitativa e quantitativa degli alloggi e sulla evoluzione delle -condizioni di abitazione delle famiglie italiane nell'ultimo decennio, fornendo, quindi, al governo e al Parlamento utili indicazioni per una politica della casa. ! La pjrpsMfna ^rilevazione con* Sentiri: anche ;dfe»ccarSar* quante delle 858 mila abitazioni « improprie » esistenti nel 1951 e cioè ricavate in grotte, ba¬ racche, cantine e magazzini, sono scomparse. Questo tipo di abitazioni malsane erano accentrate purtroppo alla periferia delle grandi città e specialmente a Roma. In seguito ai risultati della rilevazione del '51, si varò la legge 9 agosto 1984, numero Ghò, intesa, per l'appunto, ad eliminare le abitazioni malsane. Oli stanziamenti di tale legge hanno raggiunto il cospicuo importo di 165 miliardi di lire. . Una novità della rilevazione delle abitazioni che avverrà in ottobre è che i servisi installati verranno censiti con ampiezza maggiore. Si- vogliono cioè accertare i progressi realizzati, in un decennio, in questo campo. Perciò si accerterà la disponibilità di acqua potabile, l'esistenza di latrine, bagno o doccia, di impianti elettrici, di gas e di riscaldamento. L'accertamento del numero e della distribuzione ■territoriale delle abitazioni ancora prive di ano dei principali servizi (acqua, bagno, ecc.) consentirà di una indagine per campione che risale al 1959. Altro dato che si attende con interesse è, per quanto riguarda le grandi città, il numero dei vani adibiti promiscuamente ad abitazione e ad altro uso. Questo dato consentirà di vedere l'ampiezza del fenomeno della erosione dei vani di abitazione provocato nelle maggiori città dalla utilizzazione di edifici residenziali per uffici, studi professionali e altri usi diversi dai l'abitazione. Quello che la rilevazione di ottobre invece non ci dirà è € l'età del.patrimonio immobiliare ».* in/atti non è prevista nella rilevazione l'accertamento dell'epoca di costruzione dei fabbricati residenziali. Questa — secondo gli esperti — e una lacuna che impedisce, tra l'altro, di stabilire quale sviluppo dovrebbe assumere la cosiddetta € politica edilizia di rinnovamento ». v. 3. «MC.I.ICi. FC.I.I> TOciuUinulem1.1.Lziodevomala daIsuluptinMememestadioaggiornare % dati raccolti oon4i- bereTStla mimNti sesitfluninopanompoMscticstti glmpo-

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