Minatore sessantenne si sfracella sui fianchi della Sacra di S. Michele

Minatore sessantenne si sfracella sui fianchi della Sacra di S. Michele Minatore sessantenne si sfracella sui fianchi della Sacra di S. Michele Pauroso volo di 150 metri - Stava perforando la roccia con un compagno di 52 anni - Forse una parte della parete ha ceduto trascinandolo nel vuoto - Una sua figlia sta per diventare madre (Nostro servizio particolare) S. Ambrogio, 9 giugno. Alle dieci di stamane, un minatore di 61 anno, Antonio Volpato, è morto precipitando in un abisso di 150 metri, sul fianco scosceso della montagna su cui sorge la Sacra di S. Michele. La disgrazia è avvenuta mentre l'operaio, che lavorava alle dipendenze della cava dì pietra Rotunno, perforava la roccia a duecento metri d'altezza, poco oltre il paese di S. Ambrogio. Il Volpato — che abitava con la moglie Giustina Maildalon a Sant'Antonino di Susa, in vicolo S. Martino 11 — insieme con un altro compagno di lavoro di non più giovane età, Silvio Biscaro, di 52 anni, aveva avuto l'incarico di preparare sulla parete di roccia dei fornelli per le mine. Con i martelli pneumatici i due minatori avrebbero dovuto fare dei buchi sulla ripida parete e riempirli di esplosivo. Più tardi le cariche sarebbero state fatte saltare e i blocchi di pietra, precipitati a valle, avrebbero fornito nuovo materiale alla cava. Verso le 9,30 i due operai raggiunsero la posizione prescelta e cominciarono a perforare la roccia. In quel tratto, la parete forma un ampio gradino, una specie di terrazzo che si protende verso le case di Sant'Ambrogio e il fondo valle. L'aspetto della montagna, che sale verticalmente per cinquecento metri, è impres¬ sionante ma il terrazzo roccioso sul quale lavoravano i due minatori non presentava eccessivo pericolo. Per questa ragione il Volpato e il Biscaro non ritennero necessario legarsi alla parete con le corde di sicurezza: si separarono, si sistemarono agli estremi della sporgenza e iniziarono a perforare la roccia. Non è stato possibile ricostruire con esattezza i particolari della sciagura, poiché il compagno del Volpato non ha fatto in tempo a scorgere quanto stava accadendo. E' probabile che sotto l'azione dei martelli pneumatici una parte della cornice di roccia abbia ceduto e i pesanti blocchi di pietra siano caduti, trascinando nel vuoto il minatore. L'operaio che lavorava con il Volpato ad un tratto ha udito un urlo disperato, seguito dopo un istante dal rumore assordante della roccia che crollava. Il minatore si è voltato e tra la polvere ha fatto appena In tempo a scorgere il compagno che precipitava nel burrone. La scena è durata qualche secondo. II minatore si è sfracellato su uno stretto cornicione, 150 metri più in basso. Alla base della parete, altri operai avevano visto cadere i massi. Cessato il fragore provocato - dalla caduta dei blocchi, i minatori udirono le invocazioni d'aiuto del superstite che, paralizzato dal terrore, era incapace di scendere da solo. Una squadra di operai saliva sulla parete per rendersi conto di quanto era avvenuto e il compagno del Volpato li metteva al corrente della disgrazia. La salma del minatore sì trovava in un punto assai difficile da raggiungere e poteva essere ricuperata solo verso mezzogiorno, dopo due ore di durissimo lavoro. Nel frattempo erano stati avvisati i carabinieri di Avigliana e i familiari della vittima. La moglie del Volpato non era in casa. La donna si era recata a Torino per assistere la figlia che proprio oggi dovrebbe dare alla luce un bimbo ed è ricoverata all'ospedale Maria Vittoria. Altri due figli del minatore — Giuseppe, di 32 anni ed Angelo, di 27 — lavorano a Torino. Il Volpato ha perso la vita in uno dei burroni che hanno suggerito alla fantasia popolare la leggenda più famosa della vai di Susa. Si racconta che attorno all'anno mille una bella contadina del posto, di nome Alda, per sfuggire ad un gruppo d1 soldati che volevano aggredirla, si gettò nel vuoto, dall'alto del monte. Mentre la ragazza precipitava nel burrone, accadde il miracolo; forze misteriose la sostennero e la deposero incolume su un prato. La bella Alda, però, mori poco tempo dopo nello stesso dirupo. Per vantarsi di fronte alle amiche, volle gettarsi di nuovo nell'abisso: il prodigio non. si rinnovò e la ragazza peri tra le rocce. r. s.

Persone citate: Antonio Volpato, Biscaro, Rotunno, Silvio Biscaro

Luoghi citati: Avigliana, S. Ambrogio, Sant'antonino Di Susa, Susa, Torino