Bonn teme che entro l'anno sia riconosciuta la Germania Est di Massimo Conti

Bonn teme che entro l'anno sia riconosciuta la Germania Est Bonn teme che entro l'anno sia riconosciuta la Germania Est Per Berlino Kruscev pretenderebbe un nuovo statuto - Il governo, tedesco intensifica le visite e gli incontri nell'ex capitale, per sottolineare i vincoli che legano la città all'Occidente - Respinte le proteste russe (Dal nostro corrispondente) Bonn, 9 giugno. Kruscev vuole che entro la fine dell'anno gli alleati riconoscano di fatto la Germania comunista, cercando con i sovietici una nuova «formulai per Berlino. Lo ha detto con tutta chiarezza lo stesso capo russo a Kennedy, durante gli incontri di Vienna, esortandolo a ponderare bene le conseguenze d'un rifiuto. Da parte sua, Kennedy avrebbe promesso di riflettere e nelle prossime settimane gli alleati dovranno comunicare a Mosca una risposta «di massima>. Così, secondo le notizie raccolte a Bonn, si può delineare la situazione all'indomani dei colloqui di Vienna. E' stato inutile trovare oggi una conferma ufficiale a tali informazioni, trapelate da fonti diverse; ma tutto lascia supporre che il quadro così tratteggiato corrisponda sostanzialmente alla realtà. La prova più immediata viene offerta dal ner- vosismo crescente osservato negli ambienti tedeschi, nonostante le tranquillizzanti affermazioni del Cancelliere Adenauer sulla sua fiducia negli alleati. Interprete di questo stato d'animo è stato il ministro per la Riunificazione, Ernst Lemmer. Parlando con l'inviato di Monde Diplomatique, Lemmer ha detto: «Accettare semplicemente una discussione su Berlino come problema a parte, rappresenterebbe già un passo pericoloso sulla strada della capitolazione dinanzi alla diplomazia sovietica >. Secondo il ministro quindi, negoziare equivale a capitolare. Perché, ha spiegato lo stesso Lemmer, ì comunisti non si contenterebbero. Prima o poi pretenderebbero altre concessioni dagli alleati, calpestando, come vorrebbero fare ora, gli antichi accordi. E se le libertà di Berlino venissero minacciate e gli alleati fossero stati estromessi in precedenza dalla città, che cosa ci resterebbe da fare? L'unica soluzione, certo non raccomandabile, sarebbe un intervento degli occidentali nella ex-capitale, che comporterebbe automaticamente una «violazione > de', territorio comunista, con gravi rischi per tutti. Da queste argomentazioni del ministro Lemmer si può intuire quali siano in questo momento i pensieri dei circoli responsabili tedeschi. Ma non si tratta soltanto di vaghe considerazioni, destinate a restar tali : che Bonn, da quel che si può capire, sta. già muovendo le acque per evitare quel che paventa da anni: la sanzione della spartizione tedesca. E' un fatto singolare che proprio di questi tempi vadano intensificandosi i viaggi e gli incontri di personalità tedesche nella ex-capitale. Dopo la visita a Berlino Ovest del presidente della Repubblica, Liibke, che ha promesso alla partenza di «tornarvi 3pesso », viene annunciata per il 16 giugno, sempre nella excapitale, una seduta del Senato di Bonn. Nella seconda metà di luglio si recherà a Berlino anche Adenauer. Il Cancelliere, a sentir gli avversari, non ama Berlino e pertanto ci va il meno possibile; ma stavolta deve andarci — è stato detto — per visitare la tomba dello scomparso ministro Jakob Kaiser. Tutto sommato, sì ha l'impressione che Adenauer ci tenga a sottolineare in questo momento i vincoli che legano Berlino alla Repubblica federale, quasi temesse che non se ne tenga conto abbastanza. Per i sovietici, questi indiretti moniti del Cancelliere equivalgono a genuina provo (■azioni, come è detto nella loro nota di protesta consegnata agli alleati. Ed è evidente che Kruscev teme possano avere il sopravvento, in campo occidentale, i consigli del vecchio statista tedesco, fiero oppositore del riconoscimento — anche di fatto — della Repubblica comunista. I commenti di Bonn alla protesta russa sono stati violenti. Dal presidente Liibke — il quale ha affermato che Ulbricht e compagni dovrebbero andarsene da Berlino Est — al capo dell'Ufficio stampa del governo, von Eckardt, tutti hanno ribadito oggi i diritti della Germania libera sulla ex-capitale. I viaggi di personalità tedesche a Berlino Ovest, si è ripetuto, non contrastano con gli accordi delle quattro grandi potenze. Non c'è dubbio, ma la questione è un'altra: Kruscev ed i comunisti tedeschi non vogliono più saperne dello statuto di occupazione quadripartito, che appare loro un anacronismo, una incongruenza con la situazione reale del paese, diviso in due parti, con capitali Bonn e Berlino. Lo ha dichiarato, sempre al Monde Diplomatique, il vice-ministro degli Esteri di Pankow, Johannes Kònig. Trattiamo per uh nuovo statuto di Berlino, ha detto Kònig; noi siamo pronti a dare tutte le garanzie. Anche Kruscev, secondo notizie pervenute qui, sarebbe disposto a < tollerare » la presenza di un contingente simbolico delle forze alleate stazionate a Berlino. Massimo Conti