L'ex-impresario accusato per la morte dell'infermiera

L'ex-impresario accusato per la morte dell'infermiera L'ex-impresario accusato per la morte dell'infermiera Chiesto il rinvio a giudizio per omicidio aggravato La donna morì per un colpo di pistola alla testa (Dal nostro corrispondente) Alessandria, 7 giugno. C/. m.) Maurizio Romano di 37 anni, l'ex impresario di pompe funebri alessandrino, sarebbe responsabile della morte della propria amante, l'infermiera Attilia Campagnola di 32 anni, rinvenuta uccisa da un colpo di pistola alla tempia, nell'auto dell'amico, nelle prime ore del 28 agosto 1959. Il Procuratore della Repubblica di Alessandria, avv. Rodolfo Prosio, ha stamane depositato la requisitoria con la quale chiede al giudice istruttore il rinvio a giudizio del Romano per omicidio aggravato in persona dell'infermiera. Nella requisitoria il magistrato chiede pure l'incriminazione dell'impresario per violazione degli obblighi familiari (aveva abbandonato la moglie Renata Baruscotti e la figlia minorenne, costringendole a vivere nella bandita dH Cassinelle) ; per atti immorali continuati e per detenzione senza licenza di arma non denunciata. All'1,30 del 28 agosto '59 il Romano giungeva trafelato alla questura di Alessandria per informare che una donna poco prima si era tolta la vita nella sua autovettura. Agenti della squadra mobile si portavano nella località indicata dal Romano — una zona solitaria alla periferia della città, nei pressi del ponte in ferro sul fiume Bormida — e nell'auto dell'impresario, una 1100, rinvenivano il cadavere di Attilia Campagnola, un'infermiera del nostro ospedale civile, sposata e madre di una bimba. Interrogato, il Romano ammetteva che tra lui e l'infermiera vi era stata una lun ga relazione amorosa e che quella notte, come già altre volte, si erano appartati nell'isolata località. Precisava ancora che ad un dato momento egli era sceso di macchina e quando dopo pochi attimi era risalito aveva trovato l'amica già cadavere. Durante la sua brevissima assenza, la donna avrebbe preso la pistola che egli custodiva nel cruscotto e dopo averla caricata si sareb be sparata un colpo alla tem pia sinistra (l'infermiera era mancina); il proiettile, fuoruscito dall'osso temporale destro, si era conficcato nella imbottitura della macchina. La morte della Campagnola era stata istantanea. Le indagini dell'autorità giudiziaria portavano in un primo tempo a pensare al suici dio ed il Romano non veniva incriminato. Qualche mese dopo egli veniva processato e condannato — l'il dicembre del '59 — per alienazione di beni immobili che gli erano stati pignorati. Il 6 settembre scorso, infine, il Romano veniva arrestato a Cremona dove egli si era trasferito lavorando quale rappresentante di commercio. L'arresto era mo tivato da una nuova denuncia per sottrazione di beni pignorati (la macchina sulla quale era accaduto il fatto di san gue e che l'impresario aveva venduto). Quando il difensore chiedeva la libertà prowi soria per l'ex impresario, il giudice istruttore, su richiesta del Procuratore della Repub- - blica, spiccava mandato di cat tura per omicidio, Oggi si è giunti alle conclu iiiiiiif iiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiif iiiiiiiiiiiiiiiiiimim spbvqdta sioni del Procuratore della Repubblica il quale, come abbiamo detto, ha chiesto il rinvio a giudizio del Romano quale responsabile della morte della sua amica. Secondo quanto raccolto dagli inquirenti, l'Attilla Campagnola, assillata dalla gelosia per l'amante, avrebbe più volte minacciato di troncare la relazione e il Romano, temendo appunto questa separazione, avrebbe deciso di sopprimere la donna sparandole un colpo a bruciapelo durante un convegno. 111 ■ 11 ; 11111 > i ] 11111111111111111111111111111 ! 11 j 11 [ 11111 m

Persone citate: Attilia Campagnola, Maurizio Romano, Renata Baruscotti, Rodolfo Prosio

Luoghi citati: Alessandria, Cassinelle, Cremona