Cronaca televisiva

Cronaca televisivaCronaca televisiva «La pazza di Gliaillot » di Girautloux: complessa opera di fantasia e poesia, spettacolo d'alto livello - Giudizio entusiastico sulle donne quarantenni - Questa sera tombola in famiglia Un grosso impegno — bisogna dirlo subito — s'è assunta la tv nel portare sul video « La pazza di Chaillot» di Jean Giraudoux: un grosso impegno cui è corrisposto senz'altro un notevole sforzo per offrire uno spettacolo degno del singolarissimo testo. Tutti sappiamo chi è Jean Gir-audoux: uno dei più illustri e nobili uomini di lettere e di teatro che abbia avuto la Francia nel periodo intercorso fra le due guerre mondiali. I suoi drammi, le sue commedie (citiamo «Sigfrido», «Ondina », « Anfitrione 38 », « Intermezzo », « La guerra di Troia i on si farà»), sono pervase da un'intelligenza lucidissima, da una fantasia alata, da un'ironia tagliente: e in esse è continua la presenza di un'alta poesia che si esprime attraverso un dialogo rimasto giustamente famoso per eleganti paradossi e scintillanti preziosismi. Certo, non è un teatro facile da rappresentare e da rendere nella sua autentica sostanza e nelle sottili sfumature: e conseguentemente non è un teatro di facile ascolto. Perché gli attori possano farlo vivere e gli spettatori capirlo occorre che gli uni e gli altri si immedesimino nello speciale mondo incantato di Gìraudoux che è ad un tempo lontano dal la realtà degli uomini e vicino, con l'acutezza e la sensibilità di un poeta, ai loro dolori e alle loro speranze. Coraggiosamente la tv ha affrontato « La pazza di Chaillot»: coraggiosamente, dicia mo, in quanto si tratta a nostro avviso di una commedia ardua e complessa, estrosa e bizzarra, dove Giraudoux spinge sino alle più fantasmagoriche e talora sconcertanti conseguenze il suo gioco burlesco e raffinato sotto cui si indovinano intensioni di satira amara e aneliti ad un'umanità migliore. Gli eccessi verbali, ti, ici del resto di Giraudoux, non mancano e spesso disorientano: nuoce indubbi* mente ai testo la sua lunghez-la inusitata che richiede al pubblico una provia d'attenzio- ne non indifferente: tuttavia.questo ritratto d'una Parigi favolosa, questa pittura comi-co-drammatica di aridi specu- latori e di «puri» pezzenti o svitati, soprattutto la figura della pazza con :a sua saggia follia che alla (ine trionfa, hanno un fascino e una poten- za che non si dimenticano tanto presto. Sandro Bolchi, un regista che si dedica al lavoro televisivo con profonda passione, ha risolto egregiamente, ci sembra, i due problemi principali dell'allestimento: creare l'atmosfera lirica e allucinata voluta dal copione e manovrare a dovere, tenendoli su uno stesso piano di recitazione lieve, balzante, aggressiva ma non enfatica, i trenta e più personaggi, tutti importanti. E tutti, perciò, meriterebbero d'essere nominati. Gi limiteremo a ricordare una grande Sarah Ferrati che in parti come queste è insuperabile: e poi Tino Carraro che era il cenc.r.iolo e le tre pazze — Laura Carli, Cesarina Gheraldi, Lina Volonghi — e Raoul Grassilli, Mario Valdemarin, Giulia Lazzarini. Ciascuno, comunque, ha portato valido contributo ad uno spettacolo veramente d'alto livello. In « Personalità » di ieri una cosa buona: l'inchiesta sulle signore quarantenni. Lo scrittore Cesare Zavattini ha dichiarato che le donne di quarant'anni sono le migliori sotto ogni punto di vista. Oggi alle 16,15 Giro d'Italia. Alle 18,50 « Uomini e libri ». In serata «L'amico del giaguaro». u. bz.

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