Il primario dell'ospedale di Cuneo s'uccide nell'auto che si schianta contro un camion
Il primario dell'ospedale di Cuneo s'uccide nell'auto che si schianta contro un camion La sciagura nella notte sul rettilineo tra Levaldigi e Centallo Il primario dell'ospedale di Cuneo s'uccide nell'auto che si schianta contro un camion Con il prof. Antoniazzi viaggiava la moglie, che è rimasta ferita - I coniugi tornavano da Torino dove avevano assistito a un concerto - Da una strada secondaria, senza rispettare il segnale di "precedenza", è sbucato un autocarro carico di granoturco - H violento scontro è stato inevitabile - La consorte del sanitario ignora ancora la morte del marito (Dal nostro inviato speciale) Cuneo, 1 giugno. Nella camera ardente allestita in un salone al primo piano dell'ospedale di Cuneo, e composta la salma del suo primario di medicina, generale, professor Egidio Antoniazzi, ucciso nella tremenda sciagura ItlIMllllllItlIIIIIIIIIIHIIIIIIIIIItllllItlllMlllIUlII stradale di stanotte. Due suore la vegliano pregando; parenti, colleghi, amici, vengono a renderle omaggio in una ininterrotta successione; sostano commossi, alcuni non riescono a trattenere le lacrime. • In una camera del reparto traumatologia riposa la mo- IIIIIlllllIIIIIIItllllllIllllllllilllllltlllllllllllllllllB glie, signora Maria, ancora ignara della tragica fine del marito. Al suo capezzale è la diciottenne figlia Donatella che la assiste e la cura, e coraggiosamente risponde con una bugia alle richieste di notizie sul padre. « Papà sta bène, noti preoccuparti di lui, sta bene >. Da stanotte la povera ragazza lotta con l'angoscia nello sfotto di nascondere alla madre la verità che il suo stato non potrebbe sopportare. Il fratello Franco, di undici anni, a sua volta ignaro, è trattenuto a casa di parenti a Cuneo. Ieri sera il prof. Antoniazzi e la signora erano stati a Torino ad ascoltare un concerto. Poco dopo mezzanotte, alla guida della sua Lancia Appio terza serie, egli e la moglie avevano ripreso la strada per Cuneo. La macchina marciava indubbiamente a velocità sostenuta ma non temeraria; il professor Antoniazzi era un guidatore provetto e prudente. Sul cruscotto della vettura aveva collocato le foto dei figlioli racchiuse in un astuccio recante l'ammonimento « Papà non correre >. La sciagura non è avvenuta per eccesso di velocità, ma per l'inosservanza di un'elementare norma del codice stradale da parte d'un autotreno che gli tagliò la strada. Dopo Levaldigi corre fino a Centallo un lungo e ampio rettilineo. Mancavano venti minuti alle due; la strada era deserta, la visibilità perfetta. Pochi chilometri prima di Centallo la statale è attraversata dalla provinciale Fossano-Viltafalletto; un incrocio aperto', nessun ostacolo ne intralcia la visuale in qualsiasi direzione. Una ventina di metri prima dell'incrocio sulla provinciale è collocato il triangolo bianco e rosso che impone la precedenza assoluta ai veicoli che percorrono la statale. Sulla provinciale, proveniente da Possano e diretto a Villafalletto marciava un autotreno carico di granturco, di proprietà dei fratelli Airaudo di Villa/alletto, e guidato dall'autista Giovanni Tallone, di 47 anni; accanto a lui sedeva uno dei fratelli Airaudo. Il triangolo bianco e rosso imponeva al Tallone di non impegnare l'incrocio se la statale non era sgombra. Egli vide giungere a destra la vettura del prof. Antoniazzi, e invece di fermarsi per lasciarle il passo proseguì. € Credevo di farcela, credevo di riuscire a passare » ha detto successivamente ai carabinieri .4. sua volta il prof. Antoniazzi, che conosceva benissimo quell'incrocio e il diritto di precedenza a lui spettante, dovette certamente ritenere che l'autotreno si fermasse, e non rallentò la marcia. Nessun segno di frenata è rimasto sulla strada. L'Aypia urtò con estrema violenza contro la parte posteriore del rimorchio; si rovesciò sul fianco destro, la ruota anteriore sinistra agganciata al rimorchio; la vettura fu trascinata per qualche metro, e rimase in biitco sul ciglio d'un canale che fiancheggia la provinciale. Allo schianto il Tallone si rese conto del guaio che aveva combinato. Scese con l'Airaudo, si avvicinò ai rottami della macchina dalla quale giungevano fievoli lamenti. Con l'aiuto di due automobilisti sopraggiunti fu possibile estrarre faticosamente i corpi martoriati del prof. Antoniazzi e di sua moglie. Egli appariva orarissimo, era privo di conoscenza. Il piantone del volante, spezzatosi, gli si era conficcato nella gola, lacerando la trachea, e provocando una imponente c inarrestabile emorragia. A grande velocità i due feriti furono trasportati all'ospedale di Fossano, ma il prof. Antoniazzi morì durante il percorso. La signora Maria aveva riportato ferite relativamente lievi tenuto conto della grò-•ita dell'urto: contusione toracica e lesioni in varie parti del corpo, giudicate guaribili in una ventina di giorni. Preoccupante invece è stato giudicato lo choc traumatico, tale da consigliare i medici di celarle la tragica realtà. In mattinata la signora è stata trasportata all'ospedale di Cuneo, e cosi la salma di suo marito. Il prof Antoniazzi aveva cinquantotto anni. Era nato a Lecce ma la famiglia era originaria di Conegliano Veneto; prima della gurra era stato per qualche tempo a Pola. Da quattordici anni era nrimario di medicina generale ■itl'ospedale di Cuneo, stimaissxmo dai collcght d'ospedale * anche di altre città per le •tue doti di clinico e di uomo. I funerali saranno fatti .sabato mattina. g. f. ihi dl i L'auto rimorchio del camion . 1 1I prof, Egidio Antoniazzi
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