Di 60 mila ebrei slovacchi solo 284 si salvarono nel '42

Di 60 mila ebrei slovacchi solo 284 si salvarono nel '42 / massacri direni da Eichmann Di 60 mila ebrei slovacchi solo 284 si salvarono nel '42 Un villaggio cèco fu raso al suolo dopo un attentato; tutti i bimbi morirono nelle camere a gas - L'atroce rappresaglia ricorda la strage di Marzabotto (Nostro servizio particolare) Gerusalemme, 24 maggio. Il tragico destino degli orfani di Lidice, il villaggio cecoslovacco raso al suolo dai nazisti nel 1942, è stato direttamente collegato agli ordini di Adolf Eichmann, nelle prove a carico che sono state presentate all'apertura d'ella odierna udienza del processo contro il criminale nazista. Lidice era il villaggio minerario della Cecoslovacchia distrutto per rappresaglia nel giugno '42 dopo l'assassinio a Praga del capo della Gestapo Reinard Heydrich. Il suo destino atroce ricorda quello di Marzabotto, in Italia. II vice procuratore Bach ha presentato stamane alla Corte una lettera diretta ad Eichmann dal tenente colonnello delle SS Hermann Krumey, che informava il suo superiore dell'arrivo nella cittadina polacca di Lodz di 88 bambini di Lidice e gli chiedeva che cosa doveva farne. La lettera diceva che sette ragazzi potevano essere < rigermanizzati » ma occorreva una decisione per gli altri. Morirono tutti nelle camere a gas dei campi di sterminio della Polonia. La loro sorte costituisce uno dei 15 capi d'imputazione di cui Eichmann deve rispondere. La Corte ammette come prova a carico la testimonianza resa dalla quindicenne Maria Hankova, una delle ragazze « rigermanizzate », al tribunale di Norimberga. Ella racconta che i soldati tedeschi fecero irruzione nel suo villaggio prima dell'alba del 9 giugno del 1942, divisero i figli dalle madri e li condussero a Lodz dove furono sottoposti a vessazioni. La ragazza disse inoltre che ai sette ragazzi « rigermanizzati » non venne concesso di porre domande sul destino degli altri 81. «Non li ho mai più rivisti » disse la teste al processo di Norimberga. E veniamo al primo teste della giornata, il dottor Steiner, un avvocato slovacco ora residente ad Israele, che lavorò nel 1940 al centro ebraico della Slovacchia. Il testimone ha dichiarato che durante il periodo in cui egli diresse l'ufficio statistica del centro ebraico vide le liste degli ebrei che venivano deportati dalla Slovacchia. Dopo la guerra fu in grado di controllare le informazioni che aveva ricevuto allora. Teste — Nel 1942 57.830 ebrei vennero deportati dallo Slovacchia fra cui donne e bambini. Solo 281 tornarono indietro. Dopo la guerra vennero rinvenute 150 fosse comuni di ebrei uccisi in Slovacchia dai Commandos della morte che dipendevano da Eichmann. Vice Procuratore Bach — Quanti erano gli ebrei slovacchi prima della guerra? Teste — 89 mila. Di questi 71 mila furono uccisi. Nella udienza pomeridiana viene chiamato a deporre Adolf Rosenberg, un carpentiere slovacco, il quale nell'autunno del 1944 fu risparmiato dai campi di sterminio perché considerato « un ebreo di valore economico >. Anch'egli riferisce sulle persecuzioni degli ebrei slo¬ iiiifiiiiitiatiiitiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiii vacchi, 1 massacri di donne, vecchi e bambini, le deportazioni in massa. Rosenberg sfuggì aile camere a gas, ma perdette entrambi i genitori. Dopo la presentazione di altri documenti sulla Slovacchia l'accusa passa all'Ungheria dove Eichmann diresse la deportazione su vasta scala degli ebrei ungheresi. Il vice procuratore Gavriel Bach dapprima presenta numerosi documenti riguardanti il periodo antecedente alla occupazione dell'Ungheria da parte della Germania. Eichmann in una lettera del 25 settembre del 1942 raccomanda eh non si facciano richieste per < una parziale azione > contro gli ebrei che sono fuggiti in Ungheria. «Dobbiamo aspettare a prendere provvedimenti sin tanto che l'Ungheria non sarà pronta per l'inclusione anche degli ebrei ungheresi nei provvedimenti decisi » scriveva l'imputato al ministero degli Esteri nazista. Ma gli ebrei ungheresi che si trovavano in Germania furono subito inviati ai campi di sterminio d'oriente nonostante gli interventi da parte della missione diplomatica ungherese in Germania. A questo punto il vice procuratore Bach chiama sul banco dei testimoni PinhasFreudiger, ex capo della comunità ortodossa in Ungheria. Il Freudiger, nato a Budapest ed ora cittadino israeliano, assunse la carica nella comunità ortodossa nel 1939 dopo la morte del padre. Egli afferma che in Ungheria nel '40 vi erano 800 mila ebrei fra cui 150 mila ebrei convertiti. Nel 1941 vennero promulgate le leggi antiebraiche sulla falsariga di quelle promulgate dai nazisti a Norimberga. Nel 1941 17.500 ebrei apolidi vennero espulsi dall'Ungheria e mandati in Galizia. Di questi 12 mila furono uccisi. Venne instaurato un servizio del lavoro per gli ebrei. Non era una cosa molto piacevole, ma per lo meno non metteva a repentaglio le loro vite. Nel 1942 i battaglioni del lavoro vennero inviato fuori dall'Ungheria. a. p.