Domani al Nuovo «prima con il teatro wagneriano» di Sigfrido di Bayreuth

Domani al Nuovo «prima con il teatro wagneriano» di Sigfrido di Bayreuth Domani al Nuovo «prima con il teatro wagneriano» di Sigfrido di Bayreuth li teatro di Bayreuth, la cui compagnia eseguirà venerdì sera al Nuovo a chiusura della stagione lirica < Sigfrido » di Wagner, fu fondato nel 1872 con le sovvenzioni di Luigi II. In questa città, divenuta il tempio dell'arte wagneriana, le esecuzioni raggiungono effetti magici come li auspicava il musicista, per il quale l'elemento rappresentativo aveva la massima importanza. E solo a Bayreuth, senza cadere nel ridicolo, le Walchirie giungono realmente sulle nuvole, il drago Fafner fa rabbrividire, il Walhalla crolla con dignità. Convinto d'avere trovato il luogo ideale, Wagner proibì che l'ultima sua opera, il « Parsifal » venisse mai eseguita altrove, volontà che il mondo non si sentì di rispettare. Dopo la sua morte la direzione del festival passò alla moglie Cosima, e nel 1906 al figlio Sigfrid. Scomparso quest'ultimo, fu a sua volta la vedova a succedergli al posto di guida, che per tradizione deve essere sempre occupato da un membro della famiglia. Attualmente il teatro' è diretto dai nipoti del compositore, Wolfgang e Wieland, i quali, sfidando le ire dei conservatori, hanno voluto dare alla messa in scena uno stile nuovo, attutendo le ridondanze dell'Ottocento e facendo posto a concezioni rappresentative moderne. < Sigfrido >, seconda giornata della Tetralogia, si apre sulla fucina di Mime. Il nibelungo tenta di forgiare una spada con la quale Sigfrido, da lui allevato, possa uccidere Fafner e procurargli il tesoro che il drago custodisce. Ma invano: qualunque ferro va in pezzi nelle mani del giovane eroe. Il corno annuncia il leit motiv di Sigfrido che sbriciola l'ultima arma uscita dalle mani di Mime da lui creduto suo padre. Il segreto non può più essere mantenuto e Mime, minacciato, narra a Sigfrido la tragica storia della sua origine. In uno dei più bei punti dell'opera l'eroe, annientato, si chiede come potè nascendo costare la vita alla madre. Agli interrogativi ben più tenebrosi di Mime risponde un viandante, Wotan travestito. Il dio rivela che solo la spada Nothung potrà uccidere il dra¬ go, ma i suoi frammenti, in possesso di Mime, dovranno essere rifusi dallo stesso eroe. Wotan rivela che appena ucciso Fafner, Sigfrido sopprimerà pure Mime. Il nano medita di avvelenare l'eroe a tesoro recuperato. Il primo atto si chiude con il trionfale leit motiv della spada che Sigfrido è riuscito a ricostituire. Nel secondo la musica della foresta è tra le pàgine più" geniali di Wagner e servì da punto di partenza per i compositori impressionisti. Alberico è nelle vicinanze della caverna di Fafner e teme che Mime, suo fratello, possa portargli via il tesoro. Per la seconda volta interviene il viandante che esorta Fafner a fare 11 suo dovere di guardiano. Disteso sotto un tiglio, Sigfrido si sforza di imitare il canto degli uccelli con il corno. Il suono desta Fafner. Colpito al cuore, il drago prima di morire svela i disegni di Mime. Sigfrido uccide Mime mentre gli offre la tazza del veleno, poi parte alla conquista di Brunilde che Wotan, nell'ultimo atto della c Walkiria >, aveva abbandonato su una roccia circondata dal fuoco. E il terzo atto è occupato per'la maggior parte dall'incoritro tra Sigfrido e Brunilde. I motivi d'amore si intrecciano a quelli dell'incantesimo del fuoco. Sigfrido è Set Svanholm, Mime Paul Kuen, Wotan Ludwig Weber, Alberico Gustav Neidingler, Fafner Joseph Grindl, Brunilde Inge Borkh, Erda Maria von Iloswai, L'uccellino Anja Silva. Dirige l'orchestra Robert Heger; la regìa è di Wieland Wagner. | j j

Persone citate: Alberico Gustav Neidingler, Anja Silva, Brunilde Inge Borkh, Erda Maria Von Iloswai, Fafner Joseph Grindl, Parsifal, Paul Kuen, Robert Heger, Wotan Ludwig Weber