Dirigismo o libera iniziativa per lo sviluppo dell'automazione?

Dirigismo o libera iniziativa per lo sviluppo dell'automazione? Alia "Tauèe Ronde,, di Torino Dirigismo o libera iniziativa per lo sviluppo dell'automazione? Sono proseguiti oggi, alla t Table ronde > di Torino, 1 dibattiti sulle conseguenze economiche e sociali dell'automazione, . con interventi del dot tor Paolo Derossi, di Torino, di Finn Tennfjord, del Consi glio d'Europa, di Jacques Tessier, della Confederazione francese dei lavoratori cristiani, e dell'ing. G. F. Micheletti, docente al Politecnico di Torino. Esaurita la discussione sugli aspetti tecnologici dell'automazione, e sulle possibili conseguenze economiche, nel pomeriggio si sono precisati i problemi politici connessi alle nuove forme di produzione di massa, problemi affrontati in maniera differente dal delegati francesi da una parte e da alcuni fra quelli italiani dall'altra. I primi, in particolare J. Tessier e Jean Elgozy, sostengono che l'automazione costituisce un logico sviluppo delle tecniche produttive, e che comporta una .pianificazione dell'economia. Affinché tale pianificazione non violi la libertà degli individui, è necessario offrire a questi il modo di elevare la propria cultura, sia sul piano tecnico che su quello generale. In questo senso l'automazione, che aumenterà il tempo libero dei lavoratori, può costituire un mezzo per migliorare non solo lo loro condizioni economiche, ma anche quelle spirituali, che nella tradizione europea trovano l'ambiente migliore per svilupparsi. II prof. Piero Anfossi, presidente dell'associuzione nazionale delle industrie elettriche e rappresentante della Confindustria, e il dott. Carlo Pesenti, amministratore delegato e direttore generale della Italcementi, hanno espresso opinioni differenti, indicando in ogni forma di pianificazione un pericolo per le capacità di progresso dell'industria privata. Il dott. Pesenti ha portato ad esempio la legge sui nuovi impianti industriali del periodo bellico e le industrie nazionalizzate, opponendo i risultati dell'industria privata, libera da ingerenze statali. Quindi, ha detto il dott. Pesenti, non sono accettabili né la produzione di massa (< antisociale e inumana»), né la ricerca scientifica collettiva e pianificata. Il dott. Romolo Arena, dell'Iri, ha ricordato la possibilità di una «via Intermedia» fra dirigismo e liberismo, che possa conciliare le esigenze del progresso tecnologico con quelle della libera iniziativa.

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