E' morto Cesare Maggi

E' morto Cesare Maggi Lia scomparsa di un popolare pittore E' morto Cesare Maggi Nella sua abitazione in corso Trento 5, giovedì sera, è deceduto il pittore prof. Cesare Maggi. Aveva compiuto 80 anni lo scorso gennaio. Da qualche tempo soffriva di asma e negli ultimi due giorni era peggiorato per un soprauueTiitto blocco bronco-polmonare che aveva reso vane tutte le cure dei medici. Al momento del trapasso gli era accanto la figlia Vanna. I funerali sono stati fissati per oggi alle H,S0 esmLa scomparsa di Cesare Maggi lascia un largo vuoto nella pittura torinese. Non è una frase d'obbligo, bensì il riconoscimento di un fatto. Ottantenne, egli non era un sopravvissuto alla solida fama di un tempo, ma un artista militante che pur avvertendo •— non senza amarezza — il proprio disaccordo con le nuove correnti estetiche che sentiva crescer turbinose intorno a sé fino a sommergerlo, continuava a lavorare e ad esporre imperterrito, fiducioso del favore di numerosi estimatori, dai quali traeva consolazione. Il temperamento, anche se il fisico talvolta soffriva, resisteva Vittoriosamente; e confermava cioè la qualità vera che aveva sempre sostenuto l'attività del Maggi: la vena pitto rica ampia, spontanea, impetuosa, la convinzione incrolla bile nelle possibilità poetiche del < motivo ». Di qui, dai suggerimenti della natura, egli era mosso fin da quando — na to a Roma nel 1881, figlio di un attore illustre, — aveva studiato a Napoli con l'Esposito, a Parigi col Cormons, a Torino col Grosso, esponendo sedicenne la prima volta a Firenze nel 1897. Non aveva mai creduto che si potesse dipinge re qualcosa di diverso delia realtà che, paesaggio o figura, teneva nel campo del suo sguardo. Neppure l'ammirazione profonda per la spiritualità di Segantini agli albori del se colo lo distolse da questa via; ed il Divisionismo fu per lui una tecnica, non un concetto od una religione. Scaltrito in questo mezzo espressivo, partì per la monta gna appena sposato, si annidò a La Thuile, estate e inverno, gdipinse accanitamente pascoli e nevi, nuvole e cieli, i fatti semplici, le figure umili dei montanari. Certi suoi pastori che all'imbrunire adunano il gregge, o che alti su una roccia contemplano le cime sfavillanti, restano nel repertorio pittorico dèi primi decenni del Novecento come creazioni vive, personaggi memorabili. Fu il tempo suo più bello; e nella sua galleria di ritratti, splende quello della Moglie giovane (1909), immagine affettuosa e tenera, piena però di forza pittorica, luminosa nel chiarore del volto e della veste: un ritratto che può onorare qual siasi artista valente. La passione per la montagna gli rimase nel cuore, aiutata dalla nostalgia degli anni fuggiti. E « pittore della montagna » lo si volle definire, troppo generalizzando una direzione della sua attività. Certo è tuttavia che i suoi quadri più schietti ed avvincenti sono di ambiente alpestre, e che il figurista resta al di sotto, qualitativamente, del ritrattista forse troppo legato alla scuola di Giacomo Grosso. Al maestro succedette nel 1934 sulla catte ara di pittura dell'Accademia Albertina, e i giovani gli rico nobbero l'autorità che grada- tamente s'era conquistato. Bea un pittore popolare perché nei suoi quadri il pubblico leggeva con chiarezza e prontezza le intenzioni dell'artista. Non fu però mai un pittore « facile » nel senso deteriore della parola. E non lo si può dire — benché estraneo alle tendenze del gusto oggi qualificato « europeo » — un pittore « provinciale ». Ripetiamo in questa mesta circostanza quanto ci sembrò di poter affermare in occasione dell'ultima sua mostra importante. Nella storia della pittura paesistica italiana del primo ventennio del secolo — una storia più semplice di quanto non sia quella attuale — egli rimarrà come uno dei suoi esponenti più energici, più appassionatamente intenti a scoprire nella realtà naturale quello spunto poetico che dà forza alla fantasia perché la trasfiguri in una realtà estetica. mar. ber.

Persone citate: Cesare Maggi, Esposito, Giacomo Grosso

Luoghi citati: Cormons, Firenze, Grosso, La Thuile, Napoli, Parigi, Roma, Torino