Dieci indossatrici e quaranta modelli nella parata dell'eleganza all'ippodromo
Dieci indossatrici e quaranta modelli nella parata dell'eleganza all'ippodromo Dieci indossatrici e quaranta modelli nella parata dell'eleganza all'ippodromo Paillettes e perline sugli abiti da cocktail - Oro zecchino per i vestiti da gran sera Ieri, al nuovo ippodromo delle Torrette di Vinovo, Gran Premio della Moda con la tradizionale sfilata di alcune tra le più note sartorie di Torino. Sole smagliante sulle piste assetate e sul parterre formicolante di spettatori e una fresca brezza che gentilmente solleva le organze e i chiffon delle modelle e, con improvvise sbuffate, scherza intorno agli enormi cappelli delle signore. Questa festa mondana, rituale occasione per le torinesi di sfoggio e di eleganza, non si ripeteva da tre anni. Il mondo cammina in fretta: demolito l'ippodromo di Mirafiori, teatro di tante mode e di un costume di vita oggi tramontato, ne è stato costruito uno nuovo, moderno e razionale, le cui severe strutture assai più si addicono a manifestazioni sportive che non alle femminili vanità. Cos\, anche l'ultimo bagliore della « belle epoque » è scomparso con Mirafiori. Pure il pubblico è cambiato, almeno nel senso spettacolare: le signore hanno preferito indossare abiti sobri di tinta e di fattura e anche l'ultima bombetta, inalberata l'altr'anno all'inaugurazione dal marchese Ferrerò di Ventimiglia deve essere ormai finita tra i cimeli di famiglia. Certo, ieri, non c'era più. In compenso, una folla strabocchevole (circa cinquemila persone) e molta gioventù vociante ed entusiasta per le corse e, durante la sfilata, per le indossatrici. Tempi «uoui e più schietti: le corse dei cavalli hanno ritrovato i loro veri amatori, il pubblico degli agoni sportivi. Anche per la sfilata di mode, abolito il corteo delle lussuose automobili che nei tempi andati portavano quasi in trionfo le mannequins per le strade della città, si è puntato più sulla qualità che sullo spettacolo. Soltanto cinque le case invitate: De Braud, San Lorenzo, Mary Matte e Naide per gli abiti, Rivella per le pellicce. E dieci indossatrici, tra le più belle e famose. Sono le cinque, la folla si raccoglie inforno alla passerella che per timore della pioggia, è stata deposta in tribuna. La sfilata esordisce con gli abiti da mattino, di una preziosità raffinata e sobria, nello stile che caratterizza l'eleganza torinese. Ecco, della De Braud, un abito semplicissimo di lino rosa con giacca tre quarti nera e grande cappello alla marinara. Naide presenta un abitomantello in seta avorio concentrato su due luminose cascate di curalli che fungono da bottoni e sono veri gioielli. La San Lorenzo strappa il primo applauso al pubblico a cui il tono squisito dell'esordio ha acceso l'interesse: il suo è un abito in lino bianco, il cui bustino lungo e sciolto è tutto un lieve ricamo traforato. Si chiama « Sole radioso » e dà un senso di candida frescura. In contrasto la redingote nera di pelliccia sacrificata ad un cavallino appena nato, lucidata, sL. vaino per dire accuratamente strigliata, da Rivetta. E' un'assoluta novità, che d'ora in poi renderà più che mai precaria la vita dei graziosi puledri. Sveltamente, sulla passerella, si svolge come in un film accelerato, la giornata delle signore privilegiate. E' già pomeriggio: un estatico mormorio accoglie J'Oiseau bleu di Mary Matte: un mantello sciolto e leggiadraniente svolazzante di seta stampata in cui l'azzurro cielo sfuma nel cobalto, appoggiato su un abito dello stesso tessuto e sormontato da una cascatella di piume d'ofganza bianca che ondeggiano sul capo e sulla fronte della modella. Con l'ora del cocktail, bagliori di jais, scintilli! di paillettes cominciano ad accendersi sotto i veli sempre più lievi, sempre più aerei dei mantelli: ecco un mantello di organza viola su un abito bianco ricamato con fili di vero argento della De Braud e l'abito di linea charleston di Naide, col corpitio verde prato intessuto di jais e il gonnellino a balze bianco; e quello lievissimo e lucente in organza nera ricamala dal nome Mouche luisante di San Lorenzo. Lo sfarzo dei grandi balli richiama le funtasie del pubblico ai fastosi costumi di altre epoche e di esotici paesi: la Matte presenta un abito di pesante seta avorio tutto profilato di strisce d'oro. E d'oro zecchino è la cintura di un abito corto e diritto in chiffon ricamato (della San Lorenzo) cui un'ampia sopra-gonna staccata dà, nelle sere di gran gala, un tocco di regalità orientale. Il suo nome è Notte sul Libano. Le modelle sfilano tutte insieme per lo spumeggiante finale e già gli spettatori devono volgersi al campo dove inizia la gara più attesa: il Gran Premio della Moda, arriverà Orson, il favorito, regalando a centinaia di scommettitori l'innocente gioia di vincere una corsa: la più famosa ed aristocratica dell'anno. LADRA BEKGAGNA La sfilata di indossatrici durante la riunione ippica torinese per il Gran Premio della Moda a Vinovo
Persone citate: De Braud, Mary Matte, Rivella, Rivetta
Luoghi citati: Libano, Torino, Ventimiglia, Vinovo
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