Il generale Zeller si è costituito ad Algeri da 10 giorni era nascosto in casa di amici di Giovanni Giovannini

Il generale Zeller si è costituito ad Algeri da 10 giorni era nascosto in casa di amici Assicurato a èia giustizia un altro dei capi della recente rivolta Il generale Zeller si è costituito ad Algeri da 10 giorni era nascosto in casa di amici L'ex-capo di Stato Maggiore francese si è arreso al comandante militare della città, al quale ha scritto una lettera da « generale a generale » ; un ufficiale pari grado lo ha prelevato nel suo rifugio e lo ha accompagnato in prefettura - Condotto su un furgone chiuso ad un aeroporto militare, è stato subito trasferito a Parigi; nessuna reazione degli «ultras» - Di Salan e Jouhaud non si hanno notizie certe (Dal nostro inviato speciale) Algeri, 6 maggio. In compagnia di un giovane i dgenerale, un vecchio signore|Uvestito di blu, gli occhiali a pinzetta, il capo calvo e scoperto, l'aria benevola e tranquilla, un giornale sotto braccio, si è presentato poco dopo le dieci di oggi alla prefettura di polizia: «Credo che mi stiano aspettando — ha detto all'ufficiale di servizio — sono il generale Zeller >. Lo stavano aspettando, e ricercando, da undici giorni, dalla notte tra il 25 e il 26 aprile quando, fallita la rivolta da lui organizzata e diretta insieme a lan|cocovqa btàocczahrnnChalle, Salan e Jouhaud, erajzscomparso di circolazione sfuggendo ad ogni indagine della polizia e dell'esercito. Era nascosa, come si supponeva, in p .a Algeri, in una residence di amici di una sua cognata, a poca distanza dal Palais d'Été, abitazione dello stesso delegato generale, che non era sfuggito alle perquisizioni della polizia. Ieri pomeriggio sentendosi stretto ormai da vicino, e per non dare ulteriori noie ai suoi ospiti (questa è naturalmente la versione' della polizia) o essendosi convinto dell'opportunità di seguire l'esempio di Challe presentandosi alla giustizia, Zeller ha Inviato al comandante del Corpo d'armata di Algeri, Vezinet, una lettera dichiarando di arrendersi, < da generale a generale ». Secondo quanto stabilito nella lettera, accompagnato dal vice - comandante del Corpo d'armata gen. De Belnet, che era andato a prenderlo nel suo provvisorio domicilio, Zeller si è presentato, ' come abbiamo detto, alla prefettura di polizia dove, senza procedere, sembra, ad un vero e proprio interrogatorio, il procuratore della Repubblica gli ha notificato i vari capi d'accusa. Dichiarato formalmente in stato d'arresto, il detenuto è stato preso in consegna dal comandante la gendarmeria di Algeri, colonnello Debrosses, che ha cercato di compiere il trasferimento dell'illustre personaggio all'aeroporto senza dar troppo nell'occhio. Qualche voce però aveva cominciato a circolare in città, e i giornalisti si stavano precipitando alla prefettura. Nessuno ha potuto intravvedere Zeller, il quale è stato fatto salire su un furgone nero completamente chiuso. Scortato da due autoblindo il furgone si è diretto velocemente non verso l'aeroporto civile di Maison Bianche, ma verso quello militare di Boufarik tra Algeri e Blida, Poche ore dopo, verso le sei, 11 generale era già a Parigi, da dove sedici giorni addietro era riuscito a pai-tire nel più assoluto segreto — grazie alla complicità del generale d'aviazione Nicot, oggi in carcere — salendo insieme a Challe e al col. Broizat a bordo di un « Nord 2500 >. In quella stessa sera, i tre passeggeri erano arrivati, sempre nel più asso luto incognito — questa volta grazie alla complicità del comandante dell'aviazione di Algeria, gen. Bigot, anch'egli in prigione — all'aeroporto di Blida e si erano dileguati per ventiquattr'ore, fino al ma mento in cui i paracadutisti della Legione non avevano cominciato, nella notte del 22 aprile, i primi movimenti della rivolta. In quella mattina di sabato il nome di Zeller appariva per la prima volta sotto i proda mi della Giunta accanto a quello degli altri generali ribelli. In Algeria il suo era forse il nome meno conosciuto, certo meno di quelli di Challe e di Salan che avevano rico perto le massime cariche locali, e anche di Jouhaud, che è di Orano. Ma a Parigi, negli alti comandi, l'adesione di Zeller alla rivolta non veniva considerata cosa trascurabile. Dopo una brillante carriera André Zeller — che ha oggi 63 anni — era arrivato a ricoprire già nel '56 la duplice carica di Capo di S. M. e ispettore generale dell'esercito D'improvviso, in quello stesso anno, la sua notorietà oltre passava il puro ambito mili tare a causa delle sue dimis sioni di protesta contro la «debole» politica algerina di Guy Mollet e di Lejeune. Al momento del crollo nella notte tra il 25 e il 26 — mentre ancora gli ultras tumultuano nel Forum, Challe si prepara a presentarsi alla giustizia, Salan e Jouhaud aspettano i camion della Legione Straniera per iniziare l'ultima fuga — Zeller è già scomparso di circolazione. Già alle undici di sera ha tentato di andarsene salendo in uniforme sulla sua macchina personale. Gli ultras, urlanuo minacciosamente: * Al tradimento », non l'avevan lasciato passare. Ma il generale, da buon stratega, aveva preso le sue precauzioni nascondendo un abito borghese nel suo utticio alla Delegazione generale: nes suno si oppone qusndo verso la mezzanotte un signore an zianotto in «abito blu col cappello tirato sugli occhi sguscia attraverso la folla lurlbonda e scompare nella notte. Oggi la sua ricomparsa dai comodo rifugio e il suo arre sto hannu naturalmente destato scalpore, ma non eccessivo Zeller era arrivato all'ultimi momento in Algeria tra gente che lo conosceva poco, riparte ora tra i commenti più duri rpsmlapnrl'atrgsvApsctooatcdvnsrderqgncinlsmumlapzsmldaifcpmmmVssc i dabbenaggine |Umco lanche da parte degli ultras |con accuse che vanno dalla al tradimento, di rabbia per i colonialisti, il successo del governo di Parigi, dove due dei quattro generali sono ormai a meditare al fresco sui loro bollori algerini, e delle autorità di Algeri le cui massicce operazioni di polizia cominciano finalmente a dare qualche frutto succoso. La rete — si dice alla polizia — si stringerà prima o poi anche attorno a Salan e Jouhaud anche se i due, a differenza dì Zeller, in Algeria sono di casa. In città continuano rastrellamenti e perquisi- jzioni di giorno e di notte alla à a a o e o i o a e o o e r a o . o o e i o k ricerca dei fuggiaschi, dei capi dell'organizzazione armata segreta degli ultras e delle molte armi nascoste. Si parla di possibili manifestazioni pseudo-studentesche e da stanotte, durante il coprifuoco, ì reparti di ronda hanno avuto l'ordine o l'autorizzazione dì aprire il fuoco « a vista » contro qualsiasi sospetto. Ma grossi incidenti, con l'attuale spiegamento di forze (circa ventimila uomini presidiano Algeri) sono ritenuti soltanto possibili, non probabili. Si cerca anche chi si nasconde nelle campagne, sulie colline, nel Bled: da quarantott'ore è in corso una grande operazione di polizia militare a vasto raggio attraverso tutto l'Ouar Senis, la zona cioè, come abbiamo segnalato fin dal primo giorno, più favorevole alla eventuale costituzione di un maquis ultras a causa sia della natura del terreno, sia dell'ascendente locale del Bachaga Bualem, l'unico esponente musulmano schierato su posizioni analoghe a quelle d,ei sostenitori dell'Algeria francese. Solo nelle zone di combattimento viene confermato un rallentamento, intenzionale o no che sia, delle operazioni militari da parte sia del Fin che delle forze armate francesi. Mai forse in tutta l'Algeria un'attesa è stata cosi viva come quella per il discorso che lunedi sera De Gaulle farà alla radiotelevisione francese e per l'annuncio della conferen za di Evian che dovrebbe es sere dato subito dopo, forse martedì. Ognuno sente che, per la prima volta in sette anni di una guerra ininterrotta e atroce, si avvicina finalmente il momento del « cessate il fuoco», dell'inizio,,della difficile 'comune ricérca di una pacifica convivenza tra nove milioni di musulmani e un milione di francesi, tra dieci milioni di uomini. Giovanni Giovannini generale André Zeller lIMMIIMINIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIMIIlllllllllllllllll Il generale André Zeller è stato trasferito in aereo a Parigi: eccolo, tra due gendarmi, a bordo dell'auto che lo ha trasportato alla prigione della «Sante» (Telef.)