Elisabetta e Filippo accolti a Venezia da un corteo di favolose barche da parata di Nicola Adelfi

Elisabetta e Filippo accolti a Venezia da un corteo di favolose barche da parata Iniziata la parte turistica del viaggio in Italia Elisabetta e Filippo accolti a Venezia da un corteo di favolose barche da parata Dopo le visite ai monumenti d'arte i reali inglesi hanno voluto percorrere le famose Mercerie - Su un motoscafo gli ospiti si sono recati alle isole della Laguna - A sera i fuochi artificiali hanno acceso nel cielo una bandiera inglese e il Leone di San Marco (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 6 maggio. La regina Elisabetta e il duca Filippo sono venuti a Venezia in veste di turisti, ma non hanno potuto fare tutte le cose utili o futili che sono poco meno di un rito per i turisti comuni, non importa quanto breve sia il loro soggiorno a Venezia. Per esempio non hantio potuto dare il becchime ai colombi di San Marco perché quando i Reali d'Inghilterra sono arrivati nella piazza, grande era il tramestìo della folla e i colombi si erano tutti rifugiati sui tetti. Così pure hanno rinunciato a passeggiare in gondola fra Torccllo c Butano a causa del tempo incerto. Proprio nel punto e nel momento fissato per la gita in gondola è cominciato a cadere qualche spruzzo da un cielo basso c scuro. Tuttavia non c'era alito di vento e faceva molto caldo. Nonostante le limitazioni imposte dalle esigenze di ordine pubblico e dal tempo non bello, Elisabetta ha dovuto camminare molto e a Burano l'abbiamo vista piuttosto stanca; a tratti si appoggiava a un braccio del principe Filippo e zoppicava lievemente sul piede destro. Tuttavia parlando con le persone del suo seguito non aveva che parole di ammirazione e di meraviglia per lo scenario che via via la città andava presctitandole. Ad un certo punto Elisabetta ha detto: < Avevo visto Venezia nelle raccolte di fotografie o nei film a colori. Mi ripromettevo ìtioltissimo da questa città sognata fin da quando ero bambina. Ma la realtà si è palesata superiore a tutte le mie attese ». Ad Elisabetta la città s'è presentata piena di colori. Fra il Canal Grande e il canale della Giudecca c'era il lungo oscillante schieramento d'un centinaio di bragozzi, con lo vele adriatiche tutte spiegate, rosse e arancione. E poi tredici favolose r. bissone », quattro per molo e le altre nei bacino di San Marco. Sono grandi e lunghe barche di gala: istoriate, cariche di sculture, di legno e verniciate con i colori più vivaci, pcrsiìio in oro e in argento. Sono state per l'appunto nove % bissone » ad andare incontro al « Britannia i> e a dare alla regina d'Inghilterra il primo benvenuto della regina dell'Adriatico. Poi Elisabetta e Filippo, accompagnati dai duchi di Glouccstcr, sono saliti su un motoscafo che li ha portati a riva. Sulla piazzetta il sindaco ha detto poche parole di circostanza e poi Elisabetta e Filippo si sono avviati verso il campanile in piazza San Marco, D'un tratto la folla, che era molta e assiepata dietro solide transenne c pia solidi sbarramenti di polizia, ha travolto quegli ostacoli e s'è precipitata intorno alla regina. E' sta- to un ìhomento preoccupante. Anche in altre città la folla aveva rotto i cordoni della polizia, ma a Cagliari, a Na/toli, a Roma, Elisabetta stava in un'automobile: qui invece era a piedi, e appariva indifesa, quasi in balìa della moltitudine. Elisabetta ha continuato a sorridere. Filippo le camminava accanto e sorrideva anche lui, ma stava all'erta. Poi le autorità, la polizia, i volenterosi che non mancano mai in simili frangenti hanno avuto il sopravvento e un po' con le buone un po' con- le cattive sono riusciti o far arrivare la regina fino alla porticina del campanile. Dall'ultima loggia Elisabetta ha potuto abbracciare tutta Venezia e distinguere nella foschìa anche le isole più lontane, In seguito ha visitato quel grande gioiello architettonico che è il Palazzo Ducale. Al termine della visita si è affacciata alla Loggia Foscara e di là ha salutato la folla che l'acclamava. Poi è scesa giù e ha compiuto un attento giro nella basilica di San Marco. Uscita dalla chiesa. Elisabetta ha iniziato un'altra lunga passeggiata sotto i portici che fiancheggiano da tre lati piazza San Marco: le Procurane Vecchie, l'ala Napoleonica, le Procurane Nuove. Lo scopo di quella passeggiata era di poter fare ciò che fanno tutti i turisti: dare un'occhiata ai negozi che stanno sotto i portici, fermarsi ad ammirare la merce esposta in vetrina, magari comperare qualche ogget-\tino. Tuttavia non è facile fa-\re queste cose pur cosi facili]quando si è la regina Elisabct-\ ta e si hanno addosso migliaialdi occhi ad ogni ]>asso. Continui sono gli evviva e i battimani e ad ogni momento le transenne possono essere rovesciate, i cordoni della polizia spezzati. In conclusione Elisabetta ha camminato e camminato. Forse vivissimo era iti lei il desiderio di essere in quel momento una donna qualsiasi e di poter bighellonare a suol agio da una vetrina all'altra.\ forse anche la stanchezza e Z'aria afosa cominciavano a pesare su di lei. A metà delle Procurane Nuove la regina è entrata nel Palazzo Reale e poco prima di mezzogiorno ha potuto finalmcnte mettersi a sedere: su un motoscafo aperto che attraverso un dedalo di canali piccoli e grandi l'ha portata al rio dei Mendicanti. Di là, dopo una sosta ai piedi del monumento equestre del Vcrrocchio, ha raggiunto Torcello per la visita alla chiesi tta di Santa Fosca. E' a Torcello che. Elisabetta e Filippo hanno fatto colazione insieme con ventidue persone in una sala riservata. Il ristorante reca il nome di locanda ma è un locale di lusso e'Venne scelto dal duca Filippo ancor prima di arrivare in Italia. La regina era di ottimo appetito: prima ha mani/iato un piatto di risotto, poi uno di cannelloni ; come terzo piatto ha scelto uno spiedo di scampi e come quarto un altro spiedo pure di scampi. Erano le 15. Pronta era la gondola « Margaret > che avrebbe dovuto portare la regina e il principe consorte a Burano e agghindati di tutto punto con vestiti «Moti c grandi paglie erano Gigo Fusata e Toni Grossi, i due gondolieri. Però il tempo attdava chiudendosi da ogni parte, cominciava a piovere e all'ultimo momento i reali d'Inghilterra sono stati consigliati di fare il tragitto in motoscafo. A Butano tutto %.ra calmo e tranquillo, silenzioso. C'era un'aria di festa, ma come «u Pure Per brevi momenti, romantico dei mezzi di un quieto pomeriggio domenicale. E la gente si teneva lontano dagli ospiti; li applaudiva ma con discrezione. In quell'isola Elisabetta e Filippo hanno visitato la scuola di merletto. Le ragazze, tutte vestite di bianco, hanno sospeso i loro lavori. Alcune erano giovanissime. Ha domandato la regina al direttore della scuola:^ «.A quale età cominciano ad imparare f ». tVerso gli undici anni, Vostra Maestà*. € Cosi giovani? Ma è un lavoro difficile, delicato...;». «Maestà, il ricamo qui le ragazze lo hanno nel sangue ». Poi visita a Murano, alla più antica vetreria: è una fabbrica che conta sei secoli. Alle 17 la regina è tornata a bordo del <. Britannia» per il té. Stasera Elisabetta e Filippo hanno pranzato nell'abitazione del console britannico: buffet freddo, pochi invitati. Fra gli italiani c'erano Luigi Francesco Medici del Vascello e la moglie Isabella Brivio Sforza, che fra qualche giorno ospiteranno i reali d'Inghilterra nella villa « La Mandria » a Voiaria Reale. Dalle finestre aperte, sul Canal Grande gli invitati potevano ascoltare e vedere il concerto di musica e di canzoni che un'orchestra teneva davanti al consolato britannico su un barcone. Per recarsi a cena dal console britannico, ossia per un tragitto di poche centinaia di metri, Elisabetta e Filippo si sono serviti della gondola «Margaret »; la regina ha cosi potuto sperimentare, sia il più t ras- l,orto- Stasera musica in piazza < '11"»"'"1-*0»6 speciale sul Ca II1IIII1IIIIIIIIIIIII1IIIIMIIIIIIIIII1IIIIIIIIIMIIIIIIIIH nal Grande e sul molo. Elisa betta è tornata sul «Britannia» verso le 22. Dopo meno di un'o ra sono cominciati fuochi di artificio da un pontone co struito appositamente all'itti boccatura del canale della Gin decca. Niente < botti ». Per prima cosa i fuochi hanno acceso ìlei cielo un'immensa bandiera inglese, poi hanno disegnato un leone di San Marco e infine i bengala hanno scrii to nel cielo < Welcome to Ve nice*' Nicola Adelfi

Persone citate: Elisabetta, Gigo Fusata, Isabella Brivio Sforza, Italia Elisabetta, Luigi Francesco, Murano, Toni Grossi, Torcello