Un ragazzo si impicca in casa per i brutti voti della scuola

Un ragazzo si impicca in casa per i brutti voti della scuola Un ragazzo si impicca in casa per i brutti voti della scuola £' nn tredicenne di Venezia - Pronipote di un famoso matematico, non aveva simpatia per quella materia ed aveva preso zero - Rimproverato dal padre s'è ucciso (Dal nostro corrispondente) Venezia, 4 maggio. Un ragazzo di tredici anni e mezzo si è impiccato con la cinghia dei pantaloni a una tubatura dell'acquedotto che attraversa un muro della sua camera, all'altezza di circa due metri. La tremenda scoperta è stata fatta dalla stessa madre del piccolo suicida, al suo ritorno dalla spesa consueta. La tragedia ha colpito una nota famiglia friulana e precisamente quella del dott. Carlo Comessatti, funzionario dell'Istituto federale delle Casse di risparmio, che abita con la moglie e due figli in calle Bosello alla Bragora. Il suicida è il maggiore dei due ragazzi, Piero, che frequentava la seconda classe del fa scuola media Pietro Calvi'Non era un discolo, ma al con-trario del fratello minore che ha 10 anni ed è tra i primi della classe, non traeva alcun profitto dallo studio. Era irrequieto, distratto, molto nervoso e sensibile al dire dei suoi compagni, secondo i quali egli si appassionava solamente al disegno. Non gli andava a genio la matematica, malgrado un suo prozio Comessatti, docente all'Università di Padova, sia stato matematico di fama internazionale Questa parentela, contrastante con la sua vocazione, gli era spesso ricordata in famiglia, ed anche glie ne aveva accennato a scuola l'insegnante di matematica. Il 21 aprile vi fu compito in scuola di latino e il 24 di matematica. L'esito di entrambi si ebbe ieri: zero in matematica e annullato il compito di IaVmo, perché il Piero era sta 'to sorpreso a consultare la 1prammatica. Questa mattina Iti ragazzo avrebbe dovuto tor¬ nare a scuola con il diario firmato dai genitori, ma la madre rifiutò di apporvi la propria firma e il pndre, dal canto suo, prima di uscire, per andare all'ufficio, rimproverò il figlio esortandolo a studiare. Il ragazzo cominciò a piangere e finì col ritirarsi nella sua camera. Il fratello se ne andò a scuola, e più tardi la madre uscì con la domestica per la spesa giornaliera. Al ritorno, verso le 11, non udendo il figlio, lo chiamò ripetutamente e non avendo ottenuta risposta entrò nella sua camera, dove fece l'orribile scoperta. Il fanciullo era salito su una sedia, aveva passato la cinghia dei pantaloni attorno al tubo dell'acquedotto, l'aveva agganciata e vi aveva infilato il collo, liberandosi poi della sedia con un calcio. a. 1.

Persone citate: Bosello, Carlo Comessatti

Luoghi citati: Venezia