Castro, ex-allievo dei gesuiti abolisce le scuole cattoliche

Castro, ex-allievo dei gesuiti abolisce le scuole cattoliche Castro, ex-allievo dei gesuiti abolisce le scuole cattoliche Tutti gli istituti nazionalizzati - Con l'espulsione dei preti stranieri, fra cui molti italiani, i sacerdoti a Cuba si ridurranno da 1000 a 300 (Dal nostro inviato speciale) > L'Avana, 3 maggio. La nazionalizzazione della scuola privata e la espulsione del clero straniero che Castro ha preannunciato nel suo discorso del 1° Maggio costituiscono due provvedimenti che mineranno molto seriamente la posizione della Chiesa nell'isola. Per quanto riguarda la scuola, si può dire che a Cuba essa si fondava prevalentemente sull'insegnamento privato del clero. I migliori collegi del grado secondarlo e la Università di Villanova erano in mano _di insegnanti religiosi. Stamane un commento del giornale Bevolución condensa il ragionamento con il quale il governo dell'Avana giustifica 1 provvedimenti che sta per prendere nei confronti della Chiesa: < La scuola privata è stata fino ad ora nient'altro che il vivaio nel quale si sono formati ed educati 1 docili servitori della classe che teneva il potere ». Si tratta di una dichiarazione piuttosto curiosa se si pensa che Fidel Castro, l'artefice della rivoluzione cubana, si è formato nel collegio di Belen, tenuto dal gesuiti, che nel 1915 gli rilasciò un attestato di benemerenza che suona così: «Fidel si è sempre distinto in tutte le materie letterarie. Egli si è rivelato altresì un ottimo atleta e ha difeso con valore ed orgoglio la bandiera del collegio. Egli ab¬ braccerà la carriera legale e non dubitiamo che scriverà pagine brillanti nel libro della sua vita». Strane e profetiche parole. Non occorre dire che anche il collegio Belen passerà dalle mani dei gesuiti allo Stato. Il provvedimento che prevede l'espulsione del clero non cubano avrà certamente l'effetto di ridurre al lumicino il personale ecclesiastico dell'Isola. Si calcola che al presente il numero del sacerdoti regolari e secolari ammonti a poco più di mille unità, di cui circa il 70 per cento sono stranieri. I più numerosi sono gli spagnoli, cui tengono dietro gli italiani, i messicani, i canadesi. La eseguita del clero locale è dovuta allo scarso numero dì vocazioni che si contano in mezzo alla popolazione cubana. Accanto al piccolo esercito di sacerdoti esistono altresì circa quattromila religiosi tra frati, suore ed altri ordini regolari, di cui la grande maggioranza è pure straniera. E' possibile che non tutto il personale ecclesiastico non cubano venga espulso dal governo dell'Avana. Secondo quanto ha affermato Castro nel suo discorso, potranno continuare a restare nell'isola i sacerdoti ed i religiosi stranieri che non abbiano avversato la rivoluzione. La posizione di ciascuno verrà esaminata caso per caso, ma si ha ragione di credere che solo pochi riusciranno a scampare alla discriminazione. Nel condurre la sua lotta contro l'edificio ecclesiastico Fidel Castro dimostra di voler attuare una tattica non priva di abilità. Egli non manifesta alcuna opposizione di principio contro la religione in quanto tale ed ha detto che l'insegnamento religioso potrà continuare nelle chiese, che il governo non intende chiudere al culto. E' chiaro tuttavia che, assottigliandosi in modo così rilevante il numero dei sacerdòti, il magistero religioso viene a ridursi in pratica a ben poco. Non importa che le chiese siano aperte se mancano 1 sacerdoti per dir Messa. Se 1 provvedimenti di Castro verranno attuati in pieno, la proporzione attuale di un sacerdote per ogni 6000 abitanti verrà a ridursi a quella di un sacerdote ogni 18.000 abitanti. Alfredo Todisco

Persone citate: Alfredo Todisco, Belen, Castro, Fidel Castro, Villanova

Luoghi citati: Avana, Cuba, L'avana