Il francese Picot a media recordvince in volata la Genova - Nizza

Il francese Picot a media recordvince in volata la Genova - Nizza La salita delia Turbie ha deciso la corsa Il francese Picot a media recordvince in volata la Genova - Nizza la gara condotta a 43,41Z chilometri di media * Il vincitore ha battuto Delberghe e Poulidor ~ Quinto Bobet ~ Gli italiani hanno deluso - Cadute di Velly e Verucchi QBEEBGHMZfljge Nizza, lunedì mattina. Ho vinto un francese, ma, con tanti assi che erano alla partenza da Genova, sul traguardo del lungomare di Nizza ha finito con l'imponi una mezza figura, un corridore ma-, gari bravo, che però, nella sua faticosa carriera, mai si è sognato di inserirsi nel ristretto numero dei campioni. Il trionfatore della gara si chiama Fernand Picot: è un tipo piccolo ed esile, porta i capelli rossicci tagliati a spazzola, è nato trent'anni fa in Bretagna, il suo volto aguzzo eternamente s'illumina del sorriso di chi è ben contento di stare al mondo. Picot, in fondo al cuore, alla vigilia doveva nutrire una serena fiducia nel suo attuale grado di forma, tanto che aveva offerto un viaggio in Costa Azzurra alla famiglia, a Nizza. Sulla linea d'arrivo, c'erano infatti madame Picot, attorniata dai piccoli Bruno, Marise e Philippe. E' stata una piccola festa intima, monsieur Picot con la consorte ha fatto subito i conti ed ha accentuato il suo perenne sorriso: al ritorno a casa, potrà ingrandire il suo impianto di allevamento di polli, con il quale spera di vivacchiare bene, il giorno in cui deciderà di attaccare la bicicletta al chiodo: Grandi applausi di una folla immensa, nella quale facevano spicco le cento e cento ragazze francesi la cui principale preoccupazione sembra quella di assomigliare il più possibile a Brigitte Bar dot, grandi applausi hanno salutato il successo del bretone e le prestazioni di Delberghe, di Poulidor, di Bobet, di Aliig e di Stablinski, che sono stati i migliori della corsa. In questo gruppetto di migliori, così, per continuare quella che pare diventare stabile tradizione, purtroppo per noi negativa, mancano quasi completamente gli italiani; il meglio piazzato dei nostri è stato Arnaldo Di Maria, genovese, gregario della Carpano, sposato, padre di due figli ed ex-barbiere: settimo, per la precisione. Una bella gara ha compiuto anche Martin, pure lui della compagine bianconera; Bonchini e Carlesi invece si sono ritirati, Trapé sofferente di un raffreddo- j re si è impegnato soltanto all'inizio, Moser, che sembrava in buona giornata, è stato urtato da un motociclista sulla rampa di Capo Cerno ed ha abbandonato per una ferita ad un braccio, gli altri sono scomparsi nella più grigia e sconsolante delle mediocrità. Una. volta tanto, i nostri hanno però una specie di valida 3cusa, ieri, per emergere, erano assolutamente necessarie doti di classe piuttosto elevata ed una preparazione pressoché perfetta: basta dare uno sguardo alla media (43,417) per convincersi dell'energia con 'a quale è stata condotta la competizione da. cima a fondo. Centotrcntasci sono stati i partenti e, tra quanti non hanno risposto all'appello, vale la pena ricordare soltanto Poblct e Daems. Lo spagnolo aveva già in pratica annunciato il forfait sabato sera, il vincitore del Giro di Sardegna ha deciso invece per il « no > ieri mattina accusando un principio di fastidiosa bronchite e gli organizzatori, arrabbiatissimì, minacciano ora un esposto all'Uci per quello che ritengono un rifiuto di pessimo gusto a persino arbitrario. Non vogliamo entrare in merito: certo il belga, se respirava davvero a fatica, ha fatto bene a rinunciare, poiché, subito dopo il via, la corsa, sulle ali di un vento molto forte e favorevole si è accesa dei fuochi di artificio d'una serie ininterrotta di tentativi di fuga. Scappavano verso Albisola Novak, Lanaioni e Lagasoo, poi, verso Savona, veniva il turno di una pattuglia nella quale figuravano Ronchini, Anglade ed Altig, quindi si mettevano in luce Mahé e Cagala, e poi ancora, ad Alassio, si gettavano nell'avventura Moser, Selic e Canciani. Ogni slancio si esauriva però in breve per la furibonda reazione del gruppo e soltanto nella zona dei tre colli famosi della « Sanremo » — il Mele, il Cervo ed il Berta- — ebbe vita un episodio che, almeno per qualche chilometro, diede l'impressione di essere cosa seria e duratura. Fuggirono in trenta, e c'erano Darrigade, Anglade, Ronchini, Brugnami, Altig, Simpson, Ciampi Graczyic, Moser, Stablinski, Barale, Brandolini, Trapò e Mahé. Alle loro spalle, la risposta Uél plotone però non si fece attendere troppo e ad Imperia i più bravi galoppavano di nuovo raggruppati insieme, ad eccezione di Forestier, che giù dal Berta, era ruzzolato sull'asfalto, ferendosi malamente ad un braccio. Il momento decisivo venne invece tre chilometri avanti Arma di Taggia. Tredici concorrenti presero il largo. Erano Stablinski, Anglade, Martin, Mazzacurati, Poulidor, Fontana, Selic, Rescagneres, Sabbadini, Guernieri, Fezzardi, Delberghe e Foucher. Tennero duro sino alla frontiera, quindi, in una babilonia indescrivibile, con una colonna di macchine di turisti di ogni nazionalità che veniva in senso contrario, seppero insistere giungendo al comando a Monaco, là dove la strada con una brusca impennata punta alla Turbie. Una salita con i controfiocchi. L'azione filò via, semplioe e lineare. Poulidor e Delberghe, a furia di scatti successivi, lasciarono i loro compagni di avventura, che, a circa metà della rampa, furono raggiunti dal plotone, nel quale si stava comportando da campione, in particolare, l'intramontabile Bobet. Da questo plotone, schizzò via Picot, che, prima ancóra della vetta, andò a pescare Poulidor. e Delberghe, ed i tre si buttarono a corpo morto nella discesa che mette su Nizza. Meno di mezzo minuto divi- deva il terzetto che scappava dagli inseguitori, qualcuno del quali forse si lasciò impressionare da una caduta che coinvolse II giovane francese Velly — un polso rotto — a l'italiano Verucchi — escoriazioni alle braccia ed alle gambe ed un brutto colpo al ventre. — Meno di mezzo minuto, che fu però sufficiente. Al traguardo, Picot parti da lontano e vinse da gran signore, a braccia rialzate. Secondo Delberghe, terzo Poulidor. Il gruppo giungeva- a 27", regolato allo sprint da Rudi Altig. campione mondiale dell'inseguimento. Dietro Altig, indo- vinate chif Louison Bobet. Un Bobet fresco come una rosa, un Bobet che, a 35 anni suonati, è ancora in grado di impartire lezioni di ciclismo. Un campione, un campione davvero di razza buona. Gigi Boccacìni Ordine di arrivo: 1. Picot, 4 ore 33'40" (media 43,1/17, media record della corsa); 2. Delberghe; 3. Poulidor con il tempo di Picot; 4. Altig a 27"; 5. Bobet; 6. De Roo; 7. Di Maria; B. Gainche; 9. Rohrbach; 10. a pari merito Couvreur, Stablinski, Anquetil, Huot, Groussard, Anastasi, Ledere, Privat, Altig II, Colette e Valdois, tutti col tempo di Altig; 21. Desmet a l'IS" che batte in volata un gruppo di una\ decina di corridori tra cui Dotto, Martin, Franceschetto e Geldermans: 38. a 2'30" Brugnami che regola allo sprint un plotone rì> dieci corridori, in cui Trapé.