«Se è morto avvelenato non sono stata io!» afferma la giovane amica del defunto

«Se è morto avvelenato non sono stata io!» afferma la giovane amica del defunto La magistratura indaga suii9improvvisa Une dei eommereiante astigiano «Se è morto avvelenato non sono stata io!» afferma la giovane amica del defunto Giulio Giuliano, sposato e con quattro figli, si era formata in segreto una seconda famiglia senza trascurare l'altra - Il giorno prima del decesso si sarebbe recato con l'amante in uno studio notarile - I sospetti dei congiunti sorti da questa visita, non ancora accertata - Stamane si effettua la perizia necroscopica sulla salma che è stata riesumata: fra quaranta giorni i risultati DAL NOSTRO INVIATO Asti, lunedì mattina. I risultati dell'autopsia sulla salma del commerciante Giulio Giuliano di 38 anni — morto in circostanze non chiare, ai primi dello scorso mese, a Fasano di Brindisi — saranno noti soltanto fra quaranta giorni. Oggi, alle 15,30 nella camera mortuaria del cimitero, il professor Formaggio dell'Università di Pavia compie una perizia necroscopica e l'autopsia, presente il Procuratore della Repubblica che, venerdì scorso, sulla base dell'esposto presentato dalla famiglia del commerciante, aveva autorizzato la riesumazione della salma sepolta nel cimitero di Asti. Il professor Formaggio, prelevati alcuni tessuti dei visceri e dello stomaco del Giuliano, risponderà entro la prima quindicina di aprile ai quesiti postigli dal magistrato inquirente. Dovrà dire, cioè, quali sono state le reali cause del decesso del commerciante. I familiari del defunto, infatti, sospettano che sia stato avvelenato. Da chi? L'esposto non fa nomi, si limita ad indicare i fatti che hanno preceduto la morte del commerciante. Giulio Giuliano era un notissimo fabbricante dì abiti fatti. I bluejeans, le giacche, i pantaloni che uscivano dal suo laboratorio di corso Alessandria 3, dove aveva anche l'abitazione, in pochi anni avevano invaso i banchi dei commercianti ambulanti della provincia. L'attività si- era estesa; dalla fase artigianale era passato ben pre. sto a quella industriale. Nativo di Furnari, un paesino di 4000 abitanti in provincia di Messina, Giulio Giuliano, qui, aveva sposato una bella signorina astigiana, Eugenia Ciravoli, che oggi ha 37 anni. Dal matrimonio erano nati quattro Agli, Salvatore di 14 anni, Maria di 13, Antonio di 8 e Nunzio che ora conta diciotto mesi. Il commerciante non si era dimenticato dei parenti di Furnari, della sorella Concettina e del fratello Nunzio che aveva fatto venire ad Asti. La vita di Giulio Giuliano sembrava che scorresse sui binari della famiglia e del lavoro La sua azienda si ingrandiva. Per trasportare i manufatti non bastavano più le spedizioni a mezzo ferrovia: due o tre autocarri entravano presto in funzione. Poco dopo l'in dustriale apriva un laboratorio a Fasano di Brindisi con 24 di pendenti. 11 minor costo della mano d'opera in Puglia prometteva di dare più larghi margini di guadagno. Ed è a Fasano — mentre per un caso erano presenti i suoi parenti — che Giulio Giuliano moriva il 9 febbraio scorso. II commerciante — come sì seppe più tardi ■— aveva una relazione extra-coniugale. Nel Meridione aveva portato con sé una bella ragazza che lavorava nel suo laboratorio di Asti come pantalonaia, Bruna Bertazzoli, di 24 anni, figlia di un tipografo di origine bresciana Dalla relazione era nata sette mesi fa una bimba, Patrizia; la famiglia del commerciante aveva saputo qualcosa ma erano state soltanto delle voci Bruna Bertazzoli, la prima di due sorelle, viveva con la ma dre, il fratello e la cognata in u ì appartamentino al primo piano di via Alner' 126. Aveva seguito Giulio Giuliano nel Sud: attiva, capace, intelligente era riuscita ad organizzare il laboratorio sui sistemi adottati ad Asti. Dal canto proprio il commerciante non aveva allentato i legami con la famiglia. Quasi ogni settimana tornava a casa; aveva mille riguardi per la moglie, mille preoccupazioni per la salute e l'avvenire dei figli. Telefonava sempre a casa. Il 9 febbraio, improvvisa, inattesa, la tragedia. A Fasano erano giunti la madre, il fratello e la sorella del commerciante. Dopo una breve sosta intendevano proseguire per la Sicilia. Giuliano era andato a prenderli alla stazione con l'automobile. Verso le 9,30 erano tutti riuniti in albèrgo. Mancava soltanto la mamma, che ha 66 anni: bì era fermata un momento di più al bar. Era presente anche Bruna Bertazzoli. Tutto a un tratto il commerciante (si trovavano in un salotto) impallidì, ebbe un capogiro. < Che hai, Giulio?» gli chiese, allarmata, la sorella Concetta. « La mamma... » mormorò il commerciante. Giuliano si sedette, quasi dì schianto, su una poltrona, portò la mano al petto, reclinò la testa. Un istante dopo era morto. Il medico, subito chiamato .non potè che constatare il decesso. Lo attribuì, nel referto, a infarto cardiaco. Pochi giorni dopo la salma del commerciante venne trasportata a Asti e tumulata in questo cimitero. Come nacque la voce che Giulio Giuliano era stato avvelenato? La sorella Concetta narrando la morte del fratello, disse d'avergli visto la bava salire alla bocca. La madre affermò che Giulio non aveva mai sofferto di malattie; tanto meno, poi, aveva subito attacchi cardiaci. Poi — fatto più grave ma non ancora accertato — la notizia che il giorno prima del decesso, Giuliano assieme a Bruna Bertazzoli era andato da un notaio. Quale il motivo di questa visita? Secondo una voce per provvedere ad alcune pratiche urgenti relative al laboratorio: la piccola azienda di Fasano, infatti, si sarebbe trovata sull'orlo del dissesto. Secondo un'altra voce, invece, il Giuliano avrebbe discusso col ndddcuP notaio come trasferire al nome di Bruna Bertazzoli l'azienda di Fasano. Tutta questa somma di indizi indusse la famiglia del commerciante a rivolgersi ad un legale, l'avvocato Salvatore Puccio, per affidargli l'incarico di condurre un'inchiesta sulla morte del loro congiunto. Un esposto venne presentato alla Squadra Mobile: la polizia, dopo un breve interrogatorio di Bruna Bertazzoli, trasmise la pratica alla Procura della Repubblica. < Se è morto avvelenato, non sono stata io » ha detto, oggi, Bruna Bertazzoli. Contro la giovane pantalonaia, si noti bene, non è stata sporta alcuna denuncia. Né poteva essere al trimenti. La famiglia Giuliano si è preoccupata di chiarire le cause del decesso per un do vere di coscienza; nella sua azione sono stati esclusi i sospetti sia pure vaghi all'indirizzo di questa o quella persona. Unico dato contrastante, ma che certamente le indagini hanno già chiarito, è il fatto che la famiglia del commerciante sostiene che l'azienda di Fasano navigava in buone acque, che l'ombra del fai limento era ben distante. < Ripeto — dice tranquilla Bruna Bertazzoli — che ci re cammo dal notaio a causa del la situazione in cui versava l'azienda. Io non l'ho avvele nato. Con lui ho perduto tutto. Non ho avvenire, speranze non ne ho. Perché avrei dovuto uc ciderlo? Perché? Se avevo un solo progetto per l'avvenire, uno solo, esso era legato alla vita di Giulio. Non mi sono mai passate per la testa idee simili. Quello che è stato è stato; questa bambina, Patrizia è sua: a me peggiore disgrazia non poteva toccare che quella di perdere Giulio ». Gli inquirenti, sulla base dell'esposto presentato dall'avvocato Puccio, hanno svolto già indagini a Fasano per controllare alcuni particolari emersi qui ad Asti. Un rapporto giunto in questi giorni da Brindisi è stato trasmesso alla Procura della Repubblica: il magistrato inquirente, però, inizierà eventualmente l'istruttoria sol- tento quando il professor For- , maggio avrà risposto ai que- | siti postigli sull'autopsia di1 oggi. g. f. m. i Bruna Bertazzoli con la figlia Patrizia, di sette mesi (foto Moisio)