Processo per magia di Apuleio di Madaura

Processo per magia di Apuleio di Madaura Al Toatre Stabile di Torino Processo per magia di Apuleio di Madaura Un. professore universitario, filologo, di alta é severa dottrina, Francesco Della Corte, ha pensato di convertire .-tas spettacolo teatrale una delle «prose» più smaglianti! compatte, spiritose della latinità. E' un discorso giudiziario: col De Magia, Apuleio autore, delle Metamorfosi, ossia dell'Asino d'oro, filosofo platonico, studioso di scienze naturali,' oratore facondissimo, poeta, circa l'anno 158 dopo Cristo, nella città cletrpalosaseovledsucdi Sabrata, si difese, dinanzi sal proconsole romano Claudio |cMassimo, dall'accusa di essere mago, o meglio, secondo popolari superstizioni, stregone, -e dì aver esercitato incantesimi, compiuto fatture, commésso crimini demoniaci. Le sue pàgine sono davveVò.'splendide, la nettezza .del contorni,' là, variata e serrata é modulata razionalità che incalza e dimostra, la tagliente ironia, le vibrazioni scattanti di ogni parola, di ógni accento, e.la potenza dì evocazione, tipi caratteri costumi, portano' ben presto l'orazione .forense sul piano del grande racconto, del romanzo appassionante, del dramma. Apuleio con rapida, pacata e poi violenta progressione di effetti, st è posto, di fronte ai giudici nella curiosa posizione di giudice a sua volta, austero e beffardo. Tra le stoltezze, le piccole infamie, le prezzolate falsità,' l'Ignoranza grottesca di accusatori e testimoni, egli si erge con il suo grande intelletto, discrimina, distingue, chiarisce; sul buio della: credulità, sulla goffaggine plebea dei < cacciatori di streghe > la sua intelligenza getta luci balenanti, e la grazia mordente del perorare, e la sottigliezza che sfiora le eleganze dei sofisti, e la lunga, sovrana esperienza di autentico «intellettuale» si.propagano di episodio lo. episodio con incomparabile humour, con vittoriosa energia, illuministica e spirituale, sfumata e recisa. Ma Apuleio era soprattutto un artista, e dalle pieghe del discorso balzano vivi, pittoreschi i personaggi della sua avventura, appare tutta una società. Francesco Della Córte con gusto sicuro e taglio brioso, con moderazione e discrezione impeccabili, con delicatezze di umanista ha approfittato delle possibilità <comiche» del testo antichissimo, e ne ha ricavato ì dialoghi, l'azione scenica, il «processo» che iersera, al Teatro Gobetti, ci ha divertito. Bisogna ascoltarlo con un certo amore, di quella remota, • serena bellezza del dire, dell'investigare, del ragionare, bisogna abbandonarsi al fascino, dì quegli ornatisslml è- pur conpretì. spiriti di saggezza, di rettòrica, e di poesia. E' una suggestione secolare e incan-r tevole: le parole di allora si fanno attuali, «moderne», sono le stesse, parole e fatti e persone, che ci circondano, che ascoltiamo ogni giorno. Ma quale intonazione, che armonia, che suono! Sullo sfondo, la « dolce vita » di un'età corrottissima; al proscenio un ridicolo accusatore, l'avvocato Tannonio, che enocciola i suoi argomenti puerili i testimoni, comprati o idioti o malvagi, un pescatore analfabeta, una donna epilettica, un effeminato bellimbusto, una sgualdrina procace e turpe, e poi lui, Apuleio che via via, ad una ad una rompe le maglie della rete, si libera da quell'impostura. La storia di Apuleio è questa. Giunto, in uno dei suoi molti viaggi, a Oea (Tripoli), egli vi si ferma a lungo tra amici e ammiratori, e finisce con lo sposare una matrona ricchissima, non giovane, anzi di parecchio più vecchia di lui, Pudentilla, che male aveva sopportato una vedovanza di quattordici anni per amo re dei figli, allo scopo di allevarli'senza impaccio di patrigni, e che ora, fatti uomini i due ragazzi, e pur sempre tormentata da disturbi che sol tanto un nuovo matrimonio potrebbe sanare, accetta le nozze con il filosofo, con il sapiente, che è anche un bell'uomo raffinato e piacevole. Anzi la prima Idea delle nozze era venuta proprio al primo figlio di Pudentilla, Ponziano, legatissimo ad Apuleio. Ma all'improvviso la situazione muta. Ponziano, marito di Erennla figlia di Rufino, diventa acerrimo nemicò di Apuleio; poi muore quasi misteriosamente, L'altro figlio di Pudentilla, Pudente, è uno strumento nelle mani dello zio Emiliano e di quel Rufino e della stessa Erennia, che già pensa a rimpiazzare il marito defunto con l'ingenuo e stolto cognato. In breve, l'accusa si delinea. Apuleio avrebbe Indotto Pudentilla a sposarlo con arti magiche, con uso di nefandi afrodisiaci, per impossessarsi del suo patrimonio; se si riuscisse a dimostrare questo, non sarebbe difficile un'altra, più atroce accusa, quella di aver ucciso, sempre per stregoneria, il povero Ponziano. Ma Apuleio con scaltrissima abilità, con una Ininterrotta, raggiante dimostrazione di buon senso, con ben dosato sdegno morale, dimostra l'assurdità del processo a suo carico; e non esita, dimostrando, illustrando, ironizzando, semplice e sarcastico, frésco e immediato nel fraseggio, astuto. e a tratti ispirato, non esita a descrivere con realistici, foschi colori l'ambiente e il modo della macchinazione. Qui, in questi passi stupendi si anima, si agita, vive tutta una società; è il vecchio Rufino libidinoso e ruffiano, che vende la moglie ai migliori offerenti, è sua figlia Erennia che bistrata, truccata, invitante si offre agli sguardi cupidi, e non solo agli sguardi dei giovani, è Pudente che trascorre le sue giornate fra gladiatori e prostitute, tuttavia attratto dalle perversità di Erennla. Si pensi che nelle pagine di Apuleio, e nello spettacolo di iersera, tutto ciò è trattato ìsinperfuPtailpccvmvdtovznndral'mcrèpqcpimqprsbcstdsnrdgictmmfasdsadilgddlbG(bpctszgdcgdMrStmgdsgcfzaicsstptdncOs con disertissima intonazione letteraria, con sapida e controllata facondia, con mirabile precisione di linguaggio, e si avrà un'idea del carattere, dello stile, del fascino della curiosa, insolita, attraente rappresentazione. Alla quale ha dato ottimo contributo Renzo Giovampietro nella parte di Apuleio: . Siamo lieti di dir bene di' questo giovane attore: la sua -dizione fu davvero efficace*, modulata, netta, compren¬ siva di ogni parola, condotta con raro equilibrio tra l'espresìsivltà scenica e la grazia umanistica del discorso. Suoi compagni di. recitazione, non tutti e non . sempre intonati . alla raffinatezza dello spettacolo, furono Iginio Bonazzi, Franco Passatore, WaTly Salio, Lucetta'Prono, il-Marchese, il Sales, il Noli, Luigi Buscaglione. Il puDbllco particolarmente' incuriosito ha seguito lo spettacolo' con la più cordiale e divertita attenzione, ed ha vivamente applaudito con rinnovati battimani. f. |j.

Persone citate: Francesco Della Corte, Francesco Della Córte, Franco Passatore, Iginio Bonazzi, Luigi Buscaglione, Renzo Giovampietro, Sales, Salio

Luoghi citati: Apuleio, Oea, Torino, Tripoli