La difesa chiede l'incriminazione dell'agente che ha "scoperto,, i dentisti

La difesa chiede l'incriminazione dell'agente che ha "scoperto,, i dentisti Colpo di scena al processo di Mondovì La difesa chiede l'incriminazione dell'agente che ha "scoperto,, i dentisti Appartiene a un'agenzia privata d'investigazioni - Si era finto cliente per accertare che quattro odontotecnici esercitavano abusivamente la professione negli studi di due sanitari - L'eccezione è stata respinta (Dal nostro corrispondente) Mondovì, 26 aprile. Il processo dei dentisti e degli odontotecnici, iniziatosi oggi nel tardo pomeriggio alla pretura di Mondovi, dall'ambito strettamente locale ha finito per trasferirsi sul piano nazionale sin dalle prime battute del dibattimento. Noto è ormai l'antefatto della vicenda. Un anno e mezzo addietro la sezione provinciale dell'Amdi (Associazione medici dentisti italiani) inoltrò alla magistratura un esposto nel quale si accusavano quattro odontotecnici monregalesi di esercitare abusivamente la professione sanitaria, odontoiatrica nella fattispecie, con la tacita (anzi remunerata) connivenza di due dentisti. Per documentarsi l'Amdi aveva scelto una procedura alquanto insolita: anziché rivolgersi ai carabinieri preferì servirsi di ■un'agenzia di investigazioni privata. L'agenzia inviò sul posto due suoi agenti, un uomo ed una donna i quali visitarono gli studi dentistici del dott. Alfonso De Lucia in via S. Agostino e del dott. Bruno Meso, in piazza Martiri della Libertà. A visitare l'uomo, non sarebbero però stati i due odontoiatri, bensì i loro meccanici (Lorenzo Giuliano, dipendente del dott. De Lucia, Anselmo Balduinotti ed Ezio Gasco, occupati presso lo studio del doti Meso) i quali esaminate attentamente le gengive del finto cliente gli indicava le cure necessarie, rilasciandogli il richiesto preventivo-spese. Il quarto odontotecnico, il signor Bartolomeo Caroli, residente in via Rosa Covoni, non era in casa. La signora Garoli pre gò il « cliente » di ripassare più tardi, specificando comunque che il marito non l'avrebbe potuto curare, al massimo gli avrebbe apprestato un appa- recchio di protesi. SuU* scorta di tali elementi, dopo lunga istruttoria, l'autorità giudiziaria rinviò a giudizio del pretore il Garoli, il Gasco, il Giuliano ed il Balduinotti per esercizio abusivo della odontoiatria; il dott. Meso e il dott. De Lucia per concorso in tale reato. Le formalità d'apertura del procedimento odierno hanno riservato colpi di scena. Non solo l'Amdi provinciale, in proprio, ed il suo presidente dott. Manfredi, si sono costituiti parte civile, assistiti dall'avv. Manneschi; ma la stessa associazione nazionale di categoria, in persona del presidente sen. Benevetti inoltre si sono costituite anche la Federazione nazionale dell'Ordine dei medici, sia in proprio che in persona del presidente on. prof. Chiarolanza e l'Ordine dei medici della provincia di Cuneo, anche in persona del suo presidente dott. Donadei, tutti patrocinati dal l'avv. Funari di Roma. Contro tali costituzioni è insorto l'intero collegio dei difen sori (avvocati Jemina di Cuneo e Cuniberti di Mondovì per il Balduinotti e il Gasco; avv. Ferrerò di Torino per il De Lucia, avv.' Prette di Mondovì per il Giuliano, avv. Zappino di Mondovì per il Garoli ed avv. Ladon di Ceva per il Meso) il quale ha sollevato l'eccezione dell' inammissibilità motivata dall'* assenza d'interesse ». in quanto le categorie rappresentate non avrebbero riportato danni né patrimoniali né morali. Il pretore dott. Allegri si è ritirato in Camera di Consiglio e vi è rimasto un'ora e mezzo: è rientrato con una ordinanza di quattro pagine per respingere tutte le costituzioni di parte civile, tranne quella (accolta con riserva) dell'Amdi provinciale che potrebbe essere sostenuta sotto il profilo del danno patito, cioè delle spese sostenute per le indagini preliminari. Il giudice scioglierà po' la riserva dopo l'escussione dei testi. La difesa è ripartita subito alla carica e per bocca del decano, aw. Jemina, na proposto un'eccezione clamorosa Ha sostenuto la tesi dell'cagente provocatore », rilevando cioè che l'investigatore Giovanni Barbero avrebbe provocato partecipato alla commissione dei fatti addebitati agl'imputati. L'avv. Jemina ha chiesto pertanto di incriminare il teste Barbero, contestandogli il reato di esercìzio abusivo. Tale eccezione è stata respìnta dal pretore. Alle 22, il pretore ha aggiornato l'udienza, rinviandola a martedì 2 maggio alle ore 15. n. m.

Luoghi citati: Ceva, Cuneo, Mondovì, Roma, Torino