Intervista con il ministro Gonella su magistrati, avvocati e riforme di Gigi Ghirotti

Intervista con il ministro Gonella su magistrati, avvocati e riforme Perché te cose deità giustizia vanno cosi lente? Intervista con il ministro Gonella su magistrati, avvocati e riforme Previsto un aumento di 1400 magistrati nei ruoli - Corti d'appello con tre magistrati invece' di cinque - Modificare la legge sul gratuito patrocinio - Saranno costruite carceri moderne fuori dalle città: anche le «Nuove» di Torino cambieranno sede . (Dal nostro inviato speciale) Roma, 22 aprile. Perché le cose della giustizia vanno così a rilento in Italia? Perché in un'ora un uomo compie il giro della Terra al di .sopra dell'atmosfera, e nei processi noi non riusciamo in un'ora nemmeno ad ascoltare una intera testimonianza? Abbiamo posto la questione al ministro de'U Giustizia, onorevole Guido Gonella, che ci ha ricevuto nel suo studio. < Per sveltire il corso della giustizia — ci ha risposto il ministro Gonella — ho Tatto delle proposte che, già. approvate dal Consiglio superiore della magistratura, si trovano ora all'esame del Parlamento: in primo luogo la riforma del Codice di procedura civile, che snellirà 11 rito; poi l'aumento di 1400 magistrati nei ruoli, il che permetterà una trattazione più rapida degli affari giudiziari; è in corso, inoltre, l'aumento degli organici dei cancellieri, degli.ufficiali giudiziari, degli uscieri e dei dattilografi. Questi ultimi sono una novità assoluta nel mondo giudiziario. Ne sono previsti 1700. Infine è allo studio la riforma delle circoscrizioni. Saranno soppressi gli' uffici giudiziari la cui esistenza non è più giustificata da sufficiente lavoro: i giudici che vi sono addetti saranno meglio impiegati in altri uffici. Un'apposita commissione, mista di magistrati e di parlamentàri, ha'già suggerito di sopprimere una ottantina di preture: il Parlamento deciderà». Sempre per sveltire il lavoro giudiziario, ha proposto di ridurre il numero del componenti i collegi giudiziari: da setto a cinque, in cassazione, da cinque a tre in appello.'Tra breve presenterà il.disegno di legge al Parlamento. Con collegi a ranghi ridotti, si potrebbero aumentare le sezioni dei. tribunali, delle corti d'appello, della cassazione. L'agitazione dei professionisti è per cessare, ormai, e gli avvocati lunedi ritornano al .lavoro nelle aule: che cosa ne pensa il ministro di questa paralisi che per due volte, in breve giro di settimane, ha colpito il lavoro del palazzi di giustizia? Ci dice il'ministro: « Preferisco non pronunciarmi: la cosa ormai è risolta. D'altro canto il Presidente del Consiglio ha ripetutamente dichiarato che non pone pregiudiziali sugli emendamenti .che »^rt*S^^^ vorrà adottare sulla legge che è all'origine della protesta ». Ma è proprio sulle caratteristiche di questa legge che insistiamo per avere dal ministro nuovi chiarimenti: come mal molti paesi sono ormai orientati verso la giustizia gratuita, e da noi lo Stato prende di mira gli atti giudiziari per ricavarne nuovi introiti? La rispósta dell'on. Gonella si fonda su un sottile «distinguo»:, la Costituzione, egli dice, assicura la difesa gratuita ai «non abbienti». Chi non appartiene a questa categoria è tra gli « abbienti » evidentemente e quindi la giustizia se la deve pagare. « Sono d'accordo — ci dice 11 ministro — che la legge sul gratuito patrocinio è vecchia e va modificata. E' logico, anche, che il governo faccia" il massimo sforzo per alleggerire anche gli abbienti degli oneri di giustizia.' Ma la statistica ci dice che il costo della vita, rispetto all'anteguerra, è aumentato di sessanta volte, e anche più, mentre le tasse di giustizia sono aumentate solo quaranta volte, quindi, proporzionalmente agire in giudizio costa meno oggi che in passato. Per venire incontro al desiderio del magistrati ho promosso una legge per il miglioramento del trattamento economico dei magistrati. Ciò costa allo Stato un onere di quattro miliardi e mezzo all'anno. La copertura è assicurata per cinque sesti dal pubblico registro automobilistico: per la parte residua, circa 700 milioni, si calcola di trovare la copertura nell'ambito delle tasse giudiziarie. Ora mi auguro che il Parlamento possa risolvere il problema della copertura integrale della spesa in modo diverso, senza aggravio sugli affari di giustizia». Il ministro della Giustizia risponde a un altro nostro quesito:, come mai la giustizia è l'eterna Cenerentola del bilancio di Stato? «Tre anni fa — ci ricorda l'on. Gonella — lo Stato spendeva per la giustizia 68 miliardi. Oggi 85, al quali si aggiungono dodici miliardi per i nuovi edifici carcerari, e altri dieci per i nuovi palazzi di giustizia ». Ma saranno questi, chiediamo, miliardi spesi bene oppure ci si preparano nuovi monumenti di marmo, ricchi di corridoi e gradinate d'onore e poveri di aule e di uffici, come quello di Roma e quello di Milano? < Un alto magistrato, 11 consigliere Reale, fa parte del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici con il compito di far presenti le esigenze funzionali dell'edilizia giudiziaria. La direttiva del Ministero della Giustizia, In questo campo, è di abbandonare l'inutile, pur conservando il decoro: ma io non costruisco palazzi, è chiaro! La responsabilità è dei Lavori Pubblici Desidero farle notare — ci dice il ministro — lo sforzo che stiamo com 'piendo per il rinnovamento delle carceri italiane II p ano generale comporta la spesa di -sessanta miliardi. Ci troviamo però avvantaggiati dal fattoi che alienando le aree costose nell'Interno della citta, dove sorgono le vecchie carceri, possiamo ricavare quanto basta per costruire più ampi e moderni istituti penitenziari alle periferie. Ciò avverrà anche a Torino. Che bisogno c'è che le carceri siano nel cuore della città? Si tende "ad abbandonare il criterio del grandi penitenziari. < Ho visitato nei mesi scorsi molti istituti carcerari, in Svezia, in Norvegia, in Inghilterra. A Stoccolma c'è una prigione dove i detenuti lasciano le celle durante il giorno per recarsi a lavorare fuori, anche In aziende private. La sera ritornano normalmente. In Italia cerchiamo di avvicinarci a questi concetti: carceri per duecento detenuti, al massimo, in modo che siano più facili i contatti con le famiglie, più facile il loro recupero. Questo risponde al precetto costituzionale di umanizzare la pena e favorire la rieducazione del punito. Gigi Ghirotti

Persone citate: Gonella, Guido Gonella, Reale