Andremo su Marte ma ignoriamo che cosa c'è nel cuore di una scimmietta di Nicola Adelfi

Andremo su Marte ma ignoriamo che cosa c'è nel cuore di una scimmietta Lo zoo della capitale compie cinquant'anni Andremo su Marte ma ignoriamo che cosa c'è nel cuore di una scimmietta Pensa, è capace di odio e di amore, ha coscienza del dolore? - Un tempo il giardino zoologico era frequentato soprattutto da bimbi, ora i più assidui sono gli adulti - Un deputato, un sacerdote e una principessa restano ore e ore a contemplare gli animali - La strana storia d'una volpe addestrata a rubare galline e portarle al padrone (Nostro servizio particolare) Roma, 19 aprile. Si chiama c maresciallo >, è una piccola, comune volpe dell'Agro Romano, e ha l'aspetto innocente, anche se una notte venne sorpresa e agguantata dai carabinieri, portata difilato in un carcere. La sua storia ebbe inizio un paio di anni fa, quando dalle cascine di un vasto territorio a settentrione di Roma cominciarono a piovere sulle caserme dei' carabinieri denunce per furti di polli. Per mesi le forze dell'ordine pattugliarono le1 campagne, fecero appostamenti notturni, pedinarono individui sospetti. Infine il ladro fu scoperto: era vefostpevestmcozicostcocotedanHnmuna piovane volpe, addestrata {bda una persona che non fu J gupossibile identificare, a pene trare di notte nel pollai, ruba re una gallina per volta e portarla fedelmente a chi di dovere; in poche ore di lavoro, mandante e sicario riuscivano a catturare fino a venti pólli. La volpe aveva un collare da cane e si lasciò arrestare dai carabinieri con mansueta. fiducia, talmente era abituata alla convivenza coti gli uomini. < Maresciallo > non dà segni di rimpiangere il tempo della libertà a-dei furti. Sta, si, in una gabbia, allo zoo di Roma, ma ha,compagni, un'abitazione comoda, il cibo assicurato. E un certo numero di amici assidui fra gli uomini: anche un deputato, un sacerdote, una principessa. Vanno là con gli alimenti preferiti dall'animale, gli discorrono sottovoce, lo scrutano a lungo; e sono come affascinati dall'assurda speranza di poter penetrare nel misterioso mondo dei pensieri e dei sentimenti di una piccola, comune volpe dell'Agro Romano. E' questo un aspetto curioso del nostro tempo: più l'uomo si avventura lontano dalla terra, più cresce la sua ansia di mi surarsi con l'infinito spazio, e maggiori diventano l'interesse, gli studi, vorrei dire la premura intorno alla multiforme e arcana famiglia degli animali, da quelli cosi piccoli che l'occhio umano neppure li scòrge a quelli che vivono liberi nelle foreste oppure dentro, accanto alle case degli uomini. Vien voglia di pensare che l'umanità sia resa sgomenta degli squarci aperti nella volta celeste è che un segreto istinto la porti a ripiegarsi su se stessa e sul suo ambiente naturale, - sugli esseri, che la circondano da sempre. Ci sembra ' altresì che l'accresciuto affetto per la natura contenga un chiaro avvertimento: .dice agli uomini- che certamente i razzi e i missili, i viaggi interplanetari, le velocità iperboliche aprono davanti agli scienziati e alla fantasia popolare prospettive straordinarie, abbaglianti, ma che un viaggio ben più appassionante e arduo la scienza può avviare solo che si guardi intorno e cerchi di far luce nella nera notte che tuttora avvolge il volo di un'ape o l'accorato pianto di un povero asinelio. Perché quell'ape vola e quell'asinelio piange? Ossia da quali leggi o stimoli o motivi è determinato il comportamento degli animali? Infine, qual è la personalità di una formica 0 di un elefante? In questo campo, ch'è forse egualmente infinito e altrettanto misterioso di quello che vediamo alzando gli occhi al cielo, le no stre conoscenze non hanno compiuto quasi alcun progres so da quando 1 primi uomini strisciarono nudi sulla terra e si avvidero di avere come compagni in questo mondo un'inimensa moltitudine di esseri viventi: nel cielo, sulla terra, nel mare. Sicché oggi, dopo alcune mi giaia di secoli, gli uomini stanno ancora a domandarsi come 1 loro primi progenitori: gli animali pensano, sono capaci di odio e di amore, h-nno co scienza del dolore? E' solo un istinto meccanico oppure è qualche cosa di più elevato che li guida nella loro avventuro sa esistenza per procacciarsi 11 cibo, per riprodursi - e proteggere la prole, per procurar si un'abitazione e in tutte le altre circostanze della loro vita? Sono Interrogativi remoti e tuttora insoluti. Le indagini più pazienti e I più potenti mezzi di ricerca scientifica non hanno portato neppure.un fioco lume nelle tenebre che celano agli occhi degli uomini il comportamento di un moscerino o di una scimmietta Forse verrà il giorno in cui l'uomo camminerà orgoglioso sulla Luna o sul pianeta Marte, ma starà ancora arrovellandosi per scoprire le leggi che regolano il trascorrere delle ore in un consorzio di termiti o per afferrare il significato del sorriso di un cucciolo. . Intanto, mentre dura il mistero, di anno in anno aumenta il numero dei libri e dei film che ci parlano della natura, sempre più violente vanno diventando le reazioni del pub blico contro coloro che feriscono la natura. Altri Indizi dell'accresciuto interesse degli uomini per il mondo animale, e tutti precisi, circostanziati, si ricavano conversando col prof Ermanno Bronzini, biologo eminente e direttore del giardino zoologico di Roma Prima i ella guerra 1 visitatori non arrivavano a 300 mila l'anno, e oggi sono poco meno di un milione Una volta i visitatori erano in prevalenza ragazzi e bambini, oggi invece la maggioranza è formata di adulti. Fino a qualche anno fa la gente girava per lo zoo alla ricerca soprattutto degli animali esotici e più vistosi, elefanti, leoni, giraffe; oppure più dì- Lstfiaratibqsprecol'ai zovvvmsomcctotutiloncUbdzliCsrtsodnfdCcvqrpqvspQtlcaMpslzr—pvaglrmpbdtsavdbcsgssc vertenti, come le scimmie o le foche. Ancora oggi sono questi gli animali più popolari, però può anche accadervi di vedere comitive formarsi e sostare accanto ad animali comuni, e quasi sempre potete cogliere là mezzo un'attenzione curiosa, quasi trepidante. Quest'anno Io zoo di Roma compirà cinquant'anni. Fu costruito da Carlo Hagenbéck, commerciante tedesco di belve, costò un milione di lire e a suo tempo era lo zoo più moderno del mondo: al posto di gabbie anguste, come si usava allora, Hagenbéck mise a disposizio ne degli animali vasti spasi in modo che fossero il più possi- bile liberi. Durante l'ultima guerra, lo zoo euiigrò, presso gmldsccadusgbmeLatina, ma la carestia menò strage. Oggi è più popoloso e fiorente che mai: circa 3600 animali tra i più rari o più rappresentativi dei cinque continenti sono presentati in ambienti che cercano di imitare quelli in cui vivono le varie specie. E si prepara a celebrai re il suo mezzo secolo di vita con molte manifestazioni: fra l'altro adunando a .congresso i dirigenti di tutti i giardini zoologici del mondo. Lo zoo è come una città, do ve gli abitanti nascono o arrivano da contrade remote, diventano adulti, mettono su famiglia, muoiono; dove molte sono le ore liete o spensierate, ma di tanto in tanto scoppiano cupe tragedie. Ed è una città che richiede uh governo attento, un'amministrazione pun tuale, un'organizzazione scien tifica imperniata su uno stuo lo di biologi, dietisti, veterinari, chirurghi, studiosi di psicologia animale. Una città tutta particolare. Uno scrittore meticoloso, Al berto Ceretto, la frequenta da decenni con amorevole attenzione e ne ha ora ricavato un libro, < Cuccioli e belve > (ed Cino Del Duca), denso di episodi e di fotografie curiose, ricco di informazioni poco note. Il libro "non ha pretese scientifiche, ma si limita alla osservazione dei fatti, lasciando che sia il lettore a coglierne il significato intimo. Via via che attraverso quei fatti il mondo degli animali si distende e si precisa, Alberto Ceretto ci prende per mano e col suo tono dimesso ci avvia verso una conclusione che, di questi giorni e con questi chi a-5 ri di luna, ci sembra capitata proprio.nel.momento giusto. E' questa qui: tutti gli esseri viventi, uomini o animali che siano, percorrono le stesse tappe fondamentali nel loro viag- gio terrestre: nascono, amano, muoiono. Variano i modi, ma la sostanza è tutta là. E quando si è capito, questo, ma sul serio, col cuore ancor prima che col cervello, molte albagie cadono. Eterna, anche se miai ascoltata, è dunque la lezione della natura: una lezione di umiltà, l'invito a non crederci semidei solo perché slamo in grado di costruire macchine belle, lucide, Ingegnose, capaci magari di volare verso satelliti e pianeti. Nicola Adelfi

Persone citate: Alberto Ceretto, Carlo Hagenbéck, Ceretto, Cino Del Duca, Ermanno Bronzini

Luoghi citati: Roma