Nasce la repubblica in Spagna: pacifica rivolta prima del dramma di A. Galante Garrone

Nasce la repubblica in Spagna: pacifica rivolta prima del dramma IL 14 APRILE DI TRE NT' ANNI FA Nasce la repubblica in Spagna: pacifica rivolta prima del dramma La paternalistica dittatura di Primo de Rivera, la crisi economica, la resistenza degli intellettuali avevano minato il vecchio regime - Battuta nelle elezioni amministrative, la monarchia cadde senza sangue, in un'atmosfera di festa - Ma i gravi problemi del paese non trovarono una definitiva soluzione democratica 81 compiono trent'annl dalla proclamazione della seconda repubblica spagnola. (La prima, quella del 1873, era durata poco più di un anno, e non aveva lasciato traccia). Fu una rivoluzione incruenta, unanime, festosa. La mattina del 14 aprile 1931, in tutto il Paese ormai ai sapeva, Ano ai più remoti villaggi, l'esito delle elezioni amministrative di due giorni prima: uno schiacciante plebiscito in favore della repubblica. Cortei, bandiere, trapasso pacifico dei poteri. Il nuovo governo ingiungeva ad Alfonso XIII di partirsene « prima del tramonto >. Quella sera stessa il re saliva su un Incrociatore, e all'alba del 16 sbarcava a Marsiglia. Come qualcuno allora disse, fu < l'allegro ed eccessivamente generoso congedo della monarchla>. A tanto si era giunti dopo il lento sgretolarsi e sfaldarsi della dittatura del ■ generale Primo De Rivera, salito al potere nel 1923 con un colpo di Stato che era stato favorito dai disastri marocchini, dalla connivenza del monarca, dal serpeggiare d'inquietudini sociali, dalla crisi economica del 1921, dalla grettezza e inefficienza delle classi dirigenti e dal regime parlamentare. De Rlvera era un dittatore bonario, non privo di buon senso, con qualche venatura di paternalismo verso 1 movimenti sindacalisti e socialisti. Il suo autoritarismo serbava ancora un certo .sapore arcaico, e s'Inquadrava In un diffuso affermarsi del conservatorismo nazionale e delle .tendenze autoritarie nell'Europa di quegli anni: In Italia, Ungheria, Portogallo, Polonia, Lituania, Austria, Jugoslavia. Non era ancora 11 totalitarismo feroce che poi conoscemmo, ma già qualcosa di profondamente corruttore, un segno di stanchezza e di crisi nel mondo. La flaccida fibra, di questa dittatura si era venuta sempre più logorando in Spagna. Una sorda opposizione cresceva in tutto il Paese. L'insofferenza e il disagio portavano moderati come Alcalà Zamora dal campo monarchico a quello repubblicano. Le diverse frazioni repubblicane trovavano fra: loro la via dell'accordoJe prendevano contatto pon 1 dirigenti socialisti, anch'essi ormai decisamente aspiranti a un mutamento di regime.. Diceva Largo Cabali ero: « Quale repubblica? non importa quale; lo vedremo dopo >. . * • Tra le cause di questo afflosciarsi della dittatura ricordiamo, accanto al risveglio dei movimenti popolari, una grave crisi economica, in parte riflesso della più vasta crisi mondiale, in parte conseguenza della cocciuta politica monopolistica di De Rivera, che gli aveva alienato le simpatie della finanza straniera. Ma non dobbiamo dimenticare un altro fattore di gran peso, la bellissima resistenza degli intellettuali. Era la c generazione del 1898 >, che dalla guerra di Cuba in poi aveva lottato per ricongiungere culturalmente la Spagna all'Europa, e sentiva ora l'imperioso dovere di calare 1 suol Ideali di libertà nella politica, nella fondazione di un nuovo Stato. Manuel Azaria era forse il rappresentante più alto di questa generazione. Sotto il premere di tali forze congiunte, e abbandonato dal re e dallo stesso esercito, De Rivera si dimetteva, nel gennaio 1930: e fu allora un precipitare degli avvenimenti verso la repubblica. Sotto il governo del gen. Berenguer, gli avversari si coalizzarono, e decisero l'insurrezione prima per l'ottobre, poi per 11 dicembre. La prematura, eroica rivolta della guarnigione di Jaca mandò a monte il piano insurrezionale. Ma l'ondata di fondo dell'opinione si era fatta lrre sistibiie. I capi dell'opposizione, tratti in arresto, dal Car cere Modello di Madrid respingevano le proposte di accordo avanzate dagli ultimi vacillanti sostegni della monarchia. II governo di Aznar, succeduto a quello di Berenguer, cercò una estrema via di uscita nelle elezioni generali amministrative: ma i socialisti e i repubblicani seppe.ro farne un trionfale plebiscito per la repubblica. Cosi, nacque la repubblica del 14 aprile, in un momento di entusiastica unanimità. Essa fu salutata con gioia da tut ti gli spiriti liberi. Agli italiani antifascisti parve Un segno fausto: una battuta d'arresto, anzi un primo rovesciamento della squàllida avanzata delle dgsrltgnsnGgpcmriepspsmnmc„ol „„ot„ „„„,.forze retrive nel nostro paese e nel mondo. . Oggi, a tanta distanza di an-ni e di eventi, ci è consentito un sereno bilancio di quello che la seconda repubblica spagnola riuscì a realizzare. Mettiamo senz'altro all'attivo l'elaborazione di una Costituzio ne modernamente ardita; la riforma della scuola. Ispirata da quel grande educatore che furde los Rios; la riforma del l'esercito; il separatismo .nei confronti della Chiesa di Spa gna; un principio di autonomia regionale, e la lotta contro il vecchio clientelismo (il cactQui.snto ) ; e al di sopra di tutto, 11 rigoglioso affermarsi Jaa, eieràititi -glande proprietà j delle forze culturali. E chi voglia rendersi conto di ciò che significò questo lievito di libera cultura, può leggere 11 bel libro di Aldo Garose! sugli intellettuali e la guerra di Spagna. Accanto alla « generazione del '98 >, fece allora le sue splendide prove la nuova generazione di Hernandez e di Garcia Lorca. Si voleva una Spagna migliore, un mondo migliore. Fu proprio un poeta, Garcia Lorca, a dire in quegli anni: <Se mi pongono su una bilancia il risultato di questa lotta: qui, il tuo dolore e il tuo sacrificio, e qui la giustizia per tutti, sia pure con l'angoscia del passaggio verso un futuro che si prevede ma che s'ignora, io scarico il pugno con tutta la mia forza su quest'ultimo piatto della bilancia». Fra le non- poche passività, la principale fu la mancata riforma agraria. Azaria ne aveva pur sentito l'urgenza, e fin dai primi tempi, aveva detto alle Cortes: « Se vogliamo fare la rivoluzione di Spagna altrimenti che con delle inserzioni sulla Gazzetta Ufficiale, dobbiamo raggiungere le fondamenta stesse della società attuale e porvi, costi quel che costi, la pietra angolare dell'edificio di domani >. Qualcosa, per la verità, si tentò di fare.- Ma venne a mancare la forza propulsiva, di schianto. Fu questo il limite, l'errore anche degli uomini migliori, come Azaria. Si concepivano le riforme illuministicamente, dall'alto. Non si suscitarono le forze che avrebbero potuto sostenere la grande opera; u là dove queste forze c'erano, ma disordinate e confuse, non si seppe incanalarle in nuovi ordinamenti politici e sociali Dobbiamo anche dire che, più degli errori degli uomini, pesarono sul destino della repubblica spagnola la secolare arretratézza economica, la fragilità e la lentezza dello sviluppo industriale, come ci ha dimostrato il grande storico iberico Vlcent Vlves, da poco scomparso. Non era facile impresa affrontare problemi irrisolti da secoli. Era fatale che tutte le forze conservatrici, estranee o avverse alla repubblica fej Chie- ml'uè qucemsurostrezireprnugrqufomnonafulainGsoaulavedsiziterriera —, man mano si rl-j] prendessero) e 11 paese scivolasse verso destra. Un drammatico punto d'arresto fu l'insurrezione delle Asturie, nell'ottobre del '34. Risale all'Indomani di queste giornate un bellissimo articolo di Carlo Rosselli nel Quaderni di Giustizia e Libertà. Era un atto di accusa contro le c'ebolezze, le illusioni, i compromessi del 14 aprile, ma anche un atto di fede nella virtù degli spagnoli. < In questa Europa rattrappita e invigliacchita, dove la ■srIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHI massa è ridotta a pulviscolo e l'uomo a suddito, le spagnolo è e resta uomo sotto qualunque regime >. Nelle Asturie, diceva, era nato un nuovo sentimento di dignità; ormai nessun movimento fascista in Europa avrebbe potuto conquistare il potere senza scatenare la guerra civile. Nel febbraio del '36 le elezioni politiche parvero segnare In Spagna un'impetuosa ripresa delle sinistre, e preannunciare l'Imminenza della grande riforma agraria. Ma quella fu l'ora in cui anche le forze avverse, che non erano mai state sgominate, rialzarono il capo. Il fascismo internazionale si mise di mezzo. E fu la tragedia che tutti sanno. A. Galante Garrone