Un carabiniere si dimise per non arrestare la moglie

Un carabiniere si dimise per non arrestare la moglie Un carabiniere si dimise per non arrestare la moglie a n a à a a Una ex-gerente de La Provvida assolta dall'accusa di peculato H Tribunale ha concesso la libertà provvisoria ad una giova-' ne sposa, imputata di peculato e falso,. protagonista di una storia dolorosa. Quando aveva soltanto 13 anni, la donna (che ora ne ha trenta) era stata sottoposta a violenze, nel giórni- della guerra di Liberazione, ed aveva riportato uh trauma psichico -che forse si ripercuote ancor oggi su di lei. I giudici (Pres. Moscone, cane. Sacco), accogliendo la . richiesta del difensore aw. De Marchi, hanno rinviato il processo per una perizia psichiatrica ed hanno revocato l'ordine di cattura contro la donna che si è costituita all'udienza. Franca B. (omettiamo il cognome Lper. la delicatezza della vicenda), aveva conosciuto due anni fa un giovane sottufficiale del carabinieri Che l'aveva chiesta in moglie.. Per le Spese necessarie alle nozze per l'abito dà sposa la giovane, impiegata alle Poste, falsificò un bollettino di conto corrente e .si appropriò di 200 mila lire. Dopo 11 matrimonio risarcì il danno, ma l'irregolarità provocò il procedimento penale per falso e peculato. Il marito si trovò di fronte ad un grave, caso di coscienza: sapeva che sarebbe stato .spiccato l'ordine di cattura e che il suo dovere di carabiniere gli avrebbe imposto di arrestare la moglie. La donna Invece voleva tenersi nascosta «parando^ al' processo di ottenére attenuanti e benefici di legge. Allora: per non venir me¬ IIMIElllllillMUlHalllll!IUt11l!lllllllIIIIIIMIIIiriilll no al suo dovere. Il giovane presentò le dimissioni dall'Arma. — Una donna comparsa davanti alla Terza Sezione del nostro Tribunale, presieduta dal dottor Jannibelli, con l'accusa di peculato, ha ottenuto la piena assoluzione. Si chiama Edvige Sforaina, di 40 anni, residente in via San Secondo 10. Fino al giugno dello scorso anno tenne l'appalto della sezione tessuti del magazzino « La Provvida », del Ministero dei Trasporti. In due successivi controlli, risultarono mancanti merci per un milione e 292 mila lire; allora venne denunciata per peculato. Durante il dibattimento (P. M. Tonlnelll, cane. Casatelli, difesa Mamini e parte civile Leoni, dell'Avvocatura dello Stato) I fatti si sono delineati a vantaggio dell'imputata. Essa aveva sempre sostenuto, a sua giustificazione, di essere rimasta vittima di furti. Non li aveva mai denunciati perché temeva di perdere la concessione e cosi, fino a quando era stata In condizioni di farlo, aveva coperto gli ammanchi di tasca sua, con il provento del lavoro di sarta, che svolgeva anche nelle ore notturne. A questo titolo avrebbe versato circa 800 mila lire. I controlli del giugno 1959 misero tuttavia in luce la scomparsa di merci per quasi un milione e SOO mila lire e la Sforzina non potè far fronte. I testi hanno confermato le asserzioni dell'imputata. Una commessa si licenziò per-' che temeva di essere coinvolta' nel furti. Decisiva è statala testimonianza della gerente che subentrò alla Sforzina, la signó-. ra Becchiò. Quest'ultima cambiò le- serrature, adottò altre precauzioni, ma nonostante tutto, in pochi mesi, ebbe anch'essa a lamentare ammanchi per circa 900 mila lire. E le dovette rifondere all'amministrazione ferroviaria. Lo stesso P. M. dott. ToninelU ha chiesto l'assoluzione con formula dubitativa. Il Tribunale ha completamente scagionato la Sforzina « per non aver commesso il fatto ». llllillMlIIIIII]lllllllllllHIIMIIIIIIIMHIIIIIIIIIIiia

Persone citate: De Marchi, Edvige Sforaina, Leoni, Moscone, Sacco