L'assicurazione sulla vita di Maria Martirano tu firmata da Fenaroli la vigilia del dissesto di Gigi Ghirotti

L'assicurazione sulla vita di Maria Martirano tu firmata da Fenaroli la vigilia del dissesto Il processo di Roma è rip al punto dove cominciarono le indagini L'assicurazione sulla vita di Maria Martirano tu firmata da Fenaroli la vigilia del dissesto Il geometra, poi, falsificò la firma della moglie in una lettera che lo rendeva unico beneficiario dei centocinquanta milioni - I contatti con gli agenti di due società assicurative - Fu l'imputato a sollecitare la clausola dell'omicidio a scopo di rapina? - La deposizione del teste che ritrovò il cadavere dell'uccisa nell'appartamento di via Monaci - Nella camera oscura della «Vembi», dove furono nascosti i gioielli, poteva entrare soltanto Ghiani sbagliata la signorina del suo ufficio o mi sono sbagliato io nella mia lettera. L'assicurazione con Fenaroli venne senza che mi fossero dati quei moduli! ». « Io confermo — conclude Liba/nora — che Mazzucchelli prima mi parlò di un'assicurazione per Giovanni Fenaroli e poi, ventiquattr'ore o guarantott'ore dopo, anche di quella per la signora!». Libanora si ritira, rimane Mazzucchelli, intorno al quale si tenzona ancora per scoprire quale fu il misterioso snodarsi delle intenzioni: l'idea di uccidere la moglie venne a Fenaroli prima o dopo la polizza? Furono, per caso, le clausole aggiuntive, quelle postille in cui si elencavano tutte le infinite varietà di morte violenta a suggerire al geometra la soluzione del sicario? Mazzucchelli, su questi punti, non riesce a portare luci. Ancora Sacchi Su quest'wngolo del processo, in cui volteggiano centocinquanta milioni, nemmeno gli avvocati di parte civile hanno in fin dei conti troppa voglia di frugare: se si scoprisse che Fenaroli firmò in malafede, infatti, cadrebbe l'intero contratto. Se si potrà dimostrare, al contrario, che le cattive intenzioni sopravvennero soltanto in un secondo tempo, i Martirano senza dubbio si faranno vivi per reclamare l'eredità della sorella buonanima. Ultime domande ad Angelo Mazzucchelli: « Il pomeriggio dell'll settembre 1958 — chiede Franz Sarno — ricevette una telefonata da Milano, da parte di Egidio Sacchi?». <Non lo ricordo bene, ma penso di doverlo escludere ». < Afa lei conosceva Sacchi? Gli ha parlato spesso dopo il delitto?», s'informa Carnelutti. « SI, si, lo conoscevo, l'incontrai molte volte dopo il- delitto. Che cosa ne pensava Sacchi? Beh, era molto addolorato. Se avanzava dei sospetti nei confronti di Fenaroli? Mai, rr.xi! Diceva che gli ■: istigatori brancolavano nel buio. Se parlai a Sacchi della polizza sulla signora Martirano? No, mai fatto parola delle polizze con Egidio Bacchi». Mazzucchelli, tra rinnovati inchini, si congeda dai giudici. Dovrebbero salire al pretorio, adesso, il posteggiatore Mario G a a i . , o Guadagnoli, un'teste che avrebbe visto Ghiani a Roma la aera del 7 settembre, e la signora Agnese De Tommaso, quella del pollo. Ma Guadagnoli' non si è fatto trovare, ha cambiato casa, s'è allontanato dai genitori e dalla moglie e la polizia ora batte tutte le piste per rintracciarlo. La signora De Tommaso, pare che anche lei sia introvabile, e la Corte dispone di ricercarla perché ci illumini sul prezioso volatile. Per non perdere tempo, il giudice a latere dà lettura di due deposizioni istruttorie di notevole interesse. La prima è del direttore della «Vembi», Mario Lucano, morto nel luglio del 1960; l'altra è del giovane speleologo Marcello Chimenti che con la corda si calò dal terzo piano dello stabile di via Monaci SI e scoprì per primo il cadavere della strangolata. Si apprende dalla dichiarazione di Mario Lucano che' allo sgabuzzino in cui lavorava Raoul Ghiani per lo sviluppo dei microfilm nessuno aveva motivo di accedere all'infuori dell'imputato. La polvere < IIford », nel cui barattolo furono scoperti i gioielli, non veniva usata da molti anni nel laboratorio. Marcello Chimenti, studente in geologia, ora in piena attività speleologica nell'Iran, nella sua dichiarazione istruttoria narra di essere penetrato nell'appartamento del delitto per invito della portinaia che non riusciva a spiegarsi il silenzio di Maria Martirano. L'appartamento era in penombra. La luce rossa dello stabilizzatore di corrente, accanto al televisore, era accesa; la spina del telefono staccata, un lungo mozzicone di sigaretta in terra. Quando Chimenti apri la porta, il primo a entrare fu Luigi Martirano. Era sconvolto: atta vista del cadavere, bocconi sul pavimento, Luigi Martirano diede un grido: « Maria, Afaria/ ». La Corte ha accolto il materiale documentario richiesto giorni fa alle varie banche presso cui Giovanni Fenaroli aveva in corso dei conti correnti al momento del delitto e una relazione delle FF.SB. sul viaggio della « Freccia del Sud » la notte dell'll settembre 1958. Domani farà :vm'aitra '■ giornata dedicata alle cambiali, alle polizze, ai conti correnti e alle fideiussioni. Gigi Ghirotti L'assicuratore Renato Libanora seduto nell'emiciclo (a sinistra, di spalle) durante il confronto con il procacciatore d'affari Angelo Mazzucohelli. All'estrema sinistra (di profilo) appare il P.M. dott. Mauro (Telef.)

Luoghi citati: Iran, Martirano, Milano, Roma