Vietata la caccia ad aquile e avvoltoi

Vietata la caccia ad aquile e avvoltoi Sono "specie rare,, che scompaiono Vietata la caccia ad aquile e avvoltoi Divieto anche per l'uso di munizione spezzata contro la selvaggina ungulata (stambecco, camoscio, cervo, cinghiale, daino) Il Ministro per l'Agricoltura e Foreste, aderendo ai voti formulati dalle « Commissione internazionale dei confini alpini », sentito il parere espresso dal Laboratorio di zoologia applicata alla caccia e del Consiglio superiore dell'agricoltura e foreste, in base alla facoltà concessagli dall'art. 23 della legge-vigente ha emanato un decreto che vieta la caccia alle aquile ed ai vulturidi e l'uso di munizione spezzata per quella alla selvaggina ungulata ed alla marmotta. L'aquila, della quale fino all'emanazione del decreto suddetto era consentita la caccia, essendo in virtù dell'art. 4 della legge considerata fra i nocivi, è uccello che va scomparendo dalle nostre montagne. Se ne contano 15 specie tra Europa, Africa, As!-\ e Giappone, rappresenta .. più forte degli uccelli rapaci, vive sulle montagne più impervie, salvo qualche specie che frequenta le paludi e l'aquila minore che prende stanza anche in pianura; Sulle più alte vette d'Italia è stanziale l'aquila reale che si nutre in prevalenza di preda viva assalendo anche i piccoli degli stambecchi e dei camosci. I vulturidi, tutti rapaci, contano 25 specie delle quali solo tre in Europa. Il maggiore rappresentante in Italia ne è l'avvoltoio degli agnelli, che vìve a quote elevate ed in via di estinzione e del quale in base all'art. 38 è già vietata la caccia Si nutre di animali che lascia cadere dall'alto per frantumarli onde farne oggetto di pasto ed anche di carogne, ha una lunghezza d'ala totale che supera anche il metro e si trova nell'Europa centrale, in Asia, in Cina In Italia ne esistono rari esemplari sulle Alpi Marittime, al Colle di Tenda, sui monti dì Valdieri e del Bergamasco, in Sardegna ed in Sicilia. Alla selvaggina ungulata appartengono fra gli altri lo stambecco, il camoscio, il cervo, il-cinghiale ed il daino. Lo stambecco, il camoscio dell'Abruzzo, il muflone, i giovani camosci dell'anno e le madri che ii accompagnano, le femmine dei daini e dei cervi e la marmotta durante il letargo, non possono essere in nessun, caso uccisi in base all'art. 38. Per gli altri era in uso da noi anche la caccia con panettoni che, occorre riconoscerlo, non è sportiva dato che spesso i proiettili colpiscono senza fermarlo anche più di un animale del branco senza che sia poi possibile ricuperarlo. I montanari cacciatori obbiettano in proposito che la nuova disposizione favorisce quelli che posseggono armi di precisione spesso munite di apparecchi ottici di puntamento. La maggioranza delle nazioni civili ha da tempo vietato l'uso di munizione spezzata per la suddetta caccia. Da circa una settimana hanno preso dimora nei parchi delle ville cittadine, in sostituzione degli storni, alcune coppie di tortore che all'alba posate sulle più alte antenne del T.V. iniziano il caratteristico tubare. Le tortore che appartengono alla famiglia dei colombi che conta circa 500 specie, vivono -n tutto II globo e da noi sono migratorie arrivando in aprile e partendo dai primi giorni di settembre. Ne esistono di .varie specie con diverse livree; quelle della Cina, India, Giappone, Asia, Egitto hanno colori più vivaci. Per rispondere a diversi quesiti rivoltici in proposito, diciamo che quelle stabilitesi a Torino dovrebbero appartenere alla cosiddetta tortora orientale od a quella egiziana. Dovrebbe trattarsi di esemplari accodatisi a voli di tortore e di colombacci in migrazione, g. m.