L'ex questore Lospinoso ci racconta come aiutò quarantamila israeliti
L'ex questore Lospinoso ci racconta come aiutò quarantamila israeliti Nell'ora più oscura della follìa razziale nazista L'ex questore Lospinoso ci racconta come aiutò quarantamila israeliti Un articolo di Biagi e due lettere a "Specchio dei tempi" hanno fatto rivivere un episodio dimenticato - Accadde nel '42: da tutta la Francia occupata dai tedeschi gli ebrei fuggivano verso la zona Italiana - Furono trattati con umanità e ospitati negli alberghi della Savoia - Il funzionario di polizia, ora settantaseienne e in pensione, fu inutilmente braccato dopo l'8 settembre dalla Gestapo (Nostro servizio particolare) Roma, 4 aprile. «Sì, effettivamente ho avuto un ruolo di primo piano nel porre in salvo circa quarantamila ebrei riversatisi sulla Costa Azzurra... ». Questo dice, con tono burbero, l'ex questore dott. Guido Lospinoso di cui Enzo Biagi parlò nel suo articolo «Incontro con l'esperto giuridico di Israele in Germania», articolo che ha determinato due lettere a « Specchio dei tempi », una del colonnello Eremberto Morozzo della Rocca ed una di un ex dipendente di Lospinoso stesso, Michele Morzo. Anzitutto c'è da rispondere ai quesiti posti dall'avvocato Kempner e riferiti dal Biagi. Dunque: Guido Lospinoso è vivo e vegeto nonostante i suoi 76 anni; egli vive a Roma :n via Tor Fiorenza 28; è pensionato da circa otto anni; ha una buona conoscenza delle lingue e, in particolare, dell'inglese. Con uno pseudonimo scrive su alcuni periodici inglesi. Per migliorare il trattamento di pensione e i proventi della sua modesta attività giornalistica, cura anche l'amministrazione di alcuni immobili; attività, tipica questa di molti pensionati nella capitale. Guido Lospinoso venne collocato a riposo per raggiunti limiti di età nel 1953, dopo essere stato, successivamente, questore ad Udine e Caserta, ed Ispettore generale di pubblica sicurezza addetto al ministero dell'Interno. Lospinoso non dimostra l'età che ha. Qualche giorno fa — com'egli stesso ha raccontato — si recò a farsi visitare, per un principio di gastrite, da un medico il quale gli chiese l'età: « Settantasei anni », disse Lospinoso. « Non è possibile » replicò il medico. Eppure è proprio così. Lospinoso è nato a Bari quìndici anni esatti dopo :a breccia di Porta Pia. il 20 settembre del 1885. Entrò nella polizia a 27 anni, nel 1912, e la sua carriera si svolse per un certo periodo nella Francia meridionale, a Nizza E' stato Infatti per ben dodici anni addetto al consolato generale d'Italia 8 Nizza. Era allora console Lodi Fé. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale di questo se¬ colo, nel '39, Lospinoso rimpatriò. Venne assegnato al ministero con lè funzioni di ispettore generale. Quando, poi, la Francia venne occupata in buona parte dai tedeschi, gli ebrei dì Parigi e dei territori occupati si riversarono verso gli otto dipartimenti occupati dall'Italia ad opera della quarta armata del generale Vercellino. Ciò creò un fitto carteggio ufficiale tra Berlino e Roma. Ed ecco che cosa racconta Lospinoso: «Una sera venni convocato dal capo della polizìa, Senise, il quale mi disse che dovevo presentarmi immediatamente a Palazzo Venezia, da Mussolini, per ricevere un delicato incarico. XI Senise mi disse che per questo incarico s'erano fatti l nomi di quattro funzionari, ma che il comandante della quarta armata, generale Vercellino, s'era soffermato sul mio. Andai a Palazzo Venezia alle undici e mezzo di sera. Il personale di guardia si stupì e formulò cento obiezioni quando dissi che ero atteso da Mussolini. Mi ricevette a mezzanotte precisa, nel salone del mappamondo. Mi disse che l'esodo biblico degli ebrei dai territori francesi occupati dai tedeschi verso la Costa Azzurra occupata dalla quarta armata creava problemi gravi, che bisognava avviare a soluzione. Dovevo occuparmene subito e partire la notte stessa verso Mentone. In realtà partii l'indomani ». Giunto a destinazione e presentatosi al generale Vercellino, Lospinoso ebbe un quadro del problema: circa quarantamila ebrei erano sistemati negli alberghi e in case private degli otto dipartimenti controllati dalle nostre truppe. Il loro numero saliva di giorno in giorno, perché si era sparsa la voce che venivano trattati con umanità. I tedeschi si lamentavano vivacemente di ciò. « Era un problema difficile — prosegue Lospinoso — che mi trovavo a dovere risolvere. C'era una direttiva di massima: concentrare la massa degli ebrei ad un centinaio di chilometri da) mare, non era cosa semplice. Mi accinsi a fare quest'operazione. Non c'erano mezzi, non c'era benzina, le ferrovie non funzionavano. Decisi di instradare la massa dolorante e terrorizzata verso gli alberghi dell'Alta Savoia. Erano chiusi. Li feci riaprire. Convocai poi 1 rappresentanti degli ebrei e li invitai a formare una colonna di circa quindicimila di essi, con propri mezzi. L'avrei fatta scortare fino agli alberghi di Mégève, di Chambéry. « Cosi avvenne. I tedeschi, quando lo seppero, non nascosero la loro indignazione. L'esodo avvenne nel giro di un mese». L'umanità con la quale si trattarono in quell'occasione gli ebrei da parte delle autorità italiane, irritò, imbestialì 1 tedeschi. Poi venne l'otto settembre del 1943, la dissoluzione doli a quarta armata e Lospinoso rimpatriò in modo drammatico. La Gestapo, dopo l'armistizio, lo ha braccato dappertutto, ma invano. Volevano passarlo per le armi. Ma non sono mai riusciti ad acciuffarlo. Vittorio Staterà
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