Cominciamo a pulire i portici di via Roma

Cominciamo a pulire i portici di via Roma Cominciamo a pulire i portici di via Roma Quasi nessuno conosce il regolamento municipale: «I proprietari di casa o di negozio hanno l'obbligo di curare la nettezza dei portici e dei marciapiedi » - Oggi stesso La Stampa provvedere al tratto di sua competenza Ieri mattina, davanti alla Posta centrale di via Nizza, un cittadino osservava un addetto alla nettezza urbana. Lo spazzino scopava la strada lungo il marciapiede, faceva ogni cinque o sei metri un mucchietto di rifiuti. Passava una macchina e il mucchietto si sparpagliava. L'uomo riprendeva ad ammucchiare polvere e carta straccia con la sua scopa leggera leggera che pareva accarezzare il suolo. Così per infinite volte. Il cittadino che osservava era il sen. Carmagnola, assessore ai servizi tecnici del comune'. Lo spazzino era uno dei trecento a cui è affidata la pulizia delle strade torinesi: per ciascuno una scopa, un vecchio triciclo, una pala e 45 mila metri quadrati da tenere lindi. Letto l'articolo de « La Stampa» «Torino, città sporca», l'assessore ci ha detto: « Tutto vero. Avete perfettamente ragione. Appoggio con entusiasmo la campagna de " La Stampa " perché Torino torni ad essere quella del 1911. Ma desidero la collaborazione di tutti. Perchè se Torino è sporca è colpa sì dell'inadeguato servizio di nettezza urbana, ma anche dell'inosservanza del regolamento da parte dei proprietari di casa Budella trascuratezza dei cittadini, >. '"'7 Vvw* <@Kgl regolamento •'• W'p&liiUa urbana, l'articolo 104 stabilisce : «/ proprietari di casa o di negozio hanno l'obbligo di curare per tutta la lunghezza dei loro' stabili la nettezza della pavimentazione dei portici e dei marciapiedi ». L'articolo prosegue dicendo che la pulizia va fatta non più tardi delle 7 o delle 8, a seconda delle stagioni. E aggiunge: « La pulizia supplementare deve avvenire in ogni ora del giorno ». I rifiuti devono essere trasportati nelle pattumiere; è vietato ai titolari dei negozi di spingere sui marciapiedi le spazzature provenienti dalle loro botteghe Multe: da 400 lire a 5 mila. ((L'articolo parla chiaro — dice l'assessore — pulizia al mattino, e pulizia in qualsiasi ora, se i portinai o i negozianti si accorgono che il pavimento è stato in qualche modo lordato. Gli spazzini hanno l'obbligo di pulire unicamente le strade, su cui né i negozianti, né le por¬ nptmcuTlliiiiiiniiiiniiiiiuiiiiiiniiiiiiitiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiH tinaie, né i cittadini in genere dovrebbero gettare rifiuti ». Se il regolamento fosse rispettato, Torino sarebbe davvero la città più pulita del mondo. Vediamo invece che cosa succede. In tutta via Roma, soltanto due o tre commercianti lavano ogni mattina con acqua, sapone e segatura il tratto dì portici fronteggiante il loro negozio. In galleria San Federico, tutti gli interessati (noi de « La Stampa » compresi, che ci abitiamo) ignorano a chi spetti l'obbligo della pulizia. Ieri parecchi ci dicevano: « supponiamo che tocchi al Comune ». Nemmeno l'amministrazione degli stabili che si affacciano sulla Galleria conosce j con esattezza i suoi doveri. Si dirà: l'ignoranza delia legge non c una giustificazione; si dirà anche che per far applicare il regolamento c'è la minaccia delle multe. Ma i proprietari dì casa e i negozianti torinesi non hanno bisogno di mezzi coercitivi. Siamo certi che oggi stesso incomincerà una gara per ridare decoro a Torino. La grande pulizia della città, incomincerà dal « salotto » di via Roma. Hiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiii Non più lasciar andare Torino è cambiata. Nessuno più riconosce la bella e linda città del 1911. La sporcizia è evidente in tutte le strade, sui corsi, sotto i portici, un tempo salotti eleganti, pregio e vanto dell'architettura torinese. Di chi la colpa f Forse della deficiente organizzazione dei servizi comunali. Ci sono in tutto 860 spazzini, con scopa e triciclo, e soltanto una ventina di spazzatrici meccaniche. Il Municipio si è lasciato sorprendere dal rapido sviluppo della città. Non ha nemmeno un nume¬ ro sufficiente di vigili per far rispettare le norme del regolamento urbano. Ma una parte della responsabilità ricade nell'incuria della popolazione. Città industriale non significa città sudicia. La proletarizzazione non deve portare all'abbandono di alcuni elementari doveri. Ormai ci abituiamo a poco a poco a vivere nella sporcizia. Non è più il momento di lasciar andare. E ci uniscano due fraterne parole: acqua e sapone per tutti.

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