Torino, città sporca

Torino, città sporca U s* gf g una soluzione Torino, città sporca Via Roma, via Po, via Pietro Micca - La pulizia dei portici spetta ai negozianti, quasi nessuno se ne preoccupa - II servizio della nettezza urbana dia il buon esempio - Molto bene "Italia 61", ma prima della cipria e dei profumi: acqua e sapone Torino è sporca. Inutile nasconderlo. E' bastata la pubblicazione di una lettera in «Specchio dei tempi », che subito decine di lettori hanno sentito il dovere di aggiungere la loro voce al coro di proteste. Non è la prima volta. H problema è una spina nel cuore dei torinesi che ricordano la loro città com'era, e la vedono com'è ridotta. Soffermiamoci sulle vie più note, che partono dal cuore della città: via Roma, vìa Po, via Pietro Micca, via Garibaldi. Via Roma è pavimentata di marmi: sotto lo strato di sudiciume non se ne indovina più il colore. Ai piedi dei pilastri lo sporco ha formato un viscido nero, alto un dito. Sulle colonne, depositandosi su tracce collose di antichi manifesti, la fuliggine ha disegnato informi arabeschi. Ma non diamo tutta la colpa allo smog. A rendere irriconoscibile via Roma .concorrono cartacce appallottolate, bucce d'arancio, biglietti del tram, manifestini pubblicitari, involucri delle sigarette buttati qua e là con grande maleducazione. Oltre naturalmente ali» polvere trasportata e spiaccicata da migliaia e. migliaia di scarpe. E purtroppo a sputi e segni di passaggio dei cani. In via Po, in via Pietro Micca e via Cernaia è ancora peggio: alla sporcizia si aggiunge lo squallore. Tra le grandi pietre sconnesse che lastricano i portici (pericolo e disperazione per le signore con i tacchi alti) si annida il pattume. I muri sono scrostati, le colonne settecentesche sudicie e rappezzate. Via Garibaldi è una strada non larga e molto frequentata: davanti alle vetrine linde e lucenti, i lastroni dei marciapiedi sono ricoperti da una crosta untuosa. Nel 1911, in occasione della Esposizione internazionale che richiamò decine di migliaia di visitatori — molti nostri lettori si ricordano — Torino fu ricordata come una delle città più pulite del mondo. Torino 1911 era una città esemplare. Non dissimile da Losanna o dà Berna, dove lo sbadato che lascia cadere il biglietto del tram è invitato cortesemente a raccattarlo per riporlo nelle apposite pattumiere. •' " " La nostra bella città è molto cambiata. E' vero: la popolazione alimenta rapidamente di anno in anno: l'impetuoso sviluppo industriale l'ha proletarizzata.-Adesso ci vivono più di un milione di abitanti. Per la maggioranze vengono dalle campagne e dalle valli, dal Veneto e dal Mezzogiorno. Non dappertutto ci sono tradizioni di pulizie e di rispetto reci proco paragonabili a quelle della vecchia Torino. Ma ciascu.-o di noi ha anche una parte di colpa. Dalle manchevolezze del singolo e dall'incuria di tutti dipende se Torino è sempre più simile a una grossa città di provincia: cresciuta in fretta, mal tenuta e trascurata. Per quanto riguarda i portici la colpa principale è dei commercianti e delle portinaia. : la pulizia spetta a loro. In tutta via Roma pochissimi sono i commercianti che rispettano il regolamento mu nicipale. Il pavimento dinanzi all'ufficio dei telefoni, tanto per dare un esempio, in condizioni indecorose. Anche la pulizia della Galleria San Federico spetta a chi vi abita. Dovrebbe essere lucida come un salotto. Purtroppo non lo è. La sporcizia di tutte le strade, di tutti i rioni, è colpa della inefficienza del servizio di nettezza urbana. Il municipio afferma: gli spazzini sono pochi (appena 350). Aggiunge: i disoccupati o gli immigrati privi di specializzazione puntano a farsi assumere tra gli spazzini, ma appena entrati presentano domanda per essere trasferiti altrove; a disposizione restano gli inesperti, gli anziani, gli invalidi. Non ci sembrano ragioni sufficienti. La pulizia è segno di civiltà. Indirizzare tutti gli sforzi perché Torino torni una città pulita e decorosa è compito del Comune. E' dovere dei consiglieri sollecitare, degli assessori provvedere/ La colpa è anche dei cittadini? Il municipio ha l'autorità per intervenire: pretenda il rispetto del regolamento, infligga sacrosante multe agli inadempienti, ai negozianti e ai padroni di casa, aumenti il servizio di vigilanza, integri le scope degli spazzini con autopompe e spazzatrici automatiche. Naturalmente dia il buon esempio. Lo spettacolo d'incuria e di indecenza che danneggia il no¬ mfi«papghdgmnstAlgcgdpfdCnenplftlss■lllllimmmi IIIIIIIIIHIIIIIIIHIIIIIIIIIIIIIIIIII me della città deve finire. Deve finire prima che incominci « Italia 61 ». Molto bene la cipria ed i profumi, ma prima: acqua e sapone.