1 produttori di spumante a Canelli allarmati per le voci sulle frodi

1 produttori di spumante a Canelli allarmati per le voci sulle frodi Notizie inesatte hanno portato inquietudine neWAstigiano 1 produttori di spumante a Canelli allarmati per le voci sulle frodi p l , ifi -— 1—,«. ; ,; ta : , Una riunione ieri in Municipio presente il direttore dell'Unione Industriile - Dalla cittadina escono ogni anno 12 milioni di bottiglie di spumante fatto con scelte uve locali oppure dell'Oltrepò pavese e dell'Alto Adige (Dal nostro Inviato speciale) (anelli, 29 marzo. Voci allarmistiche e notizie inesatte hanno ereato inquietudine fra i produttori di spumante di Canelli, Durante una riunione che s'è svolta oggi pomeriggio in Municipio, presieduta dal direttore dell'Unione industriale di Asti dott. Chiabraudo, si è molto parlato del recente episodio che ha dato la stura alle voci dei giorni scorsi: il, sequestro nel porto di Genova di 400 quintali di vino siciliano pro&abffmente « nlcooiiazato », cioè dal contenuto alooollco aumentato con mezzi illeciti; tale partita era destinata ad una ditta di proprietà del sindaco di Canelli cav Giovanni Filippetti. Qualcuno aveva detto che il vino sofisticato sarebbe servito per preparare lo spumante ed i produttori si erano uisri colpiti in blocco dalle illazioni che ora si sono rivelate del tutto prive di fondamento E' necessario, al profano, conoscere come e da che cosa si ricava Io spumante. Vi occorrono uve particolari — il moscato dell'Astigiano, il Pinot che si raccqglie sulle colline del Canelltse, il Riesling dell'Oltrepò di Pavia e dell'Alto Adige, il Cortese della zona attorno ad Acqui — e procedimenti speciali, ti metodo per produrre spumanti secchi è comunemente quello francese detto € champenoise »: il vino è messo in bottiglia e lasciato per sette-otto anni, invecchia naturalmente ed assume le caratteristiche inconfondibili (ta¬ le spumante seoco, o brut, costa all'origine 800-1000 lire la bottiglia) L'altro metodo è lo « citar mot » e serve per il moscato . d'Asti e gli spumanti dolci: si pone il vino in autoclave e poi lo si porta ad alte temperature; VinvecchiameMo è quindi artificiale e bastaiio venti o trenta giorni, nei quali U vino mantiene intatti la fragranza ' ~é l'acroma che forse perderebbe nella fermentationt a lunga scadenza (lo spumante dolce costa,, all'origine,- ì5Pt3Q0 lire la bottiglia/. , AbMÀmó.',scritto die jper. ,/•> re lo spumante le uve devono essere scelte. I vini siciliani, comò; i; .vini. greci e, spaijnuoli, sono ; inadatti òlla , bisogna. Jfafci -in terre calde, {naturati ! completamente e perciò ricchissimi di sostaiue zuccherine*' e di elevato tenore àlcooli'có, arrivano alla gradazione di ìs'W, e lo spumante non può mài superate i tanto è vero che le uve più pregevoli non toccano i li* e per far salire i gradi, i produttori aggiungono saccarosio — consentito dalla legge — che sviluppa alcool e anidride carbonica indispensabile per imprimere pressione. Dal tato ..economico, acquistare partite di vini siciliani per trasformarli in spumante sarebbe un, errore, poiché la gradazione eccessiva dovrebbe essere ' ridotta 'e, come si ,sa, il prezzo del vino è con¬ nesso al grado di alcool: quanti più gradi ha, tanto più ooeta. Ma anche dal lato tecnico i siciliani non si accordano i'sl0;] con lo spumante; quei vini acquistano in breve, ' malgrado ogni correzione chimioa, un gusto proprio, si <maderi*Zano », assumono il sapore di Madera o di Mai-sala. Chiunque, anche poco competente, coglie subito il gusto strdno appena porta alla bocca un sorso di spumante che contenga vino di Sicilia. Non vi è produttore accòrto che si azzardi di fabbricare spumante col rischio di vederselo respinto dal oliente perché < sa di • Madera ». / vini siciliani sono usati Hi nqtevòie misura nelle industrie-enologiche. Ma non, come' si. è creduto, per manipolarli "e mescolarli e tagliarli e# ottenere spumante: bensì per preparare vermut, essenze per aperitivi, vini liquorosi. Da solo, il buonsenso è sufficiente a fugare i sospetti contro frodi del genere. Ma c'è di più. La buonafede del produttore canellese che aveva comperato i 400 quintali di vino d'Alcamo dal commerciante sfoiliano fntorcia è ampiamente provata: egli voleva impiegarlo per vermut. L'Intorcia è siato denunoiato per sofisticazione ed anche per frode in commercio, ai danni del cav. Filippetti il quale, ordinata una merce genuina, se ne è vista consegnare una che genuina non è. Vn giornale aveva pubblicato che una, denuncia era stata sporta dai, Servizio di repressione trud'lcontro il cav. Filippetti: la notizia è falsa, .l'industriale^ estraneo alla frode ed * anzi dotto. E si pensa parte lesa. Un quantitativo della merce, giunto nei depo siti di Canelli e non utilizzato dal' produttore, è ancora giacente mlle sue cantine, in tatto. Quanto alla sofisticazione del vino d'Alcamo, benché l'Uffici* enologico di Genova dopo i primi esami di laboratorio si dichiari sicuro della frode, molti enotecnici di Canelli nutrono dubbi. Il vino sarebbe stato « alcoolizzato », sostiene il Servizio repressione frodi, percKé è di 16°: e lo scorso anno, ne\ la zona di Marsala, nessun vi no ha raggiunto quella grada zione, fermandosi sulla base dei 14°. Le obiezioni nascono dal fatto che il commerciante siciliano che lo ha venduto, specializzato nella ricerca di vini ad alto tenore di alcool e. se è vero che nell'ultima ven demmia il limite di 14' è massimo anche per certe località isolane, è anche vero che in alcune zone e soprattutto ad Alcamo si sono avuti vini di 16-n e persino 18°. Diranno le successive indagini e gli esami chimici se vi è stata o no la sofisticazione. Ma quel che sta a cuore ai produttori di Canelli e che si sappia che la partita di vino siciliano non era destinata a diventare spumante. Nelle prossime settimane gli industriali canellesi prò muoveranno una energica ozio ne per la difesa del loro pròuna utile difesa, se che ogni anno, da Canelli, escono 12 milioni di bottiglie e -vanno In giro per il mondo. ^# ut

Persone citate: Filippetti, Giovanni Filippetti, Madera, Pinot