Un ex-generale di Bonn su incarico del Parlamento difende i soldati contro gli ufficiali militaristi di Massimo Conti

Un ex-generale di Bonn su incarico del Parlamento difende i soldati contro gli ufficiali militaristi "Il cittadino in uniformedeve essere rispettato Un ex-generale di Bonn su incarico del Parlamento difende i soldati contro gli ufficiali militaristi Tutti possono appellarsi al « Controllore dell'esercito » - Processo ad un sergente che obbligò le reclute a gridare « Siamo degli idioti » - Chi vuol farsi pulire gli stivali non si rivolga all'attendente ma .ad un lustrascarpe - Fuori servizio non c'è obbligo di salutare i superiori - Lotta a fondo contro la disciplina prussiana IJiIIIIIII]llllllIllllllilll>IIIIl!IM9lllIIIMMI]!11ltllltlt(Dal nostro corrispondente) Bonn, 25 marzo. Un giovane tenente della Bundeswehr che cacciò à viva forza in acqua le reclute restie a guadare un fiume in pieno inverno, è stato denunciato dai suoi stessi soldati al Wehrbeauftragte il < Controllore del Parlamento"»; lo hanno condannato poi a tre mesi di prigione: uno dei coscritti, buttato nell'acqua gelida, si era buscato la polmonite. Un ruvido sergente, che puniva le reclute con giri di cortile a passo di corsa e l'obbligo di gridare forte < Sono un idiota », dovrà lasciare la Compagnia, sempre per intervento del Controllore parlamentare: ci sarà anche un procedimento penale per ingiurie. E un capitano dell'esercito che aveva sospeso abusivamente la libera uscirà a un intiero battaglione va incontro anch'egli a provvedimenti disciplinari. Era successo che un soldatino, incontrandolo per la strada, non fosse scattato con la mano al berretto. Ila il soldato tedesco quando è fuori servizio non ha l'obr bligo dì salutare il superiore. Anche il capitano aveva di¬ s menticato che i soldati sono « cittadini in uniforme ». Helmuth von Oroiman, Controllore parlamentare per l'e- sercito, è l'uomo che si è as-\sunto il compito di imporre anche ai generali il rispetto per la dignità dell'uomo, fondamento della democrazia. Il fine ultimo delle sue fatiche è di impedire che l'esercito diventi una istituzione chiusa, con una morale propria; uno € Stato nello Stato » come era un tempo la Reichswehr, pronto al cenno del despota di turno. Von Grolman è anche egli un ■ generale, seppur a riposo. Lo conforta però la fiducia di tutti i partiti rappresentati al Bundestag. Furono anzi i socialdemocratici a imporre la sua nomina contro le resistenze dei militari e di certi circoli del partito al potere. Fu-una specie diharatto politico: Controllore parlamentare contro l'assenso' della socialdemocrazia alle leggi per il servizio militare obbligatorio. Per introdurre il servizio di leva, emendando la Costituzione, Adenauer aveva bisogno dei due terzi, dei voti del Parlamento. Il generale che lotta contro lo spirito militarista e "un uomo di sessan- S tacinque anni dall'aspetto mite e signorile, pieno di tatto, ma fermo nei suoi principi. Nell'ufficio di von Grolman, al n. 11 della Koblenzerstrasse, arrivano ogni giorno una qua rantina di lettere di soldati. Sono lagnanze, segnalazioni, appunti d'ogni sorta che trovano occhi attenti. Ad ogni soldato od ufficiale della Bundeswehr viene riconosciuta la facoltà di rivolgersi al Controllore del Parlamento quando veda misconosciuti i propri diritti di uomo civile o lesa la sua dignità. Il Controllore del Parlamento gli garantisce la anonimità per proteggerlo dalle rappresaglie. Fra le lettere inviate a von Grolman, parecchie rivelano deficienze amministrative e di organizzazione, dal cattivo rancio alla mancanza di case, per le famiglie degli « effettivi ». Afa molte altre servono a denunciare autentici arSitrl e soprusi. C'è il tenente che vuol sentir cantare i soldati anche nel mezzo di marce estenuanti. < Non ci va di cantare — scrivono le reclute — noi cantiamo quando ci pare e piace. Siamo uòmini liberi»'; e c'è il maggiore che fa la ramanzina al sottufficiale incontrato a teatro in panni borghesi. Lo ha affrontato senza riguardo, in mezzo al pubblico: < Si vergogna forse di portar In sua divisa? », e c'è poi la recluta che si rifiuta di lustrare gli stivali al colonnello: uno studente universitario, laureando in filosofia, non si abbassa a certi lavori. Von Grolman allora telefo na ai comandanti delle Compagnie da cui sono partiti i reclami e con l'abituale tatto fa i suoi rilievi. Si ricordino i comandanti che i soldati hanno anche il diritto di non cantare. Il canto non fa parte degli esercizi militari e che in libera uscita-, gli uomini possono vestire gli abiti civili. E si dica infine al colonnello che per la pulizia dei suoi stivali deve prendersi un inserviente a pagamento. Certo, von Grolman non ha vita facile. Il Controllore del Parlamento conosce cose e situazioni che non si accordano con lo spirito del nuovo esercito. Il suo lavoro trova silenziose e tenaci resistenze. Von Grolman sa di soldati puniti per aver fatto ricorso a lui, di gente che tace per paura dei superiori; di ufficiali che non amano ingerenze esterne nella caserma, neanche di generali a riposo. Von Grolman si interessa di tutto, risponde a tutti, accetta a sua volta segnala«ioni e consigli. Egli ascolta il parere dei giornali, parla con un suo col [lega generale, va a interroga- re di persona i soldati. Si presenta per improvvise ispezioni ai reparti e alle caserme, senza un cenno di preavviso. Lo interessano anche le questioni più minute: i soldati che vogliono tener la radio nei dormitori e l'ufficiale che si oppone; le proteste di un cittadino che ha sentit- passare un plotone di soldati per le strade del suo villaggio cantando l'inno della < Legion Condor», il corpo di spedizione nazista in Spagna, al tempo della guerra civile. Sono, in apparenza, tutte cose di poco conto, .ma il Controllore del Parlamento conosce bene il mondo dei militari: « Wehrt die Anfànge », dice una, massima tedesca, troncare gli inizi. Massimo Conti

Persone citate: Adenauer

Luoghi citati: Bonn, Spagna