I più decisi avversari di Kennedy in Colombia non sono i castristi, ma fascisti e conservatori di Vittorio Gorresio

I più decisi avversari di Kennedy in Colombia non sono i castristi, ma fascisti e conservatori DIFFICOLTA" DI UN PAESE, CHE E' LA "PORTA,, DELL'EMISFERO LATINO I più decisi avversari di Kennedy in Colombia non sono i castristi, ma fascisti e conservatori L'estrema destra giudica « comunismo » ogni riforma sociale e ritiene « sovversivo » anche il Presidente degli Stati Uniti - E' diretta da tre uomini, che hanno finanziato con un milione di dollari ciascuno la lotta contro Fidel Castro - Le loro iniziative sono duramente contrastate dagli studenti e dalle masse popolari, che non dimenticano il terrore sotto la dittatura di Rojas Pinilla -1 privilegi minacciati, la vicinanza di Panama e di Cuba rendono più ardua l'opera di progresso ora in atto Il nostro inviato speciale Vittorio Gorresio, proseguendo la sua inchiesta sulla diffusione del castrismo, dedica questo articolo alla situazione di uno Stato, le cui vicende politiche sono poco seguite in Italia: la Colombia. Eppure queBto paese occupa una posizionechiave: situato tra 11 Mar dei Caribi e l'Oceano Pacifico, confinante con il Panama, è in certo senso la « porta » dell'America Latina. (Dal nostro inviato speciale) Bogotà, marzo. «Lo rivoluzione comunista minaccia la Colombia»: da settimane, tutti i giorni, il quotidiano conservatore di Bogotà, El Siglo, dà questo allarme in prima pagina. In Ili:iIIIIMl!l!llllllllll!llllllliritllllllllllIjlt<lltIIII quelle interne ospita lettere aperte indirizzate al presidente della Repubblica Alberto Lleras Camargo, firmate da eminenti cittadini, produttori di caffè, industriali del petrolio, del cuoio, proprietari di miniere d'oro, platino, smeraldi. Le lettere sono pubblicate a pagamento come inserzioni commerciali, e il loro senso è sempre lo stesso: le sanguinose agitazioni sociali che tormentano la Colombia sono dovute a Fidel Castro. « Ho analizzato la situazione — scrive il presidente dell'Associazione dri coltivatori di caffè, Pedro Vribe — e sono arrivato alla conclusione che essa è determinata dal comunismo che Cuba esporta*. Dirige la campagna d'al- llII1llUi;illllil1ll1HllllliniMllilllllllllllILIIIIII arme un triumvirato del quale fanno parte, con Pedro Vribe, José Gómez Pinzón e Herndn Echevarria Olozaga. Appoggiati dall'esercito, in buoni rapporti con l'Ambasciata e la Missione economica americana, sono personaggi influenti. Molto ricchi, hanno contribuito con un milione di dollari ciascuno alla costituzione di un fondo per la lotta contro Castro. I soldi vengono impiegati, oltre che per pagare le inserzioni nel Siglo, per assistere i cubani anticastristi rifugiati in Colombia. • Sono alcune decine di giovani di buone famiglie, aderenti ad un Frente democratico revoluclonario che si dichiara nemico di tutti i dittatori, di Batista non meno c}te di Castro. A Bogotà organizzano manifestazioni di strada, sera per sera, al-l'uscita dei cinema, dei caffè, dei negozi del centro, distribuiscono^ foglietti di propaganda stampati nella tipografia del Siglo: «Cuba si, Rusia. no », «No tardarà la libertad», «Cuba, la Hungria de America». Altri sono in inglese: «Danger! At only 90 miles from the Usa, Cuba Hes in chains (Pericolo! A sole 90 miglia dagli Stati Uniti Cuba è in catene) ». La reazione dei cittadini di Bogotà è quasi sempre negativa. Martedì sera i tre cubani anticastristi Pedro Aponte, Roberto Ruiz ed Henrique Castro Leon, furono malmenati in calle Real da un gruppo di studenti universitari. Trovarono scampo nel bar Tivoli, le cui saracinesche furono abbassate a precipizio. La polizia riuscì a disperdere la folla dopo una mezz'ora. Il giovedì seguente i cubani si adunarono in venti alle stesso angolo di strada. Il loro capo, Maximo Sorondo, un coraggioso, voleva parlare: ma la folla era ostile, dovette accorrere la polizia, ci furono petardi, bombe fumogene, contrattacco degli studenti e fuga dei cubani. Il venerdì mattina, sciopero generale di protesta in tutta la Colombia. Alfonso Lopez Michelsen, capo di Movimlento revoluoionario liberal, denunciò l'esistenza di una «mano nera-» capitaUsta che vorrebbe restaurare la. dittatura in Colombia con l'aiuto degli esuli cubani. Il senatore Diego Luis Cordoba, leader di un altro partito liberale, il Liberal oflcialista, dichiarò in Parlamento che le armi impugnate dai malfattori colombiani sono tutte, da anni, « direttamente fornite dagli Stati Uniti, come quella pistola calibro 38 che servì a uccidere Gaitàny. Jorge Eliecer Gaitdn, capo del partito liberale colombiano, fu assassinato a Bogotà il 9 aprile 1948 da un fascista fanatico, Juan Roa Sierra, ventinovenne, senza mestiere fisso, che viveva sfruttando una prostitutaCostui aveva atteso Gaitdn all'angolo della Calle Reapresso il bar Tivoli, gli aveva gridato: « Ti condanno per i più alti motivi! », ed aveva sparato quattro colpa bruciapelo. Poi fu linciato subito, sul posto, e non sseppe quindi ?nai se avesse complici o mandanti. Al linciaggio fece seguito il cosiddetto « bogotazo » che fu un largo saccheggio della città, compiuto fra gli incendi di 136 edifici e la devastazione di sedici chiese, per un ammontare complessivo di 88 milioni di dollari di danniNon si sa il numero dei morti. Terrificante esplosione duna furia popolare che per tre giorni fu impossibile domare, il « bogotazo » ebbe importanza politica anche per altri due motivi che glconservano tuttora attualitàScatenatosi nei giorni in cui sedeva a Bogotà la IX Conferenza panamericana, irappresentante degli StatUniti,, generale George CMarshall, allora segretario di Stato, fu minacciato dmorte: ed è questo un ricor 111111M1111M1111 i 11111 ! 1111 ■ 11111111111111111111111 do che eccita ancora le teste \ calde. In secondo luogo, al « bogotazo » del '48 parteciparono due giovani rivoluzionari che avrebbero poi fatto una grande carriera: Fidel Castro e l'attuale presidente del Venezuela, Rómulo Betancourt. Castro, ventiduenne, era venuto in Colombia delegato dell'Università dell'Avana per un congresso giovanile latino-americano. Trovò un fucile e corse per le strade: « Ma non ho fatto male a nessuno, e sono da scusare per l'età che avevo ». E' questa la versione che egli ha dato all'ambasciatore colombiano a Cuba pochi mesi or sono, che naturalmente i conservatori di Bogotà non credono vera. Betancourt, che stava a Bogotà come rappresentante del Venezuela alla IX Conferenza panamericana, non si armò di fucile, ma arringò gli studenti liberali, e anche questo è un trascorso che i conservatori colombiani non perdonano. In Colombia i liberali vengono molto facilmente tacciati di comunismo. €Non sono liberali, ma basilischi — li ha definiti Laureano Gómez, proprietario di El Siglo, capo del partito conservatore e pei- qualche anno dittatore della Colombia — sono basilischi con braccia di massoni e testoline comuniste ». Con simili pretesti i conservatori si sono più volte arrogati il diritto di caccia franca contro i liberali. L'8 settembre 1949, il generale Amadeo Rodriguez uccise in Parlamento un deputato liberale, Gustavo Jiménez, e ne feri un secondo, Soto Del Corrai. Venne api)laudito dai conservatori mentre ancora brandiva la pistola. Nel 1950, un inviato della rivista Life calcolò che S000 liberali erano stati uccisi in due mesi, e 1000 si erano nascosti. Il 9 giugno 1954 la polizia sparò contro una massa di studenti seduti a terra, per protesta, nella Calle Real, e ne ammazzò quattordici. Il 88 morso 1955, 38 contadini < liberali >, caddero sotto la mitraglia degli aerei del dittatore Rojas Pinilla. Il 5 febbraio 1956, dodici morti nel « circo de toros » di Bogotà: la polizia apri il fuoco perché la folla aveva fischiato all'arrivo del dittatore. Sui liberali colombiani si sparava dunque anche prima dell'avvento di Castro, come risulta da questo elenco di eccidi. I conservatori di questo paese hanno una concezione fascista dello Stato. I primi nuclei delle Camisas negras colombiane, alle quali apparteneva Juan Roa Sierra, l'assassino di Gaitdn, furono costituiti nella redazione del Siglo. Apertamente favorevoli alla Germania nazista all'inizio della seconda guerra mondiale, sono rimasti antisemiti e politicamente « oltranzisti », in uno misura che anche McCarthy avrebbe potuto trovare eccessiva. Zelatori dell'anticomunismo, considerano Kennedy quasi un traditore della causa occidentale, e lo temono capace di cedere ai ricatti di Castro. 11111111 ì 1111 i II I i k 1111111 i 111 i 111111 i ■■ 11111111111 i 111111U In occasione della visita a Bogotà di Adolf Berle, presidente della commissione per la nuova politica interamericana voluta da Kennedy, El Siglo gii ha chiesto 30 milioni di dollari da spendere in armamenti: « Còsi potremo concorrere meglio alla difesa del Canale ». A Berle è stata segnalata la necessità di dedicare alla Colombia la massima attenzione: < Siamo Za base naturale, immediata, del Canale ». Gli è stato fatto sapere che il governo colombiano è in possesso di documenti che dimostrano la presenza nel paese di duecento attivisti di Castro, pronti a sabotare il Canale nel giro di sei ore:. < Comunisti in Colombia, Canale in pericolo ». - Trovandosi a parlare col presidente della Repubblica Lleras Camargo, Berle si è informato con discrezione sulla natura di questi documenti. Camargo gli ha risposto di non averne; esisterebbero soltanto nella fantasia dei conservatori. Berle ha chiesto notizie sulla consistenza del partito comunista nel paese: < Qui siamo tutti comunisti. Io per il primo », gli ha risposto Camargo sospirando. Gli ha poi spiegato pazientemente che i conservatori colombiani hanno sempre considerato comunisti tutti i loro avversari, bol¬ scevica ogni forma democratica, sovversive tutte le richieste di aumento dei salari: « Come in Venezuela le riforme del nostro amico Betancourt, così da noi anche i più piccoli programmi sociali sono giudicati strumenti per la sovietizzazione del paese ». La maggiore difficoltà che incontra la nuoua politica di Kennedy sta nella resistenza che le classi dirigenti tradizionali dell'America Latina oppongono alle minime riforme democratiche. Tutto fu sempre e tuttora è invocato come pretesto di reazione: la guerra fredda, il conflitto in Corea, la crisi in Africa, la presenza di Castro nelle Antille. Attentando alla vita di Betancourt, i conservatori éi Caracas pretendono di rendere un servigio agli americani, perché il petrolio venezuelano che Betancourt potrebbe nazionalizzare, è vitale per gli Stati Uniti. I conservatori di Bogotà si offrono come i soli guardiani del Canale di Panama meritevoli di fiducia. La tentazione può essere forte, per l'America, e fino a ieri è stata praticamente irresistibile. Come politica a breve termine, il metodo di appoggiarsi ai piccoli gruppi locali prepotenti procurava del resto vantaggi effettivi. Il breve termine veniva di volta in volta prolungato come una cambiale che si rinnova senza rischi, facendo succedere a un dittatore, morto o caduto per l'insurrezione popolare, un altro dittatore. Oggi però è venuta la risa dei conti, perché at disotto della crosta sottile di un ordine mantenuto col terrore, bollono forze pericolose. Più potenti di quelle che esplodono in Africa — più mature, più antiche — presto sarà impossibile tenerle sotto il controllo della polizia. Solo un'evoluzione politica, economica, sociale, bene ordinata può salvare i paesi del Mediterraneo americano, tra U Canale di Panama e i pozzi petroliferi del Venezuela, tra l'una e l'altra posizione strategica delle Grandi e delle Piccole Antille. Vittorio Gorresio