L'ergastolana Sagoleo in appello respinge le accuse per i due delitti

L'ergastolana Sagoleo in appello respinge le accuse per i due delitti Processo olle Assiso dì secondo grado a Torino L'ergastolana Sagoleo in appello respinge le accuse per i due delitti "Glie bisogno avevo di uccidere il De Martini: era cosi buono" - Ha ammesso di aver colpito a martellate la moglie dell'amante, ma, in un momento d'ira - Il Procuratore Generale chiede la conferma da pochi mesi ha ottenuto la grazia ed è tornata libera. La seconda ieri si è presentata al giudizio della Corte di Assise di appello a chiedere una riduzione della pena. Nel gennaio del 1960 la Corte di primo grado le aveva Inflitto il carcere a vita ritenendola colpevole di due omicidi: d'aver ucciso avvelenandolo con il gas Rvasio De Martini, pensionato ™ «mi, m corso casale 95 !il 10 aprile 1957; e nel mede- Negll ultimi trent'annl due | dsole donne furono condannate mall'ergastolo a Torino: Rosa eVercesl nel 1931 e Io scorso àn- ! no Caterina Sagoleo. La prima [i! simo alloggio, il 27 luglio successivo, di aver assassinato Giuseppina Molinas, di 32 an „, ,„,„ an „„_,„, ni, colpendola con 60 martellate. Il primo delitto, secondo la sentenza, fu originato dal desiderio di liberarsi di un anziano amante, dopo avergli strappato In regalo due alloggi — compreso quello dove gli diede la morte —; il secondo dalla necessità di eliminare la moglie di Fausto Angolotti, l'ultimo uomo al quale si era legata Nel processo di primo grado era comparso anche Luigi Bràncaleone di 59 anni, imputato di favoreggiamento nel secondo delitto: fu assolto con formula dubitativa. Non presentò ricorso. Mori il 3 dicembre per infarto. Piccola, grassa, i capelli tirati sul capo, facile a diventar rossa, pronta a scattare, Caterina Sagoleo ieri è passata dall'ira al pianto, dalla rassegnazione al mugugno. Ha 46 anni (è nata a Taurianova di Calabria nel 1915) e li dimostra tutti. Ha negato d'aver ucciso il De Martini: « Ma che bisogno avevo? Era così buono, così accondiscendente ». Ha ammesso di aver colpito la Molinas, ma in un momento di esasperazione: «Mi diede uno schiaffo mentre litigavamo. Forse era gelosa, perché suo marito ba- hGdhrcladslbsscFsnQntmdc1dzlCv'ctl dava a me e non a lei. C'era un martello sulla stufa, lo presi e... non ci vidi più». Nell'udienza di ieri è stata interrogata l'imputata: poi hanno parlato gli avvocati Guidetti Serra e De Marchi di parte civile; nel pomeriggio ha pronunciato la requisitoria il p.g. dott. Jannelli, chiedendo la conferma dell'ergastolo. Gli sforzi comuni miravano ad inquadrare la personalità dell'imputata. La sua vita è stata esaminata attentamente. I genitori di Caterina Sagoleo erano braccianti. Ella ebbe 11 fratelli, ma soltanto due sono ancora vivi. A 16 anni si sposò; il marito stette poco con lei perché Ani in carcere. Fu sorpresa a rubare della sugna e accusò la cognata. Così si ebbe due anni di reclusione per il furto e la calunnia. Quando uscì di carcere si innamorò di un giovanotto coetaneo, Domenico Bruzzanidl, ma appena costui dovette andare sotto le armi, accettò la corte di Francesco Mollica e 10 seguì ad Afro. Al ritorno dal servizio militare il Bruzzanidi si ripresentò a far valere i suoi diritti di priorità. Caterina preferì rimanere con 11 Mollica, e questi, come prova d'amore, le chiese d; sfregiare il rivale. Accet!',. Lo invitò in casa e gli piantò di sorpresa il coltello nella guancia. ' . Il Bruzzanidi dopo 26 giorni incontrò nella piazza del paese il Mollica e gli sparò un colpo di pistola. Credeva di averlo ucciso. Gli dissero invece che era stato trasportato a casa soltanto ferito. Andò a trovarlo e gli sparò un altro colpo freddandolo. Per lo sfregio Caterina Sagoleo fu condannata a 5 anni. Ma, grazie al condono, rimase in carcere soltanto un anno. Dopo la guerra si trasferì a Torino ed entrò come cameriera in una casa di tolleranza in corso Raffaello. Nel 1947 incontrò Evasloi Dc i De Martini, pensionato. Uomo modesto che aveva qualche risparmio e viveva in due soffitte in-via Garibaldi 11. Andò a convivere con lui. Poco dopo in queste soffitte entrò anche Luigi Bràncaleone, un povero rifiuto che, dopo aver scontato 15 anni per omicidio, andava elemosinando una casa. Poi il De Martini acquistò un alloggio nel vecchio edificio di corso Casale 95, intestandolo alla donna, e vi si trasferirono tutti e tre. A questo punto si aggiunse Fausto Angolotti, guardia gìur: ';a all'Accademia di artiglieria. Fu preso a pensione e, quando si sposò alla fine del 1956, vi condusse anche la giovane moglie Giuseppina Molinas. Troppa gente in sole due camere e cucina. Troppi interessi in urto. Evasio De Martini aveva l'abitudine dopo la colazione del mezzogiorno di appisolarsi in cucina. Il 10 aprile fu trovato morto: il bocchettone era staccato dal fornello. La polizia chiuse le indagini adducendo il decesso a suicidio. La sera del 27 luglio successivo tornando dal lavoro l'Angolotti trovò la moglie morta, il volto irriconoscibile, la stanza in disordine. Sulle prime si pensò ad un delitto per rapina: Caterina Ragnleo, dopo essersi rinfrancata con un bicchiere di cognac, espresse il suo disappunto: ? Quella disgraziata non volevn capirla di chiudere là porta. Così l'assassino mi ha rubato anch. gli ori ». Nella notte di fronte a prove incontestabili confessò. Il P. G. ha chiesto che l'ergastolo sia fissato per ognuno del due omicidi. Caterina Sagoleo alla fine della requisitoria, tanto dura per lei, non ha mosso ciglio. Oggi parlano i due difensori, avv. Dagasso e GUlio, in serata la sentenza. Cancelliere d'udienza è il dott. Quaglia. g ^ Caterina Sagoleo nell'aula della Corte d'Assise mentre risponde all'interrogatorio Nll ltii tt'l d | d li C' D Mtii it U

Luoghi citati: Calabria, Taurianova, Torino