«Per un don Chisciotte» di Rivière alla Piccola Scala
«Per un don Chisciotte» di Rivière alla Piccola Scala In prima assoluta per l'Italia «Per un don Chisciotte» di Rivière alla Piccola Scala (Dal nostro inviato speciale) Milano, 10 marzo Il titolo sembra monco: Pour un don Chichottc. E' forse da intendere: Abbozzo per un Don Chisciotte? Certo è che il libretto in versi di vario metro e talvolta rimati di Randa] Lemoine accoglie la leggenda o il mito del personaggio del Cervantes, ma presenta soltanto le ultime ore di lui, stremato e rinsavito, scettico dell'efficacia morale delle gesta compiute, desideroso di sereno trapasso, di veder cose e persone quali veramente sono: i mulini sono mulini e Dulcinea è Aldonza. Ma la rischiosa sollecitudine nel difendere i deboli e punire i prepotenti, le intime virtù non intese da coloro che mirando alle apparenze lo derisero, vengono finalmente riconosciute e ammirate da Sancio e da Dulcinea, come da posteri osservatori innumerevoli, poiché la vigoria dell'animo, l'oprare disinteressato, una fede sovrumana, sono eterne bontà e necessità; a lui morente e pur ritto in un supremo sforzo sia ridato lo spadone, e ancora combatta pel trionfo d'un ideale. Queste etiche considerazioni del librettista, dialogate con vivacità e spesso con tenerezza, con un'immaginazione talvolta toccante, e accortamente sceneggiate in un breve atto, proponevano all'operista varie espressioni di lirici sentimenti; nell'eroe, quello della morte non paventata, quasi consolatrice; dell'amorosa simpatia, in Dulcinea; dell'umiltà devota in Sancio. Siffatte proposte o suggestioni sono state in gran parte metaforizzate dal giovane musicista Jean-Pierre Rivière, nato a Bordeaux nel 1929. Grand Prix di Roma, ha dato finora pochissime composizioni per strumenti, e vinto, appunto con questa operina, il concorso bandito l'anno scorso dall'editore Ricordi. Per la parte vocale è ricorso sia al melologo procedente ora con sommessi, lunghi accordi, e perciò udibile,.ora con orchestrali complessità, e perciò scarsamente percettibile, sia al piacevole metodizzare. Per la parte strumentale s'è giovato d'una ordinaria compagine. Pel risultato della tecnica e del gusto, la composizione non induce a ricordare i maggiori nomi degli artisti e degli sperimentatori nel Novecento; se mai è da avvicinare per le forme ed i mezzi, pel brio e per qualche tocco commosso, anche l'immediatezza della « situazione », al Poulenc dei Dialoghi delle Carmelitane, dal quale s'allontana pertanto per l'esclusione delle reminiscenze e degli echi altrui. Il Rivière ha circa trent'annl e non gli si vuol chiedere troppo. Piace notare la varietà delle espressioni appropriata ai momenti: il clamore della gente festosa che con agili ritmi e motivi sale dalla strada alla tetra stamberga di Don Chisciotte; e per contrasto il lento salmodiare d'una vagante confraternita; le strofe della canzone d'amore che Dulci nea, Invitata, intona, e spagno lescamente, ma senza esagerazioni, svolge con passione e gentilezza, con cromatismi e fronzoli, tralalà e ayà; e le strofe dell'altra canzone, Une sorcitre, anch'essa delicata e nell'andamento mutevolissima, poi dialogante con Sancio. Non sfugge all'uditore attento il periodico ritorno d'un palpito sincrono col rado battere dell'affievolito cuore di Don Chisciotte; né l'irruzione, ancora, del festoso clamore popolaresco e l'incerto superamento del funebre nel gioioso. Fa piacere insomma incontrare ur. giovane che tenta il teatro senza preconcetti e con giusta misura degli elementi drammatici. Precisamente per le qualità dell'equilibrio scenico e della distinzione musicale» la Commissione pel concorso presieduta da Ildebrando Pizzetti prescelse questa, per la Piccola Scala, fra le quarantasette opere, scartate per « povertà di invenzione drammatica e spesso imperizia musicale ». Ben concertata dal maestro Sanzogno, con la conveniente e pittoresca regìa di Maner Lualdi, l'opera è stata ottimamente cantata dal baritono Bacquier. protagonista, dalla soprano Denise Duval, dal tenore Gianni Oncina; recitante: H. Doublier. Dirette dallo stesso maestro Sanzogno sono state pure rappresentate due opere brevi e note. Il Torneo notturno di Gian Francesco Malipiero, nella consona e attraente regìa di Beppe Menegatti e coreografia di Giulio Perugini, ha avuto fra i cantanti il Gullino, lo Zecchino, il Calabrese, il Filacuridi, il Boyer. Di Maria Egiziaca di Respighi, inscenata dal Lualdi, era protagonista Marcella Pobbe, e insieme con lei il Panerai, il Romani, il Pellizzoni. Bozzetti e figurini di Nicola Benois. Serata in ogni parte festosa, presenti i maestri Malipiero e Rivière. A. Della Corte
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