Inchiesta sul "castrismo,, in Sudamerica di Vittorio Gorresio

Inchiesta sul "castrismo,, in Sudamerica LA "NUOVA POLITICA,, VERSO I PAESI LATINI ANNUNCIATA DA KENNEDY Inchiesta sul "castrismo,, in Sudamerica Gli Stati Uniti hanno promesso solennemente di favorire qualsiasi riforma nel Continente, purché non attuata da governi comunisti; da Portorico hanno lanciato un appello ai cubani salutando la rivoluzione che rovesciò Batista, ma condannando i metodi antidemocratici di Fidel Castro - Lo zelo del dittatore del Guatemala (che vorrebbe usare la forza contro Cuba) ha indótto i paesi sudamericani alla prudenza; Cuba non ha forse veri amici fra i latini, ma nessuno è disposto ad impegnarsi in una guerra per abbattere il suo barbuto Primo Ministro Proveniente dal Brasile e prima di recarsi a Cuba, Vittorio Gorresio ha visitato le isole e le coste del. mare dei Caribi, da Portorico, alla Giàmaica, dal Venezuela alla Colombia e alle Repubbliche minori dell'America Centrale, dove ha compiuto un'inchiesta sulla diffusione del fenomeno castrista, nel momento in cui gli Stati Uniti si apprestano a combatterlo secondo i principi dèlia » politica nuova per le Americhe », annunciata dal presidente1 Kennedy. (Dal nostro inviato speciale) S, Juan di Portorico, marzo. Una politica nuova « per le Americhe > è stata decisa ed annunciata a Portorico: gli Stati Uniti sono disposti a favorire in-tutta l'America Latina ogni possibile riforma, purché non comunista; sono pronti ad accordarsi anche con paesi che a riguardo del capitalismo e dell'iniziativa privata non abbiano le stesse concezioni degli Stati Uniti; si impegnano a ridurre le barriere doganali e ad allargare il proprio mercato per i prodotti dell'America Latina; appoggeranno sinceramente i governi risultanti da libere elezioni, tratteranno gli altri come governi de facto, e li esortano tutti a diminuire le spese -militari. Sono promesse fatte a Portorico da Adolf Berle, presi¬ d11M11U1 ! MI MI 1111II11111 MI M M : I MI IMIM M M1111M MIU1 dente di una Commissione, la Task Force costituita da Kennedy per coordinare < le politiche e i programmi concernenti le Americhe ». Alla loro formulazione hanno collaborato tre professori di università (Lincoln Gordon, di Harvard, Robert J. Alexander, di Rutgers, Arthur Whitaker, di quella, di Pennsylvania) e tre eminenti portoricani (Luis Muiioz Marin, governatore dell'isola, Arturo Morales Carrion, sottosegretario aggiunto al Dipartimento di Stato per gli Affari interamericani, e Teodoro Moscoso nominato in questi giorni ambasciatore degli Stati Uniti in Venezuela). Berle, che fu assistente di Roosevelt nei primi anni del New Deal e poi a lungo ambasciatore in Brasile, è da taluni considerato con diffidenza più che un politico, un filosofo della politica. « I nemici che noi abbiamo in America Latina — ha detto a Portorico — si chiamano ignoranza, paura, malattie, povertà. Nella nostra epoca gli uomini non nascono più. rassegnati alla miseria come una volta: contro la miseria vogliono lottare. Nel linguaggio politico dell' America Latina queste lotte si chiamano spesso rivoluzioni, poiché dove i governi esprimono la vo- 111 II 11 > 1111 IT 11111M r i I ■ 11111111111111111M111111II II Ifl Unità nazionale si possono introdurre riforme per vie normali, ma dove i popoli sono privati della loro sovranità il solo modo è la rivoluzione ». A dissipare il sospetto che questa fosse solo propaganda, Berle ha ampiamente riferito un discorso tenuto a Washington dal senatore Wayne Morse, presidente della sottocommissione per gli affari interamericani. Discorso clamoroso anche quello di Morse, ed anzi più importante perché diretto ad ottenere dal potere legislativo l'approvazione ed il finanziamento della« nuova politica» di Kennedy. <QU Stati Uniti — aveva detto Morse a Washington — sono pronti ad aiutare i governi latino-americani che abbiano intrapreso riforme sociali, agrarie e tributarie. Noi faremo volentieri la nostra parte, ma anche i ricchi-del Sudamerica debbono fare la loro. Se continuano invece ad investire all'estero i loro capitali pregiudicano lo sforzo dei governi, condannano l'iniziativa privata in generale ed alla lunga perderanno la partita ». Portorico, che è stata scelta come tribuna da cui lanciare la < nuova politica », sembrava l'esempio visibile — per la sua posizione al centro delle Antille, cuore dei Caribi — delle amfcfteiìo/ì disposizioni degli Stati Uniti verso l'America Latina. Portoricano, anzi cubano per nascita, è l'attuale sottosegretario Arturo Morales Carrion. elevato da Kennedy a una carica governativa mai finora raggiunta da oriundi dell'America Latina. Naturalmente i nazionalisti delle Antille lo combattono, chiamandolo traditore, « schiavo del dollaro », < uomo senza patrio ma con un padrone », ed a Juba lo hanno impiccato in effigie. Serenamente, tuttavia, egli continua a sostenere che Portorico deve essere indicata come centro sperimentale dimostrativo dei benefici che l'America Latina può trarre da una stretta collaborazione con gli Stati Uniti. Anche Muiioz Marin, governatore dell'isola, propone il suo paese a modello delle profonde trasformazioni sociali ed economiche che è possibile com- picre democraticamente, senza ricorrere al comunismo. v Ci rallegriamo — egli ha detto, indirizzandosi ai cubani — per la rivoluzione che ha rovesciata la dittatura di Batista. Condanniamo i metodi antidemocratici e paracomunisti instaurati da Castro dopo la vittoria, e appoggeremo quindi il libero ed eroico popolo cubano nel suo sforzo di eliminare il comunismo e di procedere sulla via dello sviluppo economico e sociale ». Per disgrazia, come può accadere nei Caribi dove spesso le migliori intenzioni producono effetti paradossali, il solo che ha raccolto gli appelli provenienti da Portorico è stato un dittatore, quello di turno in Guatemala, il generale Miguel Ydigoras Fuentes. Egli ha proposto con una circolare inviata a tutti i governi del Centro e Sud America la convocazione di una conferenza per combattere il comunismo, che < da Cuba si infiltra nel nostro continente... il problema richicle una soluzione immediata... il caso esige una comune azione di natura concreta ». ' Non c'è nulla di più compromettente dello zelo di coloro che non si vorrebbero avere ad alleati, in certe circostanze. L'effetto favorevole che Kennedy e Berle speravano di ottenere con i discorsi fatti contro Castro dalla Buona Tribuna di Portorico si è convertito in negativo quando è entrato nel gioco il Guatemala, il cui nome da solo basta ad evocare l'idea della niancanza di libertà, dei monopoli sostenuti con le armi, dello sfruttamento della popolazione, perfino della lebbra (centocinquanta casi riconosciuti a Guatemala City, ventisette nuoti riscontrati la scorsa settimana a Zacopa, ventidue casi sospetti a Santa Rosalia). La proposta del generale Ydigoras ha avuto il senso di un referendum sulle disposizioni dei paesi latinoamericani nei confronti di Cuba. € Il presidente Janio Quadros — ha detto un portavoce brasiliano — è contrario a progetti di azioni collettive contro Cuba ». « Astoni collettive contro Cuba, fondate su accuse di carattere generico, rafforzerebbero, anziché indebolire, il regime di Castro » ha confermato il governo argentino. « Prove della ingerenza di Cuba nei nostri affari interni non ne abbiamo — ha detto il cancelliere colombiano -lìdio Cesar Turbay. — Non ci risulta che Fidel Castro abbia mandato armi in Colombia ». < Noi conserveremo relazioni con Cuba nel rigoroso rispetto del principio di non intervento negli affari inferni di altri paesi — ha dichiarato in Parlamento il ministro degli Esteri dellBcuador, José Ricardo Chiriboga. — Questa è la pietra miliare delia nostra politica ».. Più o meno in questi termini si sono espressi anche gli altri governi interpellati dal dittatore del Guatemala. E' risultato, in sostanza, che se gli Stati Uniti dovessero decidere un'azione risolutiva contro Castro assumendone la responsabilità e concludendola in proprio, pochi governi la ostacolerebbero apertamente. Non c'è però nessuno disposto a dare a Washington una formale licenza di caccia. Ciascuno ha i suoi problemi di politica interna, molto difficili, e non iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiini li vuole complicare ulteriormente. Se ne stanno tutti alla finestra a guardare, molto curiosi di vedere che cosa darà questa nuova politica per le Americhe promessa a Portorico. A tutti piace e tutti dicono di volerla favorire, ma se per favorirla fosse necessario impegnarsi in una fattiva solidarietà contro Castro, è molto probabile che nei Caribi solo i dittatori di professione, come il generale Miguel Ydigoras Fuentes, risponderebbero all'appello. Vittorio Gorresio