Harriman stasera a Roma Domani l'inizio dei colloqui

Harriman stasera a Roma Domani l'inizio dei colloqui Harriman stasera a Roma Domani l'inizio dei colloqui Fra le questioni che saranno discusse, l'aiuto ai paesi sottosviluppati, il rilancio dell'alleanza atlantica, l'equilibrio monetario internazionale (Nostro servizio particolare) Roma, 7 marzo. Averell Harriman giungerà a Roma domani sera per la quarta tappa del suo viaggio eurppeo. I colloqui cominceranno giovedì, dopo una visita di cortesia al Quirinale e una conferenza stampa dell'*: ambasciatore volante » e si protrarranno fino a domenica. Il programma prevede, oltre ai colloqui con Fanfani e Segni e un probabile incontro col ministro del Bilancio Pella, una visita al Presidente della Repubblica, sabato mattina, del quale rimarrà ospite a colazione. I fini della missione Harriman sono noti: l'inviato statunitense esporrà le idee di Kennedy su una serie di problemi internazionali, e registrerà il punto di vista italiano, come ha fatto con i governi già consultati, per tracciare al Presidente un panorama aggiornato delle idee e degli orientamenti europei. Le questioni sulle quali l'opinione dell'Italia è particolarmente sollecitata sarebbero disarmo, rilancio dell'Alleanza atlantica, rapporti tra Oriente ed Occidente, aiuto comune ai paesi sottosviluppati, riflessi sulle importazioni, le esportazioni e la politica valutarla dei paesi europei delle momentanee difficoltà economiche americane. Non c'è da attendersi alcun risultato immediato, anche perché non sono in programma trattative. Ci sarà, in pratica, soltanto un confronto tra le rispettive posizioni. Le agenzie Ansa e Italia, evidentemente ispirate, sottolineano entrambe, quasi con le stesse parole, la spontanea armonia tra la posizione americana e quella italiana « nel campo degli aiuti ai Paesi sottosviluppati — per fermarsi alla questione più dibattuta e urgente — l'Italia condivide le preoccupazioni americane, e già da tempo si è messa all'opera sia con varie forme di assistenza tecnica e finanziaria alla Somalia, alla Rau, alla Turchia, alla Jugoslavia, sia con la presenza attiva delle industrie pubbliche e private italiane (le quali sono incoraggiate, agevolate e garantite dal governo) in tutto il Medlterrane , in Africa, nel Medio Oriente, nell'America Latina. Già per il 1959 II contributo italiano allo sviluppo dei Paesi meno progrediti, sul piano bilaterale, poteva valutarsi in quasi 140 milioni di dollari per il settore pubblico e in oltre 180 per quello privato >. La nota ufficiosa aggiunge che, per quel che riguarda < l'altro ordine di preoccupazioni di cui si parla > (cioè le momentanee difficoltà economiche statunitensi) conviene rammentare che la crescente liberalizzazione seguita dal-l'Italia nel commercio con l'e- stero si è estesa anche ai prodotti americani ed ha già avuto effetti concreti per il dollaro nella bilancia dei due Paesi, dove 11 nostro deficit verso gli Stati Uniti è aumentato a 168 miliardi di lire, perché si sono allargati gli acquisti italiani in America. Si può facilmente comprendere — prosegue la nota ufficiosa — come anche in futuro l'Italia intenda rimanere allineata con gli alleati ed in primo luogo col maggiore di essi, per svolgere una accorta e tempestiva politica di affermazione della libertà: una politica i cui momenti salienti sono, evidentemente, l'aiuto al popoli depressi e, dall'altro lato, l'azione solidale con l'America anche nell'eliminazione di talune sue difficoltà ». r. s.

Persone citate: Fanfani, Harriman, Kennedy, Pella