Le truppe dell'Onu useranno la forza per impedire la guerra civile nel Congo

Le truppe dell'Onu useranno la forza per impedire la guerra civile nel Congo Approvata al Consiglio di Sicurezza la risoluzione afro-asiatica Le truppe dell'Onu useranno la forza per impedire la guerra civile nel Congo Due astensioni (Urss e Francia) e nessun voto contrario - Raccomandato il disarmo delle fazioni; i belgi (militari e civili) ed i mercenari dovranno essere espulsi - Hammarskjoeld rimane in carica: respinta con otto voti contrari, due astenuti ed uno favorevole (Russia) la richiesta sovietica di sostituire il segretario generale e di ritirare entro un mese i reparti delle Nazioni Unite (Dal nostro corrispondente) New York, 21 febbraio. Con il voto di stanotte alle 4 si è conclusa alle Nazioni Unite la difficile battaglia diplomatica per il Congo. Il Consiglio di Sicurezza ha approvato con nove voti favorevoli, nessuno contrario e due astensioni (Unione Sovietica e Francia) la risoluzione afroasiatica che in pratica assicura pieni poteri alle forze internazionali per riportare l'ordine nell'ex colonia belga; ed ha respinto con otto voti cor.'-.ari, due astenuti ed uno solo favorevole (Russia) la richiesta sovietica di destituire Hammarskjoeld e di ritirare entro trenta giorni tutte le truppe dell'Onu dal Congo. La risoluzione del blocco di terza forza, presentata da Liberia, Ceylon e Repubblica araba unita, esordisce con una deplorazione solenne dell'assassinio di Lumumba e dei suoi due compagni Maurice Mpolo e Joseph Okito e comporta il ricorso alle armi per la neutralizzazione delle fazioni congolesi, l'allontanamento dei belgi, l'espulsione degli stranieri che non agiscano nelWambito delle Nazioni Unite; inoltre chiede il rilascio dei prigionieri poKftci ed un'ampia inchiesta sulla morte di Lumumba. I punti principali del documento sono i seguenti: 1) Il Consiglio di Sicurezza raccomanda con urgenza che l'Onu prenda immediatamente tutte le misure necessarie per impedire che si scateni nel Congo la guerra civile; in particolare, che disponga per la cessazione di tutte le operazioni militari, la prevenzione degli scontri armati, ed adotti, se necessario, la forza, in ultima istanza; S) Chiede con urgenza che vengano presi provvedimenti per l'immediato ritiro dal Congo di tutto il personale militare e paramilitare e dei consiglieri politici belgi e di altre nazionalità che non dipendono dal comando delle Nazioni Unite, come pure dei mercenari; 3) Invita tutti gli Stati a prendere subito energiche misure per impedire la partenza dal loro territorio di personale diretto nel Congo e di negargli il passaggio ed altre facilitazioni; 4) Decide che sia tenuta immediatamente un'inchiesta imparziale per stabilire le circostanze della morte di Lu7>iumba c dei suoi compagni, e chiede che gli autori di questi crimini siano puniti; 5) Chiede, la convocazione urgente del Parlamento congolese e l'adozione delle misure necessarie per protegger* quell'istituto; 6) Chiede con urgenza che le unità ed il personale armato congolese siano organizzati e sottoposti ad una disciplina e ad un controllo, e che siano prese disposizioni su basi imparziali ed eque allo scopo di eliminare ogni possibile ingerenza di queste -unità e di que sto personale nella vita poli tica del Congo. Una seconda mozione, anche essa dei tre afroasiatici (Liberia, Ceylon e Repubblica araba unita), proponeva la condonna, da parte del Consiglio di Sicurezza, degli eccidi di Léopoldville, di Elizabethville (Katanga) e del sud Kasai. Stevenson non avrebbe opposto nessuna obbiezione se nel documento fossero state esplicitamente condannate anche le violenze compiute a Stanleyville. Due emendamenti proposti in questo senso sono stati respinti dalla Russia, che vi ha opposto due veti (il 93° e il 94° nella storia del .Consiglio di Sicurezza) a protezione degli eccessi (meno propagandati ma non meno tragici, secondo le informazioni americane) del governo di Gizenga, nella provincia orientale. Per l'intransigenza russa, che non lesina aiuti al governo filocomunista di Stanley ville, non è stato così possili le far emettere dal Consiglio di Sicurezza quell'imparziale verdetto di condanna di tutte le atrocità, che si sarebbe sperato e che, malgrado il sue cesso raggiunto, Dag Hum marskjoeld ha deprecato non essere intervenuto a totale chiarificazione del dibattito. Ma la politica è l'arte della pazienza. Specie in seno a un organismo come quello delle Nazioni Unite, dove ogni successo è basato sulla cooperazione, lo stravincere, molte volte, è meno significativo del semplice vincere. Questo, ci sembra, è il caso della lezione dataci dal Consiglio di Sicurezza la notte scorsa. In fin dei conti, si sono raggiunte le premesse per argi nare osmi guerra civile in Africa, per pacificare il Congo, ma, soprattutto — sfante la fermezza non ostinata ma ragionata e flessibile dell'America — per evitare che l'Africa diventi campo aperto alla guerra fredda e, eventualmente, a quella cruenta. Antonio Barolini Le province in cui ò diviso ora il Congo e, in nero, i nomi dei capi che hanno imposto la loro autorità n imiiiiiiiiiiiiiimiii i minili i , iiiiimiiiiiiiim muimi ambasciatore americano alle Nazioni Unite, Stevenson (a sinistra) conversa con delegato sovietico Zorin (mi (.entro) al termine della riunione dell'Onu (Telefoto)