Troppi medici in Italia di Francesco Argenta

Troppi medici in Italia Un confronto con I Paesi del IV Troppi medici in Italia Dal '36 al '60 il numero degli abilitati si è più che raddoppiato; è salito da 33.079 a. 74.965: un medico per 661 abitanti! - In Belgio ce n'è uno ogni 1060 cittadini, in Francia ogni 1040, in Olanda ogni mille - Come rimediare, da noi, all'inattività cui sono condannate le giovani leve? (Nostro servizio ■particolare) Roma, febbraio. Le agitazioni dei medici che sono in corso qua e là — Torino, Milano, Roma ecc. — conferiscono un sorprendente interesse all'indagine compiuta dal dott. Dino Valenti sulla consistenza numerica dei medici nel mondo — e soprattutto nei paesi europei — e sulla loro ripartizione rispetto al complesso della popolazione dei diversi paesi. L'indagine è stata pubblicata dalVlstituto di medicina sociale ed i dati su cui si fonda devono considerarsi fra i più attendibili ed aggiornati: per quanto riguarda il nostro Paese sono il risultato delle rilevazioni compiute dall'Istituto di statistica e, per quanto riguarda gli altri Paesi, la fonte di informazione è ineccepibile: si tratta del servizio statistico dell' Organizzazio ne mondiale della Sanità (OMS). Ora, dai dati che offre l'indagine, appare subito che l'Italia, fra i Paesi della Comunità europea, vale a dire fra quelli che fanno parte del Mec, è quello che conta il maggior numero di medici, sia in valore asso luto che relativo. Nel 1936, mdnulenlcgnsgvhgfnpnmrhgpcctonmrasqnl«. i s81 aIfn?a' n^ ^P£T|rse. 33.079 medici e la pò- polazione a quel tempo, era di circa 43 milioni di uni-lità, sicché la ripartizione dei sanitari risultava di un medico ogni 1290 abitanti. Quella cifra, oggi, è più che raddoppiata: i medici iscritti agli albi ed abilitati all'esercizio della professione sono 74.965, e poiché la popolazione ha subito un incremento proporzionalmente minore (si aggira oggi intorno ai -50 milioni di unità) ne deriva che in Italia usinfnildcdsLdbIsdtdpcrrfzldsi ha un medico ogni o°a|habitanti. _ Negli altri Paesi del Mec, la situazione è molto diversa: in Belgio, un medico ogni 1060 abitanti; nella Germania occidentale, ogni 778 abitanti; in Francia, ogni 1040 abitanti; in Lussemburgo ogni 1200 abitanti; in Olanda ogni 1000 abitanti. Nel mondo, si contano, oggi, un milione e 200 mila medici, ma la loro ripartizione, come ha messo in rilievo il dott. James Troupin, dell'O.M.S., è molto ineguale e,' comunque, inadeguata alla dinamica che caratterizza, ovunque, il movimento della popolazione. Solo 14 Paesi han la fortuna di avere un medico ogni mille abitanti, mentre 22 Paesi non registrano che un medico ogni ventimila abitanti. Fra questi due estremi, il rimanente dei 124 Paesi o territori che conta il mondo, offre sensibili variazioni, soprattutto per quanto riguarda il numero dei medici che si occupano dei malati, rispetto al numero di quelli che si dedicano esclusivamente all'insegnamento ed alle ricerche. Sta di fatto, ad ogni modo, che, annualmente, dalle 592 scuole di medicina esistenti in 85 Paesi, escono 50-60 mila nuovi laureati. Ma, per quanto copioso possa essere l'afflusso delle giovani leve, la scarsezza dei medici è lamentata da taluni Paesi europei ed in molti extraeuropei. In Svezia, ad es., si ha un medico per 1350 abitanti ed in Brasile, dove si registra un medico per 2488 abitanti, i sanitari (13.769 in totale) risiedono, per gran parto, nei capoluoghi, sicché - l'assistenza sanitaria nelle campagne è decisamente deficitaria. L'Associazione medica brasiliana ha avvertito, a più riprese^ che la deficienza numerica dei medici ed anche degli altri esercenti le arti sanitarie, non po tra essere rapidamente colmata, malgrado il crescente numero degli studenti iscritti alle facoltà mediche del Paese. Drammatica, terribilmente drammatica, è la situazione nel continente africano, dove, stando alle affermazioni del dott. Fathi Soliman dell'O.M.S., si conta, in alcuni Paesi, un medico su 180.000 abitanti. Poiché la maggior parte dei sanitari è concentrata in città, ne deriva che molta gente non ha mai ricevuto la visita di un medico. E tale, ad esempio, è il caso della tribù dei Murtes, nel Sudan. Ora, analizzando questi dati statistici, il dott. Valenti sostiene che comincia a farsi strada, anche fra i medici, l'idea che se esiste un fenomeno da taluni definito « pletora », esiste anche un „.„ i __«,«a_ìl.:i. fenomeno che è preferibile chiamare « disorganizzazio- ne », vale a dire, un feno- e o à e o e o e i , meno che è caratterizzato da una cattiva distribuzione del lavoro medico e da un cattivo sfruttamento delle possibilità di utilizzazione dei medici. Per quanto riguarda l'Italia, il rapido e massiccio incremento che si è dovuto registrare nella consistenza numerica dei medici — e sono manifeste le conseguenze del fenomeno attraverso le agitazioni in atto — ha indubbiamente provocato gravi squilibrii, sia nella formazione professionale dei nuovi sanitari, sia nelle loro possibilità di inserimento nell'attività professionale. L'Ordine dei medici di Roma, con un manifesto indi rizzato ai giovani laureandi, ha cercato di metterli in guardia sui pericoli che può presentare, in futuro, l'esercizio della professione medi ca nel nostro Paese. E' sta to un atto coraggioso ed obiettivo, ma per le giovani leve che vanno animaimente ingrossando la schie ra dei sanitari iscritti negli albi, e per la sterminata schiera dei giovani che frequentano i corsi di medici na ed aspirano, attraverso la laurea, a conseguirsi un « posto » nella società, a i svolgere un'attività che li T|ripaghi dei sacrifici richie- estenuante trafiia a tudi' occorrc -liin| anhì^n, i . e e i a una soluzione che li aiuti a superare gli ostacoli, spesso insormontabili, cui si trova' no dinanzi allorché si affacciano alla vita professionale e sono, per così dire immessi sul «mercato del lavoro ». Ebbene, l'indagine del dott. Vincenti e l'inchiesta condotta sulla « pletora medica » e le sue possibilità di soluzione dalla rassegna Lavoro c sicurezza sociale di confluenza. Come distribuire il lavoro medico in Italia, dove il numero, dei sanitari si è più che raddoppiato in poco più di vènt'anni? A parte l'inibizione dell'esercizio della libera professione a quei medici che sono inseriti in una vera e propria attività di carriera, come si verifica per i funzionari di enti assistenziali, ministeri, ufficiali dell'esercito ecc. ed a prescindere, anche, dallo sblocco a|hanno significativi punti , o a i , 0 o s delle mutue chiuse, nuove e larghe possibilità di lavoro potrebbero, oggi, essere offerte al medico dal dilatarsi della vita collettiva, e da quello che duo risultare, attualmente, il campo più aperto ad una nuova politica della salute: un campo poco arato, sinora, e, in certi casi, fatto di « terra vergine » : il campo della prevenzione e della profilassi. Francesco Argenta

Persone citate: Dino Valenti, Fathi, James Troupin, Valenti, Vincenti