Un commerciante si è ucciso con il gas trascinando nella morte la moglie ignara

Un commerciante si è ucciso con il gas trascinando nella morte la moglie ignara Tragedia a Rivoli dovuta^ forse a morbosa gelosia Un commerciante si è ucciso con il gas trascinando nella morte la moglie ignara Lui 70 anni, lei 45 - Ha atteso che la donna fosse a letto, poi ha aperto i rubinetti del fornello ■ L'aveva sposata in seconde nozze 11 anni fa - Nella stessa casa nel 1948 era avvenuta un'altra tragedia: la prima moglie fu uccisa per rapina con una spranga di ferro dall'ex-garzone - Lasciano un ragazzo che si trova in collegio Due coniugi, Giuseppe Meotto. di 70 anni, ed Egle Maffei. di 45 anni, sono morti 'avvelenati dal gas nella loro abitazione a Rivoli, in via Montegrappa 12. Il fornello è stato aperto con fredda determinazione dall'uomo itiiiiiiiiiiiiiiliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiilii stesso, ammalato e sconvolto — a quanto sembra — da una morbosa gelosia. Superstite il loro unico Aglio, Ernesto di 13 anni, che si trova nel convitto dei Padri Giuseppini del Murlaldo, a Rivoli, e che ancora non sa di essere rimasto orfano. Giuseppe Meotto aveva svolto fino a qualche anno fa l'attività di commerciante in legname ed era abbastanza conosciuto nella zona. Ora viveva con una pensione e i proventi dell'affitto della casa di via Montegrappa, tutta di sua proprietà. Negli ultimi tempi era in cura da un medico per una seria forma di esaurimento nervoso. Anche i rapporti con, i suoi inquilini erano peg» plorati notevolmente tanto che 11 Meotto aveva mandato a ciascuno una lettera di sfratto. Motivo della discordia era una tettoia nei cortile, che quando commerciava adibiva per Imma- gagnare il legname. Ora' alcuni degli inquilini, un vetraio, un vinaio e un ferrivecchi, la usa-vano come deposito contro la sua volontà Quest'i contrasti avevano finito per assumere nel Meotto unaforma ossessiva. Altro motivo diadatta a'Yecitare"~ìl tormentò era la gelosia verso la moglie. Quest'ultima era una donna semplice, tranquilla, tut t'altro che ruolo di donna fatale. Un particolare tuttavia potrebbe spiegare la gelosia e il gesto disperato del Meotto: la Maffei era in stato interessante da alcuni mesi. Lo aveva confidato ad una sorella. I vicini di casa hanno dichiarato ai carabinieri che spesso i due cor.! :gi litigavano; talvolta il murilo sottoponeva a spietati interrogatori la donna, che si abbandonava a crisi di pianto. Queste scenate di gelosia erano divenute più frequenti in queste ultime settimane. Pochi giorni fa il Meotto si era sfogato con il vetraio: « Non ho più la testa a posto, una volto o l'altra apro il gas e la faccio finita». L'inquilino non aveva dato peso a queste parole convinto fossero dettate da un impeto passeggero di sconforto. La coppia abitava in. un olloggetto di due stanze al primo piano della casa di loro proprietà. Probabilmente la tragedia è avvenuta nello notte fra martedì e mercoledì. Se nessuno degli inquilini si accorse di quanto accaduto ò perché nessuno trascorre la giornata a casa, eccetto Adal- glsa Bissacco di 43 anni che occupa con il marito e due figli l'alloggio attiguo a quello dei Meotto. Ha però la cucina e il tinello al piano terreno. La Bissacco mercoledì alle 19,30, passando davanti alla porta dei padroni di casa, udì un fruscio provenire dall'interno. Accostò l'orecchio e scambiò il sibilo prodotto dal gas per il rumore del rubinetto dell'acqua. La stessa Bissacco feri mattina alle 0,30 tornò ad udire lo stesso suono e si allarmò. Le venne in mente che da due giorni non aveva visto uscire Egle Maffei per recarsi al lavoro. L'inquitina si consigliò-con una famiglia che abita nella casa dirimpetto, vennero avvertiti i carabinieri e 1 vigili urbani. Pochi minuti dopo- il mistero era svelato in tutta la sua atrocità. Il maresciallo Corradino, penetrato con alcuni militi nella cucina, si trovò di fronte a una ma¬ ! ^ab,a scena- Giuseppe Meotto, se I du,t,° au una 8edla era accosciato !sula cuc'na ,a sas, con il capo reclinato fra le braccia. Era com pletamente vestito. Anche lo mo- CadaVere; navi™"«° i^" a»>-a stanza. La donna indos(savR una maBlia di lana: eviden¬ temente si era alzata dal letto in preda a sintomi di avvelenamento, cercando di trascinarsi nella Icucina. Le forze l'avevano abbandonata ed era stramazzata. Dalla bocca le era colato un filo di sangue. La porta fra 1 due locali era socchiusa, contro di essa poggiava la sedia su cui sedeva il Meotto. Due ipotesi si prospettano: il Meotto ha deciso di sopprimersi senza coinvolgere la moglie nel tragico destino, oppure ha attuato il gesto con la determinazione di far morire anche la donna. La seconda Ipotesi pare la più verosimile, perché se il Meotto avesse voluto sopprimersi da solo, lo avrebbe fatto durante l'assenza della moglie. Il Meotto ha lasciato due biglietti che tuttavia non svelerebbero la causa del suo gesto. In essi egli avrebbe lasciato soltanto disposizioni per lo sgombero della tettoia, e questo è un altro sin- tomo'dello squilibrio psichico che l'aveva colpito. La sventurata'moglie non aveva intenzióne dl'morire: lo dimostra il fatto che aveva'preparato la borsa con il pranzo da consumare sul lavoro. I carabinieri stanno svolgendo le Indagini per cercare di chiarire i punti oscuri del dramma! Le due salme saranno sottoposte ad autopsia. Nella stessa casa, dodici anni fa, .esattamente il 9 dicembre 1948, era già avvenuta un'altro tragedia. La prima moglie del Meotto, Primitiva Roccia, venne assassinata da un garzone con una sbarra di ferro. Nel cuor della notte il Meotto e la moglie erano stati svegliati da un fruscio nella loro 'Camera da Ietto. La donna apri gli occhi e scorse un uomo mascherato che impugnava una spranga. Prima che potesse gridare fu colpita con violenza al capo; il Meotto balzò dal letto e impegnò una selvaggia lotta con l'aggressore. Durante la colluttazione lo maschera che era sul volto del bandito cadde a 'terra e il Meotto potè riconoscere in lui i'ex-dlpendente Francesco Tancorra di 20 anni, pugliese. Il rapinatore, riuscito a svincolarsi dalla stretta del Meotto, fuggi, ma fu arrestato due giorni dopo nelle campagne di Rivoli affamato e allo stremo delle forze. Aveva aggredito gli ex-padroni per rubare loro 11 ricavato della vendita di un cavallo. Il Tancorra si trova ancoro in carcere dove sconta la condanna. La moglie del Meotto, portata in ospedale, mori dopo alcuni giorni iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii commerciante Giuseppe Meotto con la moglie Egle e l'unico figlio Ernesto di 13 anni

Luoghi citati: Rivoli