Condannalo il capostazione per lo scontro di Arenzano

Condannalo il capostazione per lo scontro di Arenzano Condannalo il capostazione per lo scontro di Arenzano Tre anni di reclusione - Il rapido da Milano piombò sul binario ove sostava il treno da Ventimiglia - Due persone morte e trenta ferite (Dal nostro corrispondente) Genova, 15 febbraio. Il processo per il disastro ferroviario di Arenzano — avvenuto la notte del 21 dicembre '57 e nel quale due persone perirono e trenta passeggeri rimasero feriti — è stato celebrato stamane alla I Sezione del tribunale penale (presidente dott. Beniamino De Vita; P. M. dott. Mario Calabrese): al vice capostazione Costantino Lini, ritenuto responsabile del sinistro, sono stati inflitti tre anni di reclusione. La sera del 21 dicembre, alle 23,45, il * rapido» R. 598 Milano-Ventimiglia, che giungeva a forte velocità da Genova, urtava dopo una lunga frenata, nella stazione di Arenzano, nel « direttissimo » NR147 Ventimiglia-Genova, composto da dieci vetture e che si trovava in sosta sul primo binario della piccola stazione. Nel tremendo scontro (le due automotrici si incastrarono l'una nell'altra) il macchinista del « rapido », Giovanni Poli, e un viaggiatore del « direttissimo », Nicolò Lampugnani, perdettero la vita. Subito dopo il disastro il € vice > Costantino Lini, che in quel momento dirigeva la stazione, si rendeva irreperibile. A lui veniva mossa l'accusa di un errore nella manovra di scambio compiuto a causa della fretta. Di conseguenza il « rapido » era stato avviato sul binario dove era il direttissimo. Due giorni dopo il Lini si costituiva ai suoi superiori e veniva arrestato. Nel processo celebrato stamane il Pubblico Ministero aveva chiesto la condanna dell'imputato a cinque anni di reclusione. Il patrono del Lini, l'avvocato Ugo M. Failla, aveva messo in luce il passato di ottimo funzionario del Lini invocando ed ottenendo la riduzione della pena nei limiti di tre anni di reclusione. C. ITI.

Persone citate: Beniamino De Vita, Costantino Lini, Giovanni Poli, Mario Calabrese, Nicolò Lampugnani, P. M., Ugo M. Failla

Luoghi citati: Arenzano, Genova, Milano