45 mila persone abitano soffitte cantine baracche

45 mila persone abitano soffitte cantine baracche Torino è h problema degli immigrati 45 mila persone abitano soffitte cantine baracche Famiglie di 5-9 persone in una stanza • Come sono sfruttati gli infelici che giungono dalle altre regioni in cerca di alloggio: cantine a 10-15 mila lire al mese - Risolto il caso del bimbo nato nella « tana » L'episodio del bambino nato nella <tana» di via Thesauro 6 ha sdegnato e commosso i cittadini. I coniugi Trippa che da due mesi vivono con i loro otto figli in un < infernotto > senza aria né luce, avranno fra pochi giorni una sistemazione più umana. Lo ha assicurato il presidente dell'Istituto Case Popolari avv: Dezanl. L'Onml ha offerto un corredino all'ultimo nato, il figlio più grande si trova ora nella Città dei ragazzi, una delle bambine presso le suore di S. Salvarlo, una terza è stata accolta da una famiglia In una villa della Val d'Aosta. Il caso del Trippa è risolto. Quanti ne restano? Una recente inchiesta ha stabilito che a Torino 98 mila persone vivono In locali sovraffollatl. DI questi, a parte gli abitanti delle Casermette che nel censimento della miseria possono considerarsi privilegiati, 45 mila mangiano e dormono In soffitte (circa 5 mila), stamberghe, abituri, sottoscala, scantinati, cantine. Oppure al margini della città, in cascine abbandonate e semldirute, in vecchie case destinate alla demolizione, In baracche lungo 1 corsi del fiumi. Baracche che nascono In una notte, appartate, per non rischiare di essere un giorno 0 l'altro stritolate dai bulldo zer risanatori: al Nichelino, lungo il Sangone, alla Pellerina, alle Basse di Stura, Chi sono gli Inquilini? Immigrati, giunti in cerca di lavoro, con grande speranza, molti bisogni e pochi soldi Famiglie numerose, accampate tra mura umide e malsane, piene di crepe e di antica sporcizia. Il centro della vecchia To rino gronda miseria. Soffitte di via Barbaroux, via Bellezia, via Lagrange, via Mazzini, via della Rocca, via della Consolata, via Buniva, Porta Palazzo. Ovunque lo stesso odore di gente ammassata, di panni umidi, di macero, di povera cucina. Oppure, come in via della Brocca, alla Crimea, stanze ricavate dalle scuderie, senza finestre. Ogni stanza, una o- due famiglie. Ogni stanza 4-5-7 mila lire d'affitto al mese. E se vogliono luce devono aprire la porta sul cortile e lasciare entrare il freddo. Un gabinetto per 40 persone: via 4 Marzo. Un lavandino per 10 famiglie: via della Fossata. Bambini che dormono sul pavimento; un giaciglio unico per 7 persone, grandi e piccini in dolorosa promiscuità. Spettacoli di tutti 1 giorni, nella industriosa, ci vile Torino. Che fa l'Ufficio d'Igiene? Il prof. Dall'Acqua, che dirige il servizio di controllo delle abi tazioni, dice: « E' impossibile, c\,n il poco personale a disposizione, eseguire una sorveglianza sistematica. Si interviene su reclamo. L'anno scorso sono stati dichiarati assolutamente inabitabili 9 locali, ed è stata emessa ordinanza di sgombero; 36 soffitte sono state dichiarate sovraffollate; ilo abitazioni presentavano irregolarità dal punto di vista igienico ed edilizio e si è chie sto ai proprietari di provve¬ dere. Ma al di fuori di questo, nient''altro si può fare: cacciata dalle stamberghe dove abita, questa gente sarebbe costretta ad accamparsi per strada ». Aggiunge ancora: « Una volta le soffitte erano abitate da pochi pensionati, gli scarsi servizi igienici erano sufficienti. Adesso stanno in 9, persino 15 dove una volta stavano a malapena in due, con tutte le disastrose conseguenze che si possono immaginare ». Di chi la colpa? Prima di tutto di alcuni proprietari, che speculano sulla miseria e sull'urgenza degli Immigrati. A Porta Nuova c'è addirittura una specie di servizio clandestino, per smistare le famiglie che arrivano sprovvedute, senza sapere dove andare, c Prendete questo trama, andate al tale indirizzo, chiedete... >. Trovano ad accoglierli una soffitta squallida o un Indecente scantinato a 10 o anche 15 mila lire al mese. Accettano, per forza. B3 appena possono se ne vanno,. cercano una sistemazione migliore. Il loro pòsto viene occupato da altri. In altri casi, per 5-9 mila li' re al mese gli Immigrati trovano stanzette di pochi metri quadrati, in cima a una scala maleodorante, in fondo ad un cortile, ricavata in un magazzino. Si adattano a tutto. E la cosa più triste è che proprio loro, miserabili, finiscono per essere gli sfruttati. Ci sono, è vero, dei padroni di casa che si ribellano a questo stato di cose. Quelli che dopo aver affittato una soffitta a una o due persone, dopo qualche mese la trovano abi¬ td—cctlvaldsgcaznpdilprsm tata, com'è accaduto in via della Consolata, da 15. < Allora — dice il prof. Dall'Acqua — chiedono l'intervento dell'Ufficio d'Igiene, pagano una multa di S mila lire e cominciano la causa per sfratto. Ma molte volte la gente non si muove, anche se il marito ha trovato lavoro, anche se in un angolo dello stambugio ha trovato posto una radio o il figlio maggiore s'è comprata la Vespa ». Torino si trova nelle stesse condizioni della Chicago degli anni « venti », con la differenza che la sensibilità dei torinesi richiede al Comune di provvedere, di assicurare condizioni umane di vita a tutti i cittadini. L'assistenza spicciola non basta più. Occorre una politica di edilizia popolare coraggiosa. E' uno del più grossi problemi che la nuova amministrazione deve risolvere.

Persone citate: Dall'acqua, Trippa

Luoghi citati: Crimea, Torino, Val D'aosta