Molti genitori, incoscienti o leggeri guastano senza rimedio la psiche dei bimbi

Molti genitori, incoscienti o leggeri guastano senza rimedio la psiche dei bimbi Molti genitori, incoscienti o leggeri guastano senza rimedio la psiche dei bimbi L*e bimbette che portano scarpe con i tacchi alti o vestiti troppo bizzarri, i piccoli spinti ad imitare i cantanti alla moda, possono subire gravi deformazioni psicologiche - I rischi dei giocattoli troppo perfetti - Migliaia di adolescenti presentate dalle madri al regista di Lolita (Nostro servizio particolare) Roma, febbraio. Un fabbricante di calzature di Nizza ha lanciato un nuovo tipo di scarpe col tacco alto. La presentazione del modello è affidata a Cristina Rometti, di origine italiana. Sin qui, nulla di speciale — salvo il fatto che Cristina Rometti è una bambina di tre anni (sic), e che il nuovo modello è destinato appunto ad essere portato da bambine intorno a quell'età, desiderose di < fare le signore ». E' questo, a nostro avviso, un semplice esempio, fra l tanti, di un' aumentata e assai pericolosa < mancanza di rispetto > per l'infanzia, che sta paurosamente dilagando, e che è necessario chiaramente denunziare. Il negoziante di Nizza è, ovviamente, ignaro dei danni fisiologici che può recare a una bambina di tre o quattro anni l'uso prolungato di scarpette col tacco. Ma che cosa pensare di quei genitori che porteranno a spasso le loro bimbe calzate in quel modo? Vorremmo dire che il lato psicologico della questione ci preoccupa ancor più di quello propriamente medico: perché in fondo, le bambine che ve dremo in giro con i tacchi alti saranno presumibilmente as sai poche. Ma quanti sono i oisi in cui genitori ed adulti, anche senza pensare a far male, guastano la psiche dei bambini, permettendo, o coltivando, o addirittura imponendo ai piccoli storture di comportamento altrettanto deformanti? Molti genitori si compiacciono vivamente, ad esempio, se il figlioletto di cinque anni, o la bambinella di quattro, imitano 1 divincolamenti e 1 colpi d'anca degli specialisti del rock and roti, o gli < urletti » di certi idoli nostrani della canzone. E l'ospite, anche se disapprova in cuor suo, è invitato ad ammirare, e ad applaudire... Altri sembrano ricercare per i loro bambini ab¬ bigliamenti stravaganti o buf-|fi, atti a provocare le esclamazioni di stupore di chi passa — non diverse peraltro da quelle che provocherebbe un barboncino vestito a festa, o uno scimmiotto guinzaglio. Tra gli psicologi più avvertiti c'è già un notevole allarme per quanto riguarda i giocattoli. Troppa plastica, troppa meccanica, troppe cose che « funzionano da sé ». Sono, in genere, 1 giocattoli che piacciono ai grandi, e che mettono in difficoltà i bambini. Il bambino ha bisogno di esercitare sul giocattolo la propria fantasia, di < prodettarvi » aspetti ed immagini del suo mondo interiore. Di fronte al portato a''giocattolo troppo perfetto, o troppo geniale, il bambino siisente imbarazzato, poi incu-lriosito... Infine, quasi sempre, lo rompe per vedere come fun- ziona. Ne segue un sentimento di umiliazione, e d'inferiorità, jcausato dalla impossibilità di farlo < andare > come prima. Ma i fabbricanti di giocattoli non si preoccupano pei* così poco, e gli adulti che regalano balocchi ancor meno. Rari gli interventi decisi di psicologi competenti e rarissima la creazione di fabbriche di giocattoli razionali. Se dall'infanzia passiamo ad età un po' superiori, il problema ci si presenta sotto aspetti diversi, ma non meno gravi. Si direbbe che ormai dilaghi una minor cautela, o che si facciano addirittura strada inconscie velleità di corrompimento, riguardo al delicato periodo dell'età prepubere o della prima adolescenza Di fronte a ragazzini e ragazzine di dieci o dodici anni, i €grandi» tengono spesso discorsi, e raccontano storielle, sin troppo atti a eccitare la fantasia dei giovanissimi — ai quali, magari, gli stessi adulti si sono ben guardati dal dare nozioni chiare e schiette di educazione sessuale. La sensibilità di certi genitori per quel che riguarda | l'igiene mentale del ragazzi, è documentata dal numero sterminato di piccole candidate al film Lolita, che sta per entrare in lavorazione. Migliaia di bambine e ragazzine sono sta- 'te nresentate al regista dalle risi>et.Hv,3 famiglie, e dichia-jrate pronte ad assumere l'ambitissimo ruolo. Occorre dunque ammettere che migliaia di genitori non hanno esitato a far intravvedere alle loro giovanissime figliole, come cosa da ambire e da ricercare, il mettersi per un bel po' nei panni della triste « ninf etta », ovvero sgualdrinella dodicenne, resa celebre da un fin troppo celebre romanzo! Abbiamo lasciato da parte, lame cosa marginale ed ecce- ;ionale, i veri e propri delitti i compiuti su bambini — anche l recentemente, anche in Italia, — Ricordiamo che un tempo, simili episodi colpivano gran demente l'opinione pubblica, e j che il triste caso di Bianca e a Carlieri, una trentina d'anni fa, provocò una tempesta di intensissime emozioni sul piano nazionale. Non si può dire che lo stesso accada attualmente. Perché tutto questo? Perché mai i « grandi » — in forme che vanno dalle più lievi alle più imperdonabili — si attribuiscono il diritto di corrompere, contaminare, sgretolare o anche semplicemente misconoscere il mondo psichico del fanciullo? Perché nulla è meno attuale dell' antico adagio maxima debetur puero reverentiat A tre anni con i tacchi alti, a cinque ballerinette o piccoli urlatori, a otto 0 dieci ladruncoli, a dodici ninfette o < ragazzini di vita >, un po' più oltre (ma non molto) adolescenti < bruciati verdi »... Cosi ci si presenta, ed è in continuo aumento, una certa < sezione trasversale » del mondo infantile, Indirettamente tollerata, o promossa, o addirittura incoraggiata da un numero sempre crescente di adulti. I rimedi a . questo stato di cose — riguardo al quale non ci è sembrata inopportuna la presente esplicita denunzia — ovviamente esistono, e si chiamano con i vecchi e rispettabili nomi di informazione psicologica, di educazione razlo jnale, dì richiamo ai principi elementari della psicologia infantile. Molti enti, diversi studiosi e svariate pubblicazioni sono a disposizione di chi voglia intervenire, o anche semplicemente sapere. Di più non ci spetta dire, se non in forma dì avvertimento: cerchiamo di rispettare l'anima infantile, se vogliamo veramente lavorare per un mondo migliore. Emilio Servadio

Persone citate: Cristina Rometti, Emilio Servadio

Luoghi citati: Italia, Nizza, Roma