Da stasera 42 cantanti famosi e sconosciuti presentano le nuove canzoni al festival di Sanremo di Gino Nebiolo

Da stasera 42 cantanti famosi e sconosciuti presentano le nuove canzoni al festival di Sanremo Hentre 1 "clivi,, cercano insiti»!iella con dichiarazioni e stranezze Da stasera 42 cantanti famosi e sconosciuti presentano le nuove canzoni al festival di Sanremo Non si prevedono grandi rivalità, sfuma anche l'antagonismo tra Mina e Milva Johnny Dorellì è stato sostituito ila Sergio Benda, di Moncalieri, e da Gino Lattila (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 25 gennaio. L'appendicite di Johnny Dorelli è stata provvidenziale per due suoi colleghi. L'oscuro e modesto viscere ha portato fortuna a Sergio Renda e a Gino Lattila che sostituiranno l'infermo, il primo domani sera accanto a Claudio Villa nella interpretazione di Mare di dicembre, a secondo venerdì con la fulva e curvi linea Milva in Mare nel cassetto. -Ve; suo ietto di dolore il cantante che piace alle quindicenni troverà almeno una ragione di conforto: i successori sono di provata fiducia e non erano nel gruppo di quelli che, con messaggi gonfi di ipocrisia, si erano offerti di rimpiazzarlo. Sergio Renda è un robusto giovanotto di 36 anni, nato n Moncalieri nei paraggi del mercato dei cavalli. In origine il cognome era più lungo, Merenda, lo restrinse quando decise di fare l'artista. Per qualche tempo lavorò in avventurose e precarie compagnie di k avanspettacolo assieme a Walter Chiari; avevano in comune la statura, il ciuffo c lo smoking che indossavano a turno. Come cantante ha avuto una buona celebrità e il suo pezzo forte era Amico whisky, un brano in cui si levano iodi forse eccessive alla', nota bevanda e richiede un gioco espressivo molto realista, che ai raggiunge soltanto a prezzo di faticose bevute. Renda lo raggiunse. Il suo genere è 10 swing e la canzone umoristica. Questa che,gli si affida per il Festival è invece un ritmo lento, triste e meteorologico, parla di spiagge senza sole, di vento che piange e dt luna senza stelle: a volerli ben guardare, i concetti che esprime potrebbero anche essere comici L'altro sostituto di Dorelli, 11 veterano Gino Latilla, si trovava per caso a Sanremo. La moglie, Carla Bonit era fra ' quarantun prescelti al Festival; e Anta che la signora e madre di un bimbetto, lamia l'aveva accompagnata per luo a uo so a o e za è ia n oa dt li he si, oLa ' i e mer • badare al figlio. Oggi pome riggiq egli si aggirava nei saloni del Casinò, fra anziane cacciatrici di autografi e scatenati ragazxotti che allunga vano le dita verso la guizzan te Minò. Con la perizia di una balia teneva il pargolo per le bretelle, mentre la moglie can fava. La notizia lo ha colto in quell'atteggiamento: per un attimo si è dimenticato del figlia e s'è messo a saltare di gioia. La designazione di Latilla e di Renda ristabilisce l'equilibrio degli interessi discografici — i veri protagonisti del Festival — che sono dosati con il misurino del farmacista; satura i quadri dei cantanti e porta al nlenum il numero dei piemontesi: Renda dt Moncalieri, Tonino Tornelli di Novi Ligure, Jolanda Rossin di Frugarolo; il Piemonte incalza e minaccia di togliere il primato all'Emilia, terra generasa; e dovremmo aggiungere una delle due presentatrici, Giuliana Calandra, torinese, se non vi /ossero dubbi ed ostacoli sulla sua partecipazione; e attrice delia compagnia Santut-cio-Briijìwnc ohe nei giorni prossimi debutterd a Mila no ed il capocomico le ha ora negato il permesso di appari re sul palcoscenico di Sanremo. Le ca ugnili ohe domani sera inaugureranno l'W Festival sono state provate e riprovate ego. Dare un giudizio comp.'c-r.,.o Darebbe abbandonarsi atla prime impressione e stroncarle un noci. Celle dodici, le originali e davvero nuove sono tre a quattro, forse meno. C'è da rilevare un miglioramento grammaticale delle parole; ma le idee sono antiche, polverose e povere : pure quelle che si dicono rivoluztonarie hanno ti sapore delle rivoluzioni sud-americane che, dopo qualche sparato ria tanto per fare chiasso, la sciano sempre le cose coni' stavano innanzi le melodie nell'insieme, sono sui solito standard festivaliero: balzano (all'orecchio adattamenti di m o n i e l motivi in voga alla vigilia della guerra. Per esempio nello slow Non mi dire chi sei qualcuno ha creduto di ravvisare tracce della canzone americana Secret love. Magari era un ricordo sbagliato, tanto più che il filiale del brano assomigliava, a! finale dell'Alda, senza elefanti ma con strepito di tamburi e acuti richiami di trombe, il compositore, Umberto Bindi, che deZ resto è fra i più geniali che vi siano in Italia, si affannava a smentire la parent.la: «Fra la mia e l'altra c'è un abisso. Uamericana fa: tra la la la; e la mia: tra la la lai. Forse Indi, sensibile e facile al panico, in quell'istante confondeva i due motivi: ai presenti la differenza è riuscita evanescente ed inafferrabile. La novità potrebbe venire dai cantanti. Sono parecchi e di cosi diverse tendenze — mormoratori, urlatori, melodici, fini dicitori, sussurratori, confidenziali, lirici — da lasciare socchiusa la por: t ad ogni sorpresa. Sergio Bruni rientra nel mazzo del fini dicitori con inventiva. TI a avuto in consegna il ritmo allegro: Carolina dai (un brano popolaresco, del genere di Papaveri e papere) e dopo lunghi studi ha elaborato una esecuzione ohe si è arricchita di «rossette e gestuzzi. L'amo scorso egli presentava E' mezzanotte e la sua gran scoperta fu di sollevare tre dita di i a mano per indicare che erano le ore tfe. Adesso la sua canzone incomincia con il verso: « Settemila caffè ho bevuto per te », e trovandosi nella impossibilità materiale di alzare settemila dita è ricorso a un altro strattagemma per Ipire la fantasia del pubblico, specialmente di quello del sud: ad un certo punto intercala un verso di Salvatore Di Giacomo, « Soetati Caruli ca l'aria è doce >: non ha nulla a che vedere con la canzonetta, ma è destinato, nelle intenzioni, a provocare viva ilarità e applausi a scena aperta. I divi nei loro rapidi colloqui con i cronisti si abbando¬ ■lllllll1llillllllllllllll>tlllSIIIIII1llllltSIIIIUIIIHI n ¬ nano a confidenze che hanno l'aperto scopo reclamistico: come la confidenza di Tony Dallara che ha deciso di dedicare Un uomo vivo — ispirata, sembra, alla favola di Cappuccetto Rosso — a Jacqucline Kennedy, moglie del Presidente degli Stati Uniti; oppure le confidenze hanno un tono rassegnato, come quelle di Claudio Villa che, prendere o lasciare, ha avuto il brano Mare di dicembre, mentre con Mandolino, mandolì — dice — avrebbe potuto certamente inchiodare il pubblico sulle poltrone con le acrobazie vocali che gli son solite. Anche Milva non è contenta: ha una sola canzone e il suo compagno, Dorelli, non c'è più. Il dualismo con Mina sembra essere comunque svanito prima ancora di cominciare. Sarebbe stato utile, se non altro per movimentare questo piatto Festival. Mina, invece, non dà confidenze. Tutt'al più sorride, per l fotografi. Parte favorita, i suoi due brani: Io amo, tu ami tche ascolteremo domani sera) e Mille bolle blu (venerdì) sono facili, commerciali, di presa immediata. Vi sarà dunque la competizionef La domanda potrebbe essere prema tura. Perché il verdetto deci sivo non sarà dato dalla giuria in sala o dalle votiti scelte in diverse città; alle giurie andrà il compito di designare nelle due prime serate le dodici canzoni da mandare in finale, ma saranno i giocatori dell'Enalotto a dir quali sono le migliori, coti un referendum legato alle loro scommesse. Però si sono già mosse, con la loro organizzazione, le case cinematografiche che anche que sta volta partecipano al Fe stivai. Una ha un film intitolato: <Io amo, tu ami>, con la colonna sonora incisa da Afina, e lo lancerà la prossima settimana insieme con numerosi cortometraggi pubblicitari. Per sette giorni, mentre saranno in corso le votazioni, assisteremo a una campagna propagandistica di peso e clamore non inferiori a una campagna elettorale. Gino Nebiolo IIIllllllllllllIlIlllllllllllllllllllllltllllltlll*lllllllIll a Latilia, ohe sostituirà Dorelli nella seconda serata del Festival, è apparso a Sanremo con il figlio. Qui è con le cantami Betty Ourtia (al centro) • Silvia Guidi