I primi testimoni non hanno chiarito chi iniziò il linciaggio del girovago

I primi testimoni non hanno chiarito chi iniziò il linciaggio del girovago I primi testimoni non hanno chiarito chi iniziò il linciaggio del girovago Gli imputati dicono che il « via » lo diede la madre della quindicenne impaurita dal Battoli - Due ragazze, chiamate come testi, svengono in aula • Il processo rinviato a lunedi (Dal nostro corrispondente) Cremona, 25 gennaio. Chi è che ha ucciso a pugni e calci, selvaggiamente, il girovago di Ca' de' Quinzani? Ad ascoltare le testimonianze che si sono susseguite per tutto il giorno alla nostra Corte d'Assise, presieduta dal dott. Acotto, sembrerebbe che nessuno, nel paese, la tragica sera del 6 marzo '60, si fosse accorto che un uomo veniva linciato in più riprese — cinque, secondo l'accusa — fino a morire sotto le botte dei suoi persecutori. Gli otto imputati, interrogati separatamente, sono stati espliciti nell'affermare che 11 «via» al linciaggio, sia pure indirettamente, lo diede la signora Maria Rota In Massaro- ni, madre della quindicenne Pompea che il Bottoli aveva Iforse involontariamente spa-| ventata. Tutti, infatti, hanno I detto che la donna entrò nel I circolo Enal gridando: «Ra-ifrazzi, uscite! C'è un uomo eh ha fatto paura a Pompea! ». La teste, però, ha negato recisamente arche quanto alcuni Imputati affermarono in sede Istruttcr'?. e cioè che ella avrehh? ruldirittura preso parte alle ripetute aggressioni al Bottoli, incitando gli altri a percuoterlo, con parole come: «Avanti, picchiatelo!», «Ammazzatelo!» e « Se avessi un coltello lo ucciderei! ». La signora Masseroni, una donna piccola, minuta, dall'aspetto dimésso, ha detto che nulla di ciò risponde al vero. Ella — ripetendo in sostanza 11 sugo della deposizione resa dalla sua figliola — ha detto di aver appreso del brutto incontro fatto da Pompea sulla piazza del paese quando già la iiNMiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiinmiiiiMiiiii ululimi! « spodlzione punitiva » era partita alla ricerca del girovago. Renzo Bottolì è stato ucciso a pugni e calci, con inaudita ferocia, nel centro di un paesino della « bassa » dove le case sono attaccate le une alle altre, dove la gente si ritrova all'osteria o al circolo Enal per la partita a carte o per assistere allo spettacolo televisivo. Il girovago è morto in un paese dove tutti si conoscono, se non sono addirittura legati da vincoli di parentela. Ed è morto dopò un'agonia spaventosa, durata oltre due ore. Come è possibile di conseguenza credere che il linciaggio non abbia avuto un numero di testimoni forse maggiore di quel 11 citati? Un gruppo di persone stava picchiando un uomo, Questo è stato ripetutamente detto a Ca' de' Quinzani. Tutti più o meno lo sapevano. Ep pure sembrerebbe che chi gio r i i i cava a carte abbia continuato a giocare a carte, chi assisteva olio spettacolo televisivo abbia continuato ad assistere allo spettacolo, chi percorreva le strade del paese per recarsi a casa le abbia percorse senza vedere nessuno. Così appare attraverso l'interrogatorio dei primi testimoni, tutte persone che si trovavano all'Enal, dove è corsa la famosa < voce » per cui il vagabondo avrebbe importunato la quindicenne Pompea Masseroni. i Sono sfilati così davanti al giudici il padre della Masseroni, Ferdinando, Marino Pasquali, Dante Vacchelli e Antonio Tosi, Luigi Zavatti ed Erminio Anselmi, Giuseppe Viola e Mario Sartori. Nessuno ha visto nulla. Quello che hanno sentito sono voci incerte. Sembra e non sembra. La Masseroni sarebbe stata importunata, ma essi non ne sono sicuri. Mario Sartori è stato anche messo a confronto con gli imputati Taverna e Braga, che hanno dichiarato di averlo visto dinnanzi all'Enal. Ha negato. Queste sono tutte persone, eccettuato il Masseroni, che hanno giocato a carte. Quando hanno smesso di giocare a carte e sono usciti pei le strade del paese, nelle quali si stavano appunto succedendo le aggressioni del Bottoli, non hanno visto nulla. La signora Maria Rota in Masseroni (< una donna — ha detto il P M. — della quale pare che tutti i testi abbiano paura») ha aggiunto di aver saputo dell'aggressione più tardi, di essere scesa in strada e di aver visto alcune persone ferme davanti all'osteria Mombelll, attorno al Bottoli steso a terra. Si era avvicinata ed aveva redarguito il mendicante. Era poi tornata all'Enal, dove aveva incontrato il Bresciani e gli aveva chiesto chi fosse il Bottoli. < Un tipo che non farebbe male a nessuno — avrebbe risposto l'attuale imputato —, uno che quando vado a casa mi segue come un cagnolino ». Si era infine ritirata e solo la mat tina successiva aveva saputo della morte del Bottoli L'interrogatorio dei testi, oggi, si è concluso presto. Do vevano essere infatti sentite due giovani — Gisella Anto nioll, sorella dell'imputato, e Maria Tosi — ma la prima è svenuta in aula; la seconda ha perduto i sensi quando l'usciere l'ha chiamata. Il processo è stato rinviato a lune dì, per la prosecuzione dell'in terrogatorio dei testimoni. m. s. Pompea Masseroni, ohe fu avvicinata dal girovago poco prima della sua tragica fine. Ieri alla Corte d'Assise di Cremona ha deposto la madre della ragazza (Telefoto)

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