Le automobili americane guardano verso l'Europa
Le automobili americane guardano verso l'Europa Le automobili americane guardano verso l'Europa Importanti investimenti delle grandi Case di Detroit per sviluppare le loro filiali in Inghilterra e in Germania a o a o e n e l n i d a i (Nostro servizio particolare) Parigi, 23 gennaio. Con la costruzions e il lancio in grande stile dei modelli di dimensioni relativamente ridotte e più economici, le cosiddette vetture « compacts », la industria automobilistica americana ha arginato nel 1960 sul suo mercato interno l'offensiva delle Case europee. « Le Monde », nel fuo supplemento economico, scrive che ora gli Stati Uniti si preparano alla controffensiva in Europa, servendosi come testa di ponte delle filiali europee delle Case automobilistiche americane. Nel 1959 il Vecchio Continente era riuscito a vendere al Nuovo 609 mila automobili. Nei primi nove mesi del 1960 le vendite sono scese del 23 per cento, rispetto allo stesso! periodo del 1959. Per il 1961' e anni seguenti, si prevede che la cifra si stabilizzerà intorno lzrm4rlnrfiplmdvrtfinalle 400 mila vetture. Questo calo nelle esportazioni ha provocato il noto ristagno nell'industria di quei paesi europei la cui « densità automobilistica > è più alta, quindi la domanda interna meno suscettibile di sviluppo. Questo è soprattutto il caso dell'Inghilterra, dove le fabbriche di automobili lavorano oggi al 60 per cento del potenziale ed hanno ridotto gli orari ad oltre 100 mila dipendenti. In misura minore, è anche il caso della Francia, che tuttavia ha potuto registrare nel 1960 un aumento del 6 per cento della produzione (contro un incremento del 15 per cento nel 1959), grazie ad una ripresa della domanda interna. Non è, invece, il caso della Germania, che tra l'altro poteva contare negli Stati Uniti sulla rete di vendita organizzata dalla Volkswagen già da dieci anni, e tanto meno dell'Italia, il cui mercato, interno — afferma « Le Monde > — è attualmente senza alcun dubbio il più dinamico del mondo Ma non è solo la vendita di automobili europee che è diminuita nel 1960 negli Stati Uniti. Anche la produzione americana si trova di fronte al problema, di una certa saturazione del mercato, come dimostra il milione di vetture invendute con il quale si è chiuso il 1960. Da ciò il rinnovato interesse per l'Europa delle grandi Case di Detroit. Queste sanno bene di non poter competere con l'industria europea offrendo i modelli « Made in Usa > che richiedono un mercato in cui il reddito individuale medio sia ad un livello dal quale la maggior parte del Vecchio Continente è ancora lontana, senza contare sovrapprezzi derivanti dalle spese di trasporto 0 dalle tariffe doganali. Per misurarsi con i fabbricanti europei sul loro stesso terreno, le Case americane contano pertanto di utilizzare le proprie filiali in Europa. • Recente e vistoso esempio di questa controffeasiva è l'acquisto da parte della Ford americana delle azioni della Ford inglese che non erano ancora in suo possesso. Con tale operazione, la metà circa della produzione automobilistica inglese sarà controllata dal capitale americano, se alla Ford si aggiungono la Vauxhall (proprietà per il 95 per cento della General Motors) e la Chrysler and Dodge (interamente in mano alla Chrysler Usa). In Germania questa proporzione scende ad un terzo, attraverso le filiali della Ford (proprietaria al 99% della Ford Werke di Colonia) e della G. M. (che detiene il 58% della Adam Opel). I programmi di investimenti in Europa dell'industria automobilistica americana sono colossali. La Ford spenderà in tre anni 358 milioni di dol lari (circa 222, miliardi di lire italiane) e la General Motors, nello stesso periodo 1961-63, addirittura mezzo miliardo di dollari (oltre 310 miliardi di lire). Con questi stanziamenti rU la capacità annuale di produzione della Ford inglese salirebbe da 850 mila veicoli, com'è attualmente, a 1 milione 400 mila; la Vauxhall porterebbe la sua da 300 a 400 mila veicoli all'anno. In Germania, inoltre, le due case americane costruiranno nuove officine, così da aumentare il potenziale anche delle loro filiali tedesche. Le Case europee, naturalmente — conclude « Le Monde » — non attendono passivamente questa offensiva americana, ed hanno già stanziato somme adeguate per perfezionare i loro modelli già in commercio e preparare nuove vetture. r. S.
Persone citate: Ford Werke
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