L'accordo di Milano facilita le giunte di Genova e Firenze di Michele Tito

L'accordo di Milano facilita le giunte di Genova e Firenze L'accordo di Milano facilita le giunte di Genova e Firenze I limiti dell'esperimento: le intese locali oggi non creano le premesse per una "svolta politica,, -1 liberali esamineranno il problema nella riunione del consiglio nazionale: si crede che non intendano provocare una crisi di governo (Dal nostro inviato speciale) Roma, 23 gennaio. L'accordo di Milano ha dato nuovo impulso alle trattative con il Partito socialista per le giunte di centro-sinistra a Genova, Firenze e Pavia. E matura 1» crisi del governo regionale siciliano: lo ha assicurato oggi anche l'on. Rosario Lanza vice presidente della Regione. Di fronte a questa situazione, i comunisti esprimono sempre più apertamente la loro irritazione e lasciano intendere che tenteranno dì riparare agli svantaggi del loro isolamento nella metropoli lombarda con l'iniziativa di una offensiva in grande stile contro i socialisti. I socialisti non nascondono invece la loro soddisfazione: Nenni dirà alla direzione del partito, che si riunirà giovedì, che già il ririsultato di Milano è un risultato altamente positivo. E' una carta che gli servirà al Congresso per consolidare il vantaggio della corrente autonomista. Naturalmente, essi non vanno al di là di questi limiti :nelle loro valutazioni: gli ac cordi amministrativi, chiari scono, non creano ancora ;e condizioni per quella c svolta » sul piano nazionale che, sola, potrebbe aprire la via a nuove intese e nuove maggioranze parlamentari a Roma. In tal modo, anche se vedono le cose sotto una diversa prospettiva, i socialisti e i socialdemocratici concordano sulla sostanza: una cosa sono le giunte, altra cosa è la € svolta politica » di cui parlano i liberali e le destre. 11 socialdemocratico Lami Star nuti ha ricordato in una dichiarazione che quel che avviene a Milano era stato già previsto dai liberali prima delle elezioni del 6 novembre e che essi non potevano pretendere si cercassero soluzioni diverse da quelle da tutti attese: l'on. Orlandi ha preci- sato che « si sta cercando dì svisare il significato effettivo dell'operazione di Milano: non è stata costituita una Giunta di apertura a sinistra, è stata invece costituita una Giunta di centro-sinistra: l'apertura a sinistra si traduce in un allargamento dell'area frontista, il centro-sinistra, al contrario, si traduce in un allargamento dell'area democratica. In realtà, il pei è rimasto isolato, e questa realtà non dovrebbe essere sottovalutata né dagli obiettori di coscienza demo¬ cristiani né dall'on. Malagodi». Il centro-sinistra, cosi, si sforza di ricondurre la polemica alimentata nei giorni scorsi dalle ripetute prese di posizione dei liberali, alla sua vera origine: non c'è in vista nessuna apertura a sinistra per l'immediato, e gli accordi intercorsi in passato non sono stati violati da nessuno. Nel caso, dunque, i liberali volessero correre il rischio di una crisi di governo, lo farebbero, si lascia intendere, senza potersi appellare a legittimi motivi dì sfiducia. In verità, però, le voci sulla volontà dei liberali di determinare la crisi di governo sono in parte rientrate oggi. L'on. Malagodi ha rifiutato ogni commento, i suoi amici annunciano soltanto che si attendono gli sviluppi della situazione e poi si vedrà; il consiglio nazionale liberale si riunirà verso la metà di febbraio, dopo che si sarà riunito e che avrà adottato deliberazioni di carattere politico il consiglio nazionale democristiano. Tra i democristiani un edi toriale che II Popolo pubblicherà domani, e che vale come una vera e propria messa a punto, spiega che quella delle giunte diffìcili è stata una strada lunga perché la de ha voluto esser prudente. Questo dovrebbe bastare ad evitare giudizi sommari: come s'era impegnata a fare, la de ha realizzato ovunque possibili maggioranze amministrative con i partiti < convergenti », ove non è stato possibile ha tenuto conto delle situazioni locali e di < spinte contrastanti » che dovevano essere mediate. Le giunte di centro-sinistra non sono t operazioni di potere », sono esperimenti cauti Imposti dalla complessità della situazione italiana e che nessun partito che abbia una esatta percezione della situazione dovrebbe rifiutare a priori. Niente crisi ideologica, dunque, niente compromessi, niente cedimenti. La conclusione, che suona come un appello ai liberali, è questa: si conta sul senso di responsabilità dei partiti della c convergenza » perché non venga incrinata la base di un governo che sta operando efficacemente per il Paese, che non ha alternative e che garantisce lo sviluppo democratico contro gli opposti estremismi, eli Popolo» lancia poi un avvertimento abbastanza esplicito, affermando che quando si mostra di preferire gestioni commissariali, che prima o poi portano a nuove elezioni, non si fa che accelerare invece di ritardare le soluzioni che appaiono oggi così sgradita. Michele Tito

Persone citate: Lami, Malagodi, Nenni, Orlandi, Rosario Lanza